Il raro Pyrrhura molinae restricta (Todd, 1947)

Seppure molto comune Pyrrhura molinae restricta (1) nei luoghi di origine ma non di grande presenza numerica, non certo lo si può dire egualmente sulla presenza in Europa, tanto che soltanto tre allevatori, un belga un olandese ed un italiano sono detentori di questo poco conosciuto pappagallo, ciò è il motivo che mi spinge a far conosce e dare notizie complete per l’allevamento e per la conservazione della specie, dato anche che la nota avicultrice Rosmarie Low ben poco ha scritto su tale sottospecie.

Il primo soggetto fu importato, anzi entrò a far parte degli avicoltori solo nel 1984, e probabilmente il primo che riuscì nella riproduzione fu l’olandese J. L-Spenkeink-van-Schaik .

Nomi In altre lingue: Green-cheeked parakeet (GB); Conure de molina (F); Pyrrura hpoxantha restricta (Latino); Palmarito-Grunwangen-rotschwanzsittich (D), Conuro di Sata Crutz (I),  Chiripepè de la yunga (dialetto locale). Sinonimi: Palmarito conure

Origine del nome Pyrrhura: Purrhos dal greco che sta per colorato rosso fiamma; – ouros coda (oura coda) mentre restricta dal latino restrictus ristretta, confinata, certamente riferito al limitato areale in cui è confinata la sottospecie.

Presente con certezza solo nell’area intorno Palmarito (398 slm) e San Josè de los Chiquitos (290 slm) dipartimento di Santa Cruz, Bolivia. Osservazione sul campo di Darrieu Carlos.A, della Università Nazionale de la Plata, esperto biologo sul campo.

Frequenta zone , che si aggirano tra i 500 e i 2500 slm, caratterizzate da boschi a gallerie in ampi pantanal o le pianure alluvionali, infine tutti i tipi di terreno, paludi con alberi bassi fatati rivestiti di muschio in foresta secondaria caratterizzata da una copertura meno sviluppata e da alberi giovani e da minore diversità sino ai 2900 m con clima umido, probabilmente in quei siti è abbastanza comune (Ridgely, R. S. 1990). Si verificano talvolta alcuni spostamenti stagionali allorquando in inverno (marzo – agosto) scende a quote inferiori.

Vive in gruppi da dieci a venti soggetti fuori dalla stagione riproduttiva, e occasionalmente in gruppi più numerosi; difficile da rilevare sugli alberi per la sua colorazione delle penne tanto che si camuffano eccellentemente tra gli alberi, tranquilla e non chiassosa mentre si ciba sugli alberi, rumorosa quando vola diretta e bassa attraverso gli alberi emettendo un sonoro richiamo bisillabo. Non esistono informazioni in merito alla sua dieta che si suppone essere simile a quella delle specie congeneriche; raccoglie il cibo sulla cima degli alberi; nidifica in cavità all’interno di tronchi d’albero.

Tuttavia sembra nutrirsi di semi secchi,frutti di bosco, fiori , bacche. In natura nei luoghi di origine appetisce bacche di Capsicum cardemasii chiamate in loco ulupice, fiori di Fuchisia boliviano, il frutto di achacha piccoli frutti di colore arancione, ora coltivati per la vendita al commercio, ancora i frutti di Annona cherimola (2) abbastanza comune ovunque.

Il richiamo bisillabo consta di gridi stridenti kree-ayt con la seconda nota di tonalità più bassa rispetto alla prima. E’ possibile collegarsi ad AVIBASE e cliccare xeno-canto del Parrocchetto guance verdi (Pyrrhura molinae restricta). Call Guy Kirwan, vocalizzazione rilevata dal rifugio Los Volcanes (Amboro Natinal Park), Santa Cruz,Bolivia per ascoltare in diretta il richiamo bisillabo in natura.

-Dagli annali del Carnegie Museum vol XXX 1943-47, ci sono pervenute le misurazioni espresse in millimetri della popolazione degli uccelli boliviani, rilevata da Traylor :

Pyrrhura malinae restricta ,altitudine 500m due maschi , ali 126-137 mm;

Pyrrhura molinae malinae, altitudine 2800 m due maschi ,ali 143-147mm.

-Da Forsaw, Parrots of the world, 1973, località Palmarito, Chiquitos, Bolivia:

Pyrrhura m.restricta , due maschi ali 135-137 mm

                                         due femmine ali 142-143 mm

– T . Arndt nel suo documento conferisce una lunghezza totale 24 cm, non distinguendone sesso e località, presumo perché dati rilevati di seconda mano.

– T. Silva indicando la lunghezza in 24 cm , specifica che su quattro soggetti il peso medio è 62,5 grammi in entrambi i sessi.

Gli adulti assomigliano alla specie nominale ma, una certa somiglianza è con la P.m. Hypoxantha Salvadori), dove invece le guance, la fascia della nuca, i fianchi del corpo, il sotto copri coda e alcune penne copritrici superiori sono soffuse di blu.

Essi portano becc, zampe e unghie nero intenso, cera grigio chiaro, anello perioftalmico bianco e carnoso, calotta nera; collare azzurro al collo, caratteristica della specie.  Sopraciglio verdastro con forti sfumature di azzurro e orecchie biancastre . Guancia dalla altezza dell’ orecchio, azzurra che sfuma al verde bandiera, bavaglio biancastro con barrature crema grigi, petto verde con riflessi azzurri o sfumature azzurre che intensificano sempre di più  scendendo verso la cloaca e sottocoda che si tinge di un azzurro carta da zucchero o azzurro aviatore intenso compreso anche cosce e sopracosce, mentre i fianchi rimangono azzurri con sfumature verdi , macchia ventrale marrone poco evidente  o con qualche barratura marrone sparsa irregolare ,  caudali inferiori rosso scuro o rosso vinaccio, mentre la parte superiore è di un rosso vivo, dorso verde bandiera (possono portare qualche  penna blu sparsa irregolare), con penne alle ali primarie e secondarie di azzurro scuro, groppone verde . I giovani sono con meno rosso mattone all’addome, fatta eccezione per le guance senza sfumature blu. Inoltre portano in toto il piumaggio di colore meno vivace , iride più scura e macchia ventrale-pettorale dai contorni non definiti, risultano essere eccellenti volatori.

I sessi sono molto simili, ma dalla apertura alare è possibile distinguerne il sesso, pertanto la variazione è stimata tra 129mm a 140mm e al stessa coda da 119mm a 142mm. (minimi e massimi tra maschi e femmine).

La sottospecie di molinae restricta è giunta commercialmente in Europa sino al 1979, poi nel 1984 è stato posto un divieto di esportazione. Nessun pappagallo attualmente è stato introdotto in avicultura dal selvatico, mentre negli USA comunque è dimostrato essere allevato frequentemente (T.Silva,1993).

Probabilmente il primo ad allevare questa sottospecie in ambiente controllato fu il sig. J. L. Spenkelink van Schaik in Olanda, che produsse giovani nel 1978. Tale Robiller 1990) riferisce di aver riprodotto la seconda generazione dal 1982, da allora ne sono stati dichiarati 42 giovani. Nel 1980 Denna Ferris è riuscito a riprodurli e per questo la Federazione Americana di Allevatori lo ha premiato come primo allevatore per tale sottospecie. Molti altri allevatori americani si sono cimentati nella riproduzione del P. m. resticta negli anni a venire, evidenziando come fosse particolarmente prolifica la sottospecie. Oggi in Europa invece pochi e sparuti allevatori ne detengono soggetti ancestrali, ma fortunatamente un italiano Simone Micheloni ne è proprietario e allevatore da vari ceppi non consanguinei prelevati in Olanda e Belgio. Le molteplici coppie di cui dispone gli consentono di ottenere nuovi linee di sangue non consanguinei e di diversa provenienza. La stagione degli accoppiamenti inizia a febbraio. Occupano i nidi che si trovano a non meno di 5 m da terra, dove depone tre uova o più.

In avicoltura necessita di una voliera lunga due metri e alta due per una larghezza di un metro, con all’interno un nido dalla base di 20 cm per 20 cm e profondo 70 cm, misura comode anche per l’esterno. Trattandosi di pappagalli molto timidi ma nel contempo affabili, usano rifugiarsi nel nido ad ogni pericolo se si sentono minacciati, pertanto predisporre almeno due ricoveri per ogni coppia; dopo appena presa confidenza con l’ambiente e con i rumori che li circondano allora si sentono fiduciosi, tanto da rendersi confidenziali sino al punto di poter essere resi liberi!

La dieta in ambiente controllato può essere costituita da un misto di semi di cartamo, avena ed un po’ di girasole germogliato, canapa, scagliola, grano saraceno, e bacche di sorbo. Inoltre cibo fresco di verdure, piselli e rami con germogli in atto, (rametti di salice). Molto utile e assai gradito la somministrazione di frutti di achacha boliviana2 (garcinia humilis), ricco di potassio e acido folico. Questo frutto è oggi facilmente reperibile nelle nostre rivendite.

Al momento della riproduzione si rende necessario isolare le coppie che hanno trascorso l’inverno in colonia, poiché sebbene gregario in natura, in voliera potrebbe disturbarsi con altre coppie per la conquista del o dei nidi!

La deposizione in cattività è piuttosto generosa e può andare da tre a sette uova che vengono incubate per 23 giorni circa, e sono alimentati dai genitori per ben 50 giorni. Dall’involo alla maturazione mediamente impiegano otto mesi.

Note

1 . molina/molinae/Molinaea: Abate juan Ignazio Molina (1740-1829)  sacerdote cileno e naturalista, espulso dall’Ordine nel 1768.
2 . Frutto coltivato anche in Calabria nelle zone costiere tra Reggio Calabria e Roccella Ionica.

Articolo G. Petrantoni, con la collaborazione di Simone Micheloni immagini S. Micheloni e M. Michels

 

Impaginazione grafica by GRAFOS SERVIZI GRAFICI – SAN COLOMBANO AL LAMBRO




Il Conuro coda castana Pyrrhura melanura (Spix 1821)

 allevamento e riproduzione della rara sottospecie Pyrrhura pacifica.

Altri nomi: Maroon-tailed conure (GB), Schwarzschwanzsittich (D), Conure de Souancè (F), Perico cola negra, Cotorrita coliparada (Venezuela), Periquito colijrroio (Colombia), Perico de cola marròn (Perù), Tiriba-fure-mata(Brasile).

Il pappagallo Pyrrhura/Pyrruhrus trae origine dal nome greco purrhos che significa colorato rosso fiamma; – ouros – dalla coda (oura coda); melanura, dal greco che sta per: con coda scura. Il Conuro misura 24-25cm., pappagallo dal piumaggio prevalentemente verde e dalla coda lunga, con margine anteriore dell’ala e copritrici primarie di colore rosso, guance e copritrici auricolari verdi, superficie inferiore della coda nerofumo, pelle nuda bianca sulla regione oculare (grigia nella sottospecie P.m. pacifica), penne del petto con base verde o verde sfumato di grigio e punta marrone tendente al giallo cui si vede il disegno a scaglie Il Conuro dipinto Pyrrhura picta, il cui areale si sovrappone a quello del Conuro coda castana in Amazzonia occidentale, ha guance castano fulvo, copritrici primarie verdi e disegno a scaglie sul petto più marcato e vistoso, mentre il Conuro petto bruno Pyrrhura calliptera è prevalentemente giallo brillante sulle copritrici primarie e sul margine anteriore dell’ala, ha copritrici auricolari castano sfumato di rosso e petto più marrone con disegno a scaglie lievemente accennato.

In cattività si distingue dal Conuro spalle rosse Pyrrhura egregia, simile, grazie al verde sulle copritrici della parte inferiore dell’ala e all’assenza di castano fulvo sul ventre. Nella Cordillera du Cutucú, la sottospecie berlepschi si trova (almeno con frequenza stagionale) in compagnia di esemplari di Conuro gola bianca, specie rara che ha petto più pallido, copritrici auricolari arancio acceso e maggiore quantità di rosso sulla parte superiore dell’ala. In cattività, il Conuro coda castana si distingue dalle specie congeneriche grazie alla combinazione di rosso sulle copritrici primarie, disegno a scaglie su petto e lati del collo e sottocoda nero lucido. Il volo degli stormi, accompagnato da richiami sonori e fragorosi, è leggermente ondulato e molto vicino al suolo quando attraversano spazi aperti. All’approssimarsi di un pericolo rimane immobile e silenzioso nel folto della vegetazione. Talvolta si posa su alberi isolati.

In volo e quando è spaventato emette gridi acuti e rochi screeet screeet screeet, e il richiamo è simile a quello del Conuro dipinto.

Presente in Sudamerica nordoccidentale nel bacino occidentale del Rio delle Amazzoni, nella parte meridionale del bacino dell’Orinoco e sul versante pacifico delle Ande in Colombia sudoccidentale ed Ecuador occidentale. In Venezuela si trova in Bolívar centromeridionale lungo il corso superiore del Río Paragua e in Amazonas a sud del Río Ventauri; nel bacino occidentale del Rio delle Amazzoni tra il Río Negro e il Río Solimões. Si trova nelle Ande centrali in Colombia, nella valle di Magdalena superiore da Tolima meridionale a Huila e, in una popolazione separata, a est delle Ande (in pianura e sulle colline pedemontane fino a 500m) dai monti Macarena a sud nelle pianure dell’Ecuador orientale e del Perù nordorientale e orientale. Una popolazione separata si trova a ovest delle Ande in Ecuador nordoccidentale verso sud fino a Los Ríos, con una singola segnalazione proveniente da Nariño, Colombia sudoccidentale. Si tratta di una specie prevalentemente stanziale che, probabilmente, intraprende spostamenti stagionali regolari come suggerisce la sua assenza ricorrente in alcune parti della Colombia. Pur avendo una distribuzione sparsa e discontinua, il Conuro coda castana è comune ed è il pappagallo più numeroso in molte parti del suo areale come, ad esempio, nella valle di Magdalena superiore e, forse, in alcune zone di Esmeraldas nell’Ecuador nordoccidentale. Il declino subito dalla specie in alcune regioni (ad esempio sul versante pacifico dell’Ecuador) è dovuto in larga misura alla perdita dell’habitat. Status e distribuzione in Perù orientale sono poco noti. Localmente il Conuro è poco diffuso come uccello da gabbia, mentre alla fine degli anni Ottanta le esportazioni di questi esemplari sul mercato internazionale hanno interessato un gran numero di individui, allevati in ambiente controllato al di fuori dell’areale.

Il Conuro coda castana si trova nelle zone tropicale e temperata, in varzea1, foreste pluviali montane e di pianura, in zone parzialmente disboscate, ai margini di foreste e in foreste secondarie, ad altitudini comprese tra i 150 e i 300m in Venezuela (sottospecie nominale); fino a 3200m sul versante orientale delle Ande (souancei); tra i 1600m e i 2800m sul versante orientale delle Ande centrali (chapmani); fino a 1700m in Nariño (pacifica), fino a 1500m (berlepschi). S trova generalmente in gruppi composti di 6 a12 esemplari che si posano sui rami più alti degli alberi per riposare e scendono su quelli più bassi per raccogliere il cibo. Pochi i dettagli conosciuti in merito alla dieta di questa specie; si nutre dei frutti di Miconia theaezans , Fagara tachnelo e della corteccia degli alberi. Poco noto il comportamento in riproduzione; si riproduce in aprile giugno presso le sorgenti del Río Napo, Ecuador. Un episodio di accoppiamento fu osservato in gennaio in Colombia. In cattività depone quattro uova.

Le redini, fronte e parte posteriore del collo marrone, con piccola macchia marrone tendente al rosso sulla punta delle penne del vertice cui si deve il disegno macchiettato; guance, copritrici auricolari e regione dietro l’occhio verde; il marrone sulla parte posteriore del vertice sfuma in verde sulla nuca. Parti superiori verdi con sfumatura verde oliva su alcune penne. Copritrici primarie rosse con punta gialla; margine anteriore dell’ala rosso; resto delle copritrici alari verde sfumato di verde oliva. Remiganti primarie blu tendente al verde con punta scura. Sottoala con copritrici verdi e remiganti moro scuro, quasi nero. Penne di petto e gola di colore verde o grigioverde con margini marrone pallido tendente al giallo cui si deve il vistoso disegno a scaglie; i bordi pallidi sono meno definiti ai lati del collo; ventre e sottocaudali verdi con sfumatura verde oliva. Sopraccoda castano scuro con base verde sulle penne esterne; sottocoda nero lucido. Parti nude: becco grigio pallido; pelle nuda bianco sporco sulla regione perioftalmica, cera dello stesso colore; iride marrone scuro; zampe grigie. I sessi sono simili anche in tutte le sottospecie. L’immaturo ha meno rosso (più verde) sulle copritrici primarie.

Le misure sono variabili in funzione del sesso e della sottospecie : ala 125-136; coda 98-119; becco 15-16; tarso 13-15.

variabilità geografica: Sei sottospecie, di cui due, la berlepschi e la chapmani, in passato erano considerate specie separate. La particolarità morfologica e strutturale della sottospecie pacifica, geograficamente isolata, potrebbe giustificarne lo status specifico.

            P.m. melanura (von Spix,1821) La specie nominale occupa il Bacino occidentale del Rio delle Amazzoni in Perù nordorientale, Brasile occidentale, Ecuador orientale, Colombia orientale [tranne la zona in cui si trova la sottospecie seguente] e Venezuela meridionale.

            P.m. souancei            (Verreaux 1858),Conuro coda bruna di Souancè (I) Colombia orientale dai monti Macarena verso sudovest fino a Putumayo passando per l’Ecuador orientale e, forse, fino all’estremità settentrionale del Perù. Probabilmente si trova solo sul versante delle Ande orientali e viene in larga misura sostituito dalla nominale nelle pianure. Simile alla nominale ma con modesta quantità di giallo (talvolta assente) al vertice delle copritrici primarie, più ampi margini pallidi sulle penne di petto e lati del collo e più ampi margini verdi sulle timoniere. Talvolta presenta una macchia marrone sul ventre. Il nome trae origine dall’ornitologo e commissario della marina francese Carlo Jaques Gabriel Guillier barone di Sauancè 1823-1896.

  1. berlepschi (Salvadori 1891), Conuro c.b.di Berlepsc (I). Valle Huallaga, Perù orientale ed Ecuador sudorientale nella Cordillera Cutucú. La presenza di un esemplare con le caratteristiche di questa sottospecie all’inizio della valle Magdalena lascia supporre che si trovi anche in Colombia. Simile alla sottospecie precedente ma con margini pallidi ancora più ampi sulle penne del petto (alcuni esemplari osservati in Ecuador avevano il petto quasi completamente bianco), minore quantità di rosso sul margine anteriore dell’ala e macchia marrone sul ventre più pronunciata. Poco

documentata la distribuzione in rapporto a quella della sottospecie souancei, e le due potrebbero non essere distinguibili. La sottospecie prende il nome da Hans Herman Carl Ludvig von Berlepsc (1850-1915) ornitologo tedesco e collezionista, specializzato in fauna Neotropicale.

  1. chapmani (Bond e Meyer 1915), Conuro di Chapman (I). Versante orientale della valle di Magdalena superiore nelle Ande centrali da Tolima meridionale a Huila a circa 1600-2800m d’altitudine. Bordi molto ampi e chiari (color camoscio) sulle penne del petto e ai lati del collo. Talvolta presenta una macchia marrone sul ventre. Più grande della nominale (ala 133-142, coda 118-133). Prende il nome da Frank Michler Chapman, collezionista e ornitologo americano, 1864-1945.

P.orcensi (Ridgely & Robinsons, 1988) Conuro El Oro (I), presente nel sud-ovest dell’Ecquador, El Oro e Azuay. In onore del dott. Gustavo Orcès, zoologo ecuadoregno, 1903-1996.

            P.m. pacifica  (Chapman 1915), Conuro del Pacifico (I). Cotorra del Chocò (E), Perequito del Pacifico (Colombia). Distribuito in Ecuador nordoccidentale e Colombia sudoccidentale. Piumaggio più scuro e meno tendente al verde oliva rispetto alle altre sottospecie, con pelle nuda sulla regione oculare di colore grigio anziché bianco. Il becco è nerofumo e più esile rispetto a quello delle altre sottospecie. Assente il giallo al vertice delle copritrici primarie, bordi pallidi sulle penne del petto più sottili e di tonalità più scura rispetto a quanto si vede nelle altre sottospecie. Parte anteriore del vertice verde con sottilissima striscia marrone tendente al rosso sulla fronte. Coda relativamente più corta rispetto alla nominale. Non comune negli aviari Europei e di non facile riproduzione. Questo epiteto, pacifica, è riferito alle isole dell’Oceano Pacifico .

Il sig. Micheloni ha da diversi anni una colonia riproduttiva che genera giovani ogni stagione con pieno successo e non poche difficoltà.

La positiva conduzione di allevamento è indubbiamente frutto di una mirata alimentazione che lo stesso ha attuato nei diversi periodi dell’anno, sia che i pappagalli si trovino a riposo o nel pieno della deposizione, secondo il seguente piano alimentare:

Durante il riposo stagionale vanno somministrate mele, carote, banane se apprezzate, pastoncino secco con grassi al 2%, misto inseparabili privo di girasole, foglie di radicchio da campo e verdura a foglia verde sino al momento della deposizione e camole della farina, queste ultime da sospendere dopo la deposizione e riprendere alla nascita dei primi due o tre piccoli. Dopo la nascita si aggiungano a parte piccoli pezzetti di arance e melograno e verso il decimo giorno di vita anche del germinato; non appena i giovani sono all’involo mettere del panico.

Ai giovani, se si presentano delle chiazze di nero sul piumaggio verde, suggerirei di modificare la dieta somministrando germinati e solo frutta in genere, pastoncino secco con erba medica, semi per inseparabili due o tre volte alla settimana, spighe di panico. Trascorso il primo anno, si può alimentarli come nel periodo di riposo per adulti precedentemente descritto.

Nel solo periodo della pre-cova è utile e consigliato aggiungere al pastoncino un po’ di mela grattugiata e uovo sodo, inoltre foglie di radicchio di campo.

Gli alloggiamenti per tale sottospecie sono costituiti da gabbie del tipo commerciale dotate di nidi, appesi in esterno, a forma di L rovesciata della misura di 20×20 cm e di lunghezza di 45 cm, un foro di entrata da 10 cm e una apertura nel lato corto della L ove è inserito un cassettino estraibile, che contiene il nido vero e proprio. Il fondo sarà costituito da uno strato di segatura grossa e un successivo strato di fagiolino, poi gli adulti provvederanno a completarlo con piume.

Le uova deposte variano da un numero di 4/5 sino a un massimo molto raro di sei e sono deposte a intervalli che variano da due a tre giorni massimo e poi covate per 26 gg. Se l’alimentazione è curata come sopra descritto, la stagione riproduttive usufruirà da due a tre covate feconde.

I soggetti sono alloggiati in gabbie da cova per canarini da cm. 120 x 50 x 60 con 2 posatoi alle estremità, oppure in voliere di due metri per un metro, per due di altezza, con parte della voliera riparata; con allevamento interno si hanno migliori risultati, mediamente tre covate. Il periodo di cova va da ottobre a maggio, mentre all’esterno da marzo a luglio (in questo caso con una o due covate).

Fornire frutta mele, carote, melograno, fichi d’india; qualche soggetto mangia banana, radicchio da campo e coste, dente di leone, misto inseparabili  e pastoncino secco con erba medica, spighe di panico acqua fresca e aggiungo uovo sodo al pastoncino, misto amazzoni, e qualche camola della farina aumentandole man mano che i piccoli crescono; amano molto farsi il bagno nel periodo riproduttivo. Alla nascita i piccoli si presentano rosa e con il passare dei giorni mettono un piumino grigio scuro, poi le canule delle ali di cui si nota subito la colorazione rossa sulle punte. In seguito iniziano ad aprirsi i calami che manifestano il loro verde smeraldo; il becco, piuttosto grosso, inizia a delinearsi in un mese e mezzo due circa.

Allevati a mano sono simpatici e confidenziali anche se, ad esclusione del rodocephala, che è il miglior pyrrhyra da pet, come tutti gli altri del genere non sono particolarmente da compagnia. La maturità sessuale sopraggiunge a un anno e mezzo circa ma è sempre consigliabile aspettare i 2 anni per l’allevamento, sopratutto per le femmine, infatti, man mano che allevano i piccoli diventano sempre più bravi come genitori. Il signor Micheloni riferisce di una coppia che ha allevato un caicco testa nera portandolo fino a 15 -18 gg di età. Le loro imbeccate nel nido sono esemplari, con 5 piccoli, 4 esterni e 1 coperto dagli altri, fanno il gozzo anche al più piccolo cercandolo; tenendoli all’esterno fanno colorazione grigio nera come anello perioftalmico e becco nero grigio scuro mentre all’interno tendono a perdere questa colorazione. Emettono un suono piacevole che assomiglia a quello dei diamanti mandarino amplificato, ma piacevole all’udito. Sono pappagalli rustici e forti ma con un’avvertenza per i giovani che iniziano a mangiare da soli, evitare i semi di girasole e pastoncini con grassi animali perché causano che le penne del corpo tendono a diventare nere facilmente e solo con la muta ritornano del colore  verde smeraldo, dopo di che si possono alimentare con girasole e qualsiasi pastoncino grassato.

I giovani sono alimentati dai genitori per 50 – 60 gg circa, nell’allevamento a mano il periodo è più lungo. Allevati a mano sono ottimi riproduttori e allevatori; bisogna tenere presente che sono pappagalli nervosi e timidi .

Bibliografia:

Arndt (1996), Bond (1955), Chapman (1926), Desenne & Strahl (1994), Evans (1988), Fjeldså & Krabbe (1990), Forshaw (1989), Friedmann (1948), Hilty & Brown (1986), Meyer de Schauensee   (1949), Meyer de Schauensee & Phelps (1978), Ridgely (1981), Ridgely & Gaulin (1980), Ridgely & Robbins (1988), Sick (1993).

NOTE: 1 . Varzea nome brasiliano, sono le foreste alluvionali che creano una vegetazione al di sopra delle acque.

Articolo G. Petrantoni con il contributo di S. Micheloni