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Vanessa Kanaan, e il progetto per la reintroduzione della Amazona vinacea in natura.
Ho avuto occasione di conoscere ed entrare in contatto con la dottoressa Kanaan, in concomitanza alla recente conferenza mondiale ornitologica, tenutasi a Creta, ove la stessa ha illustrato il progetto brasiliano di conservazione nel Parco Nazionale Araucaria, dando così sostegno socio- ambientale necessario in un areale ritenuto originario per la stessa Amazona vinacea.
La dottoressa Vanessa Tavares Kanaan, biologa e psicologa,Phd in Scienze Animali è Direttrice Tecnica dell’Istituto Espaço Silvestre, Membro della Commissione di Specialisti per la Reintroduzione della IUCN-SSC (International Union for Conservaton of Nature), è il propulsore attivo di tutta l’organizzazione.
La specie in argomento risulta minacciata di estinzione sia per la caccia di frodo che per l’abbattimento della foresta e raccolta dei semi di Pino, nella considerazione che è proprio il seme della conifera Araucaria angustifolia, che viene usata per la costruzione del nido e per l’approvvigionamento alimentare.
Per quanto L’Amazona vinacea, è presente in molte aree del Brasile, Paraguay e Argentina è ritenuta essere specie della foresta Atlantica, ed ha una forte associazione con le foreste di Araucaria, si stima che sia in forte declino ovunque ,proprio la causa della frammentazione e riduzione di queste foreste, che ne ha ridotta la presenza. Il Bird Life International stima la popolazione selvatica in circa 3000 individui. (rif.Plano de açào National para a conservaçao dos papagaios da Mata Atlantica n.20 ,pagg 48-55; ICIMBIO, 2011,Brasìlia; il censimento annuale in tutti e tre i paesi indica una popolazione minima in libertà di 3920 soggetti.)
Mentre la popolazione mondiale in cattività (non censibile), supera di gran lunga quella selvatica. Nel passato vi furono moltissime esportazioni verso gli Stati Uniti e l’Europa, tanto da depauperarne in natura la specie. Sebbene nella lista della Convenzione internazionale Cites (I/A), la pressione del prelievo ha iniziato a diminuire solo quando , la riproduzione presso gli allevatori ha iniziato ad avere molto successo. Ora il prezzo è notevolmente diminuito,tanto che la richiesta ha subito una forte flessione di mercato, sino a non essere più di interesse. Sono molto appetiti i pappagalli con una grande estensione di vinaccio al petto e di taglia grande, che vengono selezionati in cattività, pur non di meno ritengo a ragione che l’interesse per questa amazzone è decisamente ridotta, come anche il costo di acquisizione.
La struttura che riceve e riabilita gli uccelli, per il successivo rilascio , si trova a Atajaì ,Santa Catarina, luogo di proprietà della associazione Espaço Silvestre ; anche se altri siti, per una comodità di affiatamento dei gruppi di volo, vengono utilizzati a Florianopolis in una zona appartata della Escola Sarapiquà.
Molti uccelli possono essere monitorati dopo il rilascio attraverso la radio telemetria al fine di poter registrare le vocalizzazioni, effettuare fotografie con personale volontario istruito appositamente , per controllarne lo status di adattamento alla vita selvatica come da programma scientifico.
Tutte queste operazioni sono state possibili grazie all’aiuto di volontari,Partner Istituzionali ,Comuni, donazioni di privati, aziende e con la vendita di gadget fatti a mano dai volontari.
Da precisare che Il Progetto Espaço Silvestre è una istituzione non Governativa, ma una associazione che con le proprie forze e con il progetto in questione usufruisce delle associazioni di ICMBio, IBAMA, Save Brasil/Birdlife International e molte altre importanti associazioni.
Anche un gruppo di allevatori Italiani,( Allevamento del Po Salvatonica; Allevamento Luisa di Alessandria e lo scrivente) si sono offerti di partecipare e collaborare per la reintroduzione.
Sebbene le stime ufficiali del Bird Life, danno un risultato di popolazione ancora ridotta, e quindi non si può dire che sia uscita la specie dalla via di estinzione, lo sforzo e i progetti continueranno per l’incremento di soggetti liberati da catture illegali e riconsegnati alla natura, bisogna augurarsi che di pari passo la pressione umana negativa sugli habitat , si sforzi per dare una maggiore protezione alle foreste evitando di disboscare per dare spazio a mandrie.
Soprattutto i proprietari terrieri dovranno comprendere che è vitale per le Amazzoni potere disporre di siti per nidificare e alimentarsi, e la mancanza di una gestione sostenibile delle foreste rimanenti porta gli stessi allevatori a considerare le foreste native ad essere considerate senza alcun ruolo sulle loro proprietà. Questo lento ma progressivo uso da parte di mandrie porta inoltre alla non rigenerazione naturale della foresta, per un terreno non certo fertile.
Articolo e foto Petrantoni Guglielmo
www.pappagallienonsolo.it
Il pappagallo cenerino (Psittacus erithacus) è transitato ufficialmente in allegato 1/A della Convenzione, riserva notizie di dettaglio alla pubblicazione sulla Gazzetta della C.E.
La funzione moderna dei giardini zoologici
I giardini zoologici, nel corso degli anni, sono decisamente cambiati evolvendo con modalità che si sono moltissimo staccate dalle proprie origini. I primi zoo nacquero, infatti, come luoghi d’esposizione di animali strani o feroci con lo scopo di attrarre, sbalordendo, i visitatori (un po’ come i circhi del passato che esponevano esseri umani con caratteristiche fisiche bizzarre). Inoltre venivano commessi gravi errori nell’informazione del pubblico; si narra che i primi gorilla (Gorilla gorilla) venissero descritti come animali solitari e carnivori, mentre sono l’esatto opposto: vegetariani e dalla vita sociale molto complessa ! Al giorno d’oggi, i giardini zoologici, hanno sviluppato funzioni educative analoghe a quelle dei Musei di Storia Naturale e dei programmi televisivi scientifici più avanzati. I giardini zoologici, particolarmente nei giovani , possono suscitare quell’ interesse che alimenta conoscenza e amore verso gli animali visti concretamente e direttamente dal vero. Anche negli adulti, le informazioni acquisite durante la visita allo zoo, possono far comprendere e desiderare di partecipare a progetti di conservazione. Gli obiettivi più nobili dei giardini zoologici moderni sono quindi quelli di contribuire alla diffusione della conoscenza naturalistica ed ambientale, alla ricerca scientifica ed alla conservazione della biodiversità. Indubbiamente, l’animale vivo, stimolando la curiosità del visitatore, invoglia a conoscerlo meglio consultando internet e/o libri specifici per approfondire i vari aspetti ambientali, biologici e comportamentali dello stesso. Ecco che gli animali degli zoo sono degli ambasciatori che consentono di sviluppare aspetti di ecologia, geografia, naturalistici ecc e che pongono l’attenzione su problematiche ambientali e di salvaguardia delle specie ospitate.
Ad esempio, vedere la tigre (Panthera tigris) da vicino, come si muove, come vocalizza può sensibilizzare il pubblico sulle problematiche della sua sopravvivenza in natura. In alcuni casi inoltre il ruolo dei parchi diventa prezioso per salvare una specie dall’estinzione. Certo è utopico pensare che leoni (Panthera leo) nati in cattività possano essere liberati in natura , le complicazioni sarebbero troppe. Ma dipende dal tipo di animale; per quanto riguarda il leone, questo si riproduce abbastanza bene in cattività ed ha più senso che il pubblico impari a conoscerlo in un parco per poi sostenere una raccolta fondi per salvare la specie selvatica in Africa. Se il leone nato in cattività fosse liberato probabilmente non sopravvivrebbe; è un animale che per cacciare ha bisogno di esperienza e fargliela acquisire in cattività è quasi impossibile. Inoltre il leone è un animale sociale che deve nascere e crescere in un contesto di gruppo per acquisire le relazioni gerarchiche. Riportandolo nell’ambiente naturale potrebbero anche diffondersi malattie assenti in natura. Senza dimenticare l’aspetto pratico: non è facile spostare un leone da un continente all’altro. Certo, qualora un domani il leone diventasse un animale rarissimo , le strutture zoologiche potrebbero coordinarsi per organizzare il suo reinserimento in natura.
Per altre specie ci sono meno problemi; il Parco Faunistico le Cornelle ha collaborato ad un reinserimento in natura donando delle Orici dalle corna a sciabola (Oryx dammah), una specie africana che si era praticamente estinta. L’orice è un animale che non deve acquisire nessuna tecnica di caccia ma solo capire in quali luoghi procurarsi il cibo. Già vecchi zoo, particolarmente in anticipo con i tempi, sono stati fondamentali per salvare dall’estinzione alcune specie, come il bisonte Europeo (Bison bonasus). Ai primi del Novecento ne esistevano esclusivamente 20/30 esemplari allo zoo di Berlino Est, mentre in natura era estinto. E’ da quel primo nucleo di Berlino che provengono tutti gli attuali esemplari. Da alcuni anni i giardini zoologici italiani sono stati finalmente “licenziati”, nel senso che è stata data loro un’identità grazie a riconoscimenti ufficiali di strutture idonee per la gestione di determinate specie. Tali zoo moderni devono garantire il benessere degli animali che ospitano a tutti i livelli, anche da un punto di vista psico-fisico arricchendo gli ambienti dove vivono e fornendo stimoli di varia natura (cibo nascosto, stimoli olfattivi come spezie, giochi per dirne alcuni) per tenere gli animali attivi ed in buona salute. Anche la presenza veterinaria, per ogni evenienza, deve essere garantita in modo costante. Un grande sviluppo ha avuto anche l’architettura dei reparti che mimano sempre più gli ambienti naturali di provenienza delle specie ospitate oppure la grafica dei cartelloni didattico-esplicativi che forniscono le informazioni riguardanti ogni singola specie. A livello europeo, i giardini zoologici più moderni, sono entrati a far parte dell’associazione EAZA (associazione europea degli zoo ed acquari). All’interno di questa associazione decade l’aspetto commerciale legato alla compravendita di animali; questi entrano a far parte di un circuito in cui, per ogni specie particolarmente rara, si fa riferimento ad uno specifico coordinatore che tiene sotto controllo e gestisce lo stato della specie in cattività. E’ lui che decide i vari spostamenti degli animali e la strategia riproduttiva in modo che le linee di sangue siano funzionali alla conservazione della specie.
Strutture zoologiche molto avanzate si trovano nel Nord Europa. I migliori parchi sono in Olanda, Belgio, Germania, Francia ed anche Inghilterra. Negli ultimi anni c’è stato un interessante sviluppo nei paesi dell’Est Europa.
Negli ultimi tempi è aumentata l’attenzione e partecipazione da parte dei visitatori tanto che fanno spesso delle segnalazioni; per esempio se vedono degli animali stesi al sole temono che stiano male e richiamano l’attenzione del personale. Una domanda che fanno frequentemente è se gli animali vengono sedati per apparire così calmi; certamente non è così, ed io faccio loro l’esempio del gatto (Felis silvestris catus)che dorme moltissimo, proprio come il leone o la tigre.
I ragazzi sono estremamente preparati già a cinque-dieci anni, probabilmente perché guardano documentari e si informano su internet, ma ci sono ancora persone che pensano che tutto sia concesso e assumono atteggiamenti stupidi nei confronti degli animali (li scimmiottano, urlano, battono sui vetri di protezione). Nei parchi del Nord Europa il pubblico è molto consapevole tanto che se vedono comportamenti poco edificanti da parte di qualcuno intervengono direttamente, senza bisogno di chiamare un addetto del parco. Culturalmente noi siamo un po’ “latini”.
Parlando di “animalismo” personalmente sono contrario agli estremismi e ritengo sia importante mantenere un approccio culturale scientifico; l’amore per gli animali non può giustificare qualsiasi cosa , occorre valutare le conseguenze delle diverse azioni. Pensiamo ad esempio alle azioni di liberazione del visone americano (Neovison vison) in territorio europeo: chi le ha fatte non ha valutato che ha condannato a morte tutta una serie di animali autoctoni alterando delicati equilibri naturali e modificando fragili habitat rischiando di avviare disastri ecologici.
Che la conoscenza scientifica sia fondamentale l’abbiamo visto anche nel caso dell’invasione dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), portato in Europa dall’America; quello che poteva sembrare un simpatico animaletto sta causando la scomparsa dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), la specie autoctona. In Italia il problema è inferiore rispetto ad altri paesi europei, come l’Inghilterra, ma anni fa lo scoiattolo grigio ha iniziato a diffondersi anche in Piemonte arrecando gravi danni ai noccioleti delle Langhe dove si concentra la maggior parte della produzione piemontese di nocciole. Si propose di intervenire per eradicare la specie aliena ma ci si fermò davanti ad una sollevazione popolare che pur di non far abbattere la specie estranea condannò indirettamente, ma ancora più crudelmente, il più piccolo e meno aggressivo scoiattolo europeo. Per la cronaca, in Inghilterra, negli ultimi ambienti ancora “buoni” per lo scoiattolo rosso, lo scoiattolo grigio viene eliminato usando trappole di cattura più successiva soppressione e ciò rappresenta una corretta gestione conservazionistica. L’uomo ha occupato pesantemente tutti gli ambienti della terra ed ha il dovere etico e morale di gestire le risorse, anche naturali, del pianeta per le generazioni future e quindi per la sopravvivenza propria e degli altri esseri viventi.
Davide Guadagnini
Brevi note sulla normativa olandese che indirettamente limita l’allevamento ‘allo stecco’ dei pappagalli.
1 Il Besluit scheiden van dieren del 25 gennaio 1996.
Tanto in Italia, quanto sulla stampa specializzata straniera viene sovente menzionata una riforma normativa olandese che vieterebbe l’allevamento ‘allo stecco’ dei pappagalli. I richiami appaiono tuttavia assai generici, indeterminati e finanche anodini, rendendo quindi opportuno meglio specificare quale sia la fonte normativa e che cosa preveda nel dettaglio.
Più che procedere ad interdire direttamente la pratica, il diritto olandese perviene al medesimo risultato attraverso l’estensione di una previsione già introdotta per differenti specie.
Occorre premettere che la disciplina sulla tutela degli animali è stata oggetto di ampia revisione da parte dell’Olanda: il 19 maggio 2011 venne approvato il testo unico relativo agli animali in cattività ed alle materie correlate, definito Wet dieren, ossia Legge sugli Animali-Animal Act.
In precedenza era vigente il Gezondheids – en welzijnswet voor dieren del 24 settembre 1992, ossia la legge sulla salute ed il benessere degli animali (in gran parte abrogato, ma parzialmente ancora in vigore) e proprio in forza degli abrogati artt. 35 e 39 della prefata legge il 25 gennaio 1996 fu adottato il Besluit scheiden van dieren, ossia il Regio decreto sulla separazione degli animali dalla madre. Regolamento che rimase in vigore dal primo settembre 1996 al 30 giugno 2014.
Una più compiuta (e meno tautologica) definizione di separazione o, recte, dei criteri attraverso i quali si è addivenuti alla individuazione degli specifici periodi prima dei quali non possa procedersi alla separazione medesima può trovarsi nella relazione al decreto, pubblicata nella Gazzetta ufficiale olandese, che al paragrafo terzo specifica: “Si è al corrente del fatto che gli animali in cattività possano venire separati più precocemente rispetto a quelli in natura, tuttavia l’allevamento è legato a ragioni commerciali e finanziarie […] si verificano inaccettabili conseguenze per il benessere degli animali sia per i giovani sia per quelli più anziani. La rottura del rapporto tra genitore e prole limita il comportamento naturale e costituisce una violazione dei valori intrinseci all’animale”. Principi che si auspica, in futuro, verranno fatti propri anche dal legislatore italiano.
“L’animale giovane deve alimentarsi autonomamente e digerire autonomamente, di talché la separazione dal genitore non porti a malattia o morte;
-il sistema immunitario dell’animale deve essere in grado di produrre da sé gli anticorpi ed in misura tale che separando il piccolo dal genitore ciò non comporti malattia o morte;
-il giovane animale deve essere in grado di sviluppare un comportamento tale che la separazione dai genitori non lo conduca, sul lungo termine, a stress, tensione o problemi comportamentali;
–la sofferenza che l’animale più anziano prova non sia tale da condurre a fenomeni di stress a lungo termine, o disturbi fisiologici, immunologici o di comportamento”
Tale decreto si applicava ai cani, gatti, conigli e scimmie, scimpanzé, scimmie Rhesus, al Macaca arctoides, Macaca fascicularis, alle marmosette (Cebuella e Callitrix), le scimmie Aotus, ed i Saimiri.
Su queste ultime scimmie sia consentita una breve diversione. In olandese vengono dette Doodshoofdapp, ossia scimmie testa di morto, come pure in tedesco (Totenkopfaffen) ed in danese (Dødningehovedaber); mentre in inglese, italiano (e anche in ungherese Mókusmajomformák). La particolarità del nome si deve al disegno facciale dei Saimiri, che in effetti ricorda un cranio; si diffonde ampiamente sopra la pratica della collezione dei cranii, anche da parte degli europei, una recente pubblicazione F. Larson, Severed: A History of Heads Lost and Heads Found, anche in italiano presso UTET, F. Larson, Teste mozze, Storie di decapitazioni, reliquie, trofei, souvenir e crani illustri e l’attribuzione di questo nome alla scimmia si iscrive probabilmente nell’alveo di questa fascinazione da parte del viaggiatore ottocentesco per i cranii. Il nome Saimiri in lingua Tupi significa nient’altro che piccola (mirim) scimmia (sai), il che riporta ad un’errata etimologia del Kakariki, che in maori starebbe per piccolo pappagallo, mentre in realtà significa pappagallo verde, derivando dal verbo kakariki che significa per l’appunto ‘essere verde’
Secondo Humboldt la particolare mimica facciale di questa specie di scimmia era lo specchio delle impressioni e dei sentimenti che prova; addirittura egli osservò che queste scimmie guardavano con estrema attenzione la bocca delle persone nell’atto di parlare ed al contempo muovevano bocca e denti per imitazione.
Per chi volesse leggerne l’originale, si trova riprodotto qui: http://faolex.fao.org/docs/pdf/net9039.pdf
“Voor die regels zijn de volgende criteria gehanteerd:
– Het jonge dier moet zelfstandig in zo’n mate voedsel kunnen opnemen en op zodanige wijze zelf kunnen verteren dat het scheiden van het ouderdier niet leidt tot ziekte of sterfte;
– Het afweersysteem van het jonge dier moet zodanig zijn ontwikkeld dat het zelf in zodanige mate afweerstoffen kan aanmaken dat het scheiden van het ouderdier niet leidt tot ziekte of sterfte;
– Het jonge dier moet een zodanig gedrag kunnen ontwikkelen dat het scheiden van het ouderdier niet leidt tot langdurige spanning, stress of gedragsproblemen;
– Het leed dat het ouderdier als gevolg van het scheiden ondervindt mag niet zodanig zijn dat het leidt tot langdurige stressverschijnselen of verstoring van fysiologie, immunologie of gedrag”.
J. C. Moorfield, in The Aka, Maori-English, English-Maori Dictionary, riporta questo esempio sub v. Kakariki “I te ngutu o te awa o Hamurana ka tau tō mātou tima, ka haere mā uta, ka mātakitaki ki te āhua o tēnā awa, purata tonu, kākāriki ana (TP 1/12/1901:10)” “Alla foce del torrente Hamurana il nostro battello attraccò e noi scendemmo a terra, ammirando l’aspetto di quella corrente, che era chiaro e verde (kakariki)”. Inoltre il medesimo lemma indica una specie di melone e dei gechi verdi, Naultinus sp.
Tornando al diritto olandese, l’articolo 2 del citato decreto prevedeva che per separazione si dovesse intendere la separazione dell’animale di una delle specie indicate dal genitore, prima che fosse stata raggiunta l’età indicata all’art. 3 per le differenti specie, “a meno che ciò sia reso necessario in considerazione della salute o del benessere degli animali o dell’animale più vecchio”. L’articolo tre indicava nel dettaglio le differenti età dopo le quali sarebbe potuta avvenire la separazione, distinguendo a seconda del fatto che gli animali fossero separati puramente o semplicemente, ovvero separati e posti in gruppi di conspecifici (in questo caso i periodi imposti conoscevano una sensibile riduzione, ad esempio per lo scimpanzé si passava da quattro ad un anno). Ovviamente non era ammesso un transito strumentale alla elusione del periodo più lungo: per separare gli animali dal gruppo occorreva che si raggiungesse la stessa età prevista per gli animali non posti in gruppo.
Il Regio decreto non disponeva alcunché a proposito degli uccelli.
- 2. Il Besluit houders van dieren del 5 giugno 2014.
Ecco che si giunge alla riforma del 2011, il Wet dieren, L’art. 2.2, comma settimo dispone: “Het is verboden dieren behorende tot bij algemene maatregel van bestuur aangewezen diersoorten of diercategorieën van het ouderdier te scheiden voordat die dieren een bij die maatregel vastgestelde leeftijd hebben bereikt” che significa: “È vietato separare dai riproduttori animali appartenenti ad alcune specie o categorie che siano state determinate con regolamento, prima che essi abbiano raggiunta l’età stabilita da tale atto”. L’art. 2.2, comma 10, lett C n. 2) rimanda quindi al previsto decreto l’approvazione delle norme relative alla separazione degli animali dai genitori a seconda dell’età, del sesso o della specie.
Il 5 giugno 2014 viene approvato il Regio decreto Besluit houders van dieren, ossia relativo alla detenzione degli animali, entrato in vigore il 15 settembre 2015, anche in attuazione di una serie di direttive comunitarie e della Convenzione europea per la protezione degli animali di piccola taglia.
L’articolo 1.20, comma primo lett. d) del Decreto, in attuazione dell’art. 2.2, comma settimo della Legge Wet dieren (cfr. altresì l’art. 1.19 che specifica come l’articolo della legge testé citato si applichi ai pappagalli) per l’età dei pappagalli rinvia all’allegato I del decreto stesso. Si noti che per i pappagalli non è previsto che gli animali possano venire separati in età più precoce, qualora vengano alloggiati in gruppo con i conspecifici. L’art. 1.20, comma quarto, inserisce una deroga all’art. 2.2., comma settimo, della Legge Wet dieren: se il titolare può dimostrare che la separazione è necessaria per la salute ed il benessere degli animali o dell’animale più vecchio il divieto non si applica (“Artikel 2.2, zevende lid, van de wet, is niet van toepassing indien de houder aannemelijk kan maken dat het scheiden van een dier van het ouderdier noodzakelijk is met het oog op de gezondheid en het welzijn van het dier of het ouderdier”). Ovviamente l’onere di provare la ricorrenza del presupposto per la applicazione della deroga incombe sul detentore (houder: titolare) dell’animale, quindi su chi lo sta in quel momento alimentando. Ovviamente non saranno sufficienti mere dichiarazioni di ‘inidoneità dei genitori’ o di non meglio specificata ‘necessità’, ma si riserva un approfondimento sulle concrete applicazioni date al divieto. Sicuramente l’allevamento su larga scala di pappagalli “pet”, grazie a questa normativa, non è più ammissibile. Qualora l’animale fosse già stato ceduto, nell’ipotesi di mancato raggiungimento della prova richiesta, ne risponderanno in concorso l’alienante e l’acquirente.
Venendo all’aspetto sanzionatorio, l’art. 8.11, comma primo della legge Wet dieren dispone tra l’altro che i comportamenti in contrasto con l’art. 2.2, comma settimo, sono puniti con la pena della reclusione fino a tre anni o con la multa di quarta categoria (ossia nell’importo massimo di 20.250 euro, cfr. art. 23, comma quarto ed art. 27, comma quarto del codice penale; per i minorenni tra i dodici ed i diciotto anni il massimo della multa è pari a 3.900 euro).
Si riporta la tabella di cui al menzionato allegato I, che prevede, specie per specie, l’età in giorni dopo la quale il pullus può venire legittimamente separato dai genitori.
Nederlandse naam | Wetenschappelijke naam | Scheidingsleeftijd in dagen |
Alexanderparkiet | Psittacula alexandri | 70 |
Amazoneparkiet | Nannopsittaca dachilleae | 52 |
Andespapegaai | Hapalopsittaca amazonina | 70 |
Andesparkiet | Bolborhynchus orbygnesius | 56 |
Araparkiet | Rhynchopsitta pachyrhyncha | 77 |
Australische Koningsparkiet | Alisterus scapularis | 60 |
Aymaraparkiet | Psilopsiagon aymara | 57 |
Barrabandparkiet | Polytelis swainsonii | 52 |
Barrabands Papegaai | Pyrilia barrabandi | 54 |
Berglori | Oreopsittacus arfaki | 59 |
Bergvlagstaartpapegaai | Prioniturus montanus | 71 |
Biakregenbooglori | Trichoglossus rosenbergii | 83 |
Biakspechtpapegaai | Micropsitta geelvinkiana | 60 |
Bismarckvleermuisparkiet | Loriculus tener | 46 |
Blauwbaardamazone | Amazona festiva | 89 |
Blauwe Muspapegaai | Forpus coelestis | 46 |
Blauw-gele Ara | Ara ararauna | 139 |
Blauwgestreepte Lori | Eos reticulata | 95 |
Blauwgrijze Ara | Anodorhynchus glaucus | 146 |
Blauwhalspapegaai | Geoffroyus simplex | 75 |
Blauwkaplori | Vini australis | 75 |
Blauwkapvlagstaartpapegaai | Prioniturus discurus | 73 |
Blauwkeelara | Ara glaucogularis | 140 |
Blauwkeelparkiet | Pyrrhura cruentata | 72 |
Blauwkopara | Primolius couloni | 103 |
Blauwkoparatinga | Thectocercus acuticaudatus | 74 |
Blauwkroontje | Loriculus galgulus | 46 |
Blauwnekpapegaai | Tanygnathus lucionensis | 86 |
Blauwoogkaketoe | Cacatua ophthalmica | 102 |
Blauwoorlori | Eos semilarvata | 91 |
Blauwrugpapegaai | Psittinus cyanurus | 58 |
Blauwvleugelparkiet | Neophema chrysostoma | 45 |
Blauwvoorhoofdamazone | Amazona aestiva | 89 |
Blauwwangamazone | Amazona dufresniana | 88 |
Bleekkoprosella | Platycercus adscitus | 53 |
Bloesemkopparkiet | Psittacula roseata | 69 |
Blyths Parkiet | Psittacula caniceps | 71 |
Bonte Boertje | Poicephalus senegalus | 79 |
Bonte Parkiet | Pyrrhura picta | 68 |
Borstelkoppapegaai | Psittrichas fulgidus | 123 |
Bourkes Parkiet | Neopsephotus bourkii | 42 |
Brehms Tijgerparkiet | Psittacella brehmii | 70 |
Bronsvleugelmargrietje | Pionus chalcopterus | 78 |
Bruijns Spechtpapegaai | Micropsitta bruijnii | 60 |
Bruin Margrietje | Pionus fuscus | 80 |
Bruinborstparkiet | Pyrrhura calliptera | 71 |
Bruine Raafkaketoe | Calyptorhynchus lathami | 171 |
Bruinkoppapegaai | Poicephalus cryptoxanthus | 80 |
Bruinkoptijgerparkiet | Psittacella picta | 65 |
Bruinnekpapegaai | Poicephalus fuscicollis | 82 |
Bruinoorparkiet | Pyrrhura frontalis | 69 |
Bruinrugpapegaai | Touit melanonotus | 58 |
Bruinschouderpapegaai | Touit stictopterus | 57 |
Buffons Ara | Ara ambiguus | 133 |
Burulori | Charmosyna toxopei | 66 |
Buruvlagstaartpapegaai | Prioniturus mada | 72 |
Cactusparkiet | Eupsittula cactorum | 60 |
Caicapapegaai | Pyrilia caica | 58 |
Camiguinvleermuisparkiet | Loriculus camiguinensis | 52 |
Cassins Vlagstaartpapegaai | Prioniturus flavicans | 72 |
Ceylonese Vleermuisparkiet | Loriculus beryllinus | 47 |
Chiririparkiet | Brotogeris chiriri | 72 |
Citroenparkiet | Psilopsiagon aurifrons | 60 |
Congopapegaai | Poicephalus gulielmi | 81 |
Costaricaanse Papegaai | Touit costaricensis | 57 |
Cuba-amazone | Amazona leucocephala | 88 |
Cubaanse Aratinga | Psittacara euops | 59 |
Desmarests Vijgpapegaai | Psittaculirostris desmarestii | 69 |
Devilles Parkiet | Pyrrhura devillei | 70 |
Diadeemlori | Eos histrio | 92 |
Dikbekpapegaai | Tanygnathus megalorynchos | 90 |
Dubbeloogvijgpapegaai | Cyclopsitta diophthalma | 58 |
Ducorps’ Kaketoe | Cacatua ducorpsii | 97 |
Duyvenbodes Lori | Chalcopsitta duivenbodei | 83 |
Dwergara | Ara severus | 132 |
Dwerglori | Glossopsitta pusilla | 66 |
Dwergvleermuisparkiet | Loriculus pusillus | 46 |
Ecuadoraratinga | Psittacara erythrogenys | 59 |
Edelpapegaai | Eclectus roratus | 116 |
Edwards’ Vijgpapegaai | Psittaculirostris edwardsii | 68 |
El-Oroparkiet | Pyrrhura orcesi | 70 |
Filippijnse Kaketoe | Cacatua haematuropygia | 97 |
Filippijnse Vleermuisparkiet | Loriculus philippensis | 46 |
Finsch’ Amazone | Amazona finschi | 89 |
Finsch’ Aratinga | Psittacara finschi | 59 |
Finsch’ Parkiet | Psittacula finschii | 69 |
Finsch’ Spechtpapegaai | Micropsitta finschii | 60 |
Fischers Agapornis | Agapornis fischeri | 54 |
Floresregenbooglori | Trichoglossus weberi | 74 |
Floresvleermuisparkiet | Loriculus flosculus | 52 |
Forstens Regenbooglori | Trichoglossus forsteni | 80 |
Fuertes’ Andespapegaai | Hapalopsittaca fuertesi | 72 |
Gebrilde Muspapegaai | Forpus conspicillatus | 46 |
Geelbuikamazone | Alipiopsitta xanthops | 80 |
Geelbuikrosella | Platycercus caledonicus | 53 |
Geelgroene Lori | Trichoglossus flavoviridis | 76 |
Geelkapspechtpapegaai | Micropsitta keiensis | 60 |
Geelkopamazone | Amazona oratrix | 91 |
Geelkoplori | Trichoglossus euteles | 76 |
Geelmaskerpapegaai | Poicephalus flavifrons | 74 |
Geelnekamazone | Amazona auropalliata | 91 |
Geelnekara | Primolius auricollis | 99 |
Geeloograafkaketoe | Calyptorhynchus funereus | 173 |
Geeloorparkiet | Ognorhynchus icterotis | 77 |
Geelschouderparkiet | Psephotus chrysopterygius | 47 |
Geelsnavelamazone | Amazona collaria | 88 |
Geelsnavellori | Lorius chlorocercus | 81 |
Geelteugelamazone | Amazona xantholora | 83 |
Geelvleugelamazone | Amazona barbadensis | 89 |
Geelvleugelara | Ara macao | 140 |
Geelvoorhoofdamazone | Amazona ochrocephala | 89 |
Geelvoorhoofdkarakiri | Cyanoramphus auriceps | 48 |
Geelwangamazone | Amazona autumnalis | 85 |
Geelwangmuspapegaai | Forpus xanthops | 47 |
Gekraagde Lori | Phigys solitarius | 77 |
Gierpapegaai | Pyrilia vulturina | 58 |
Goffins Kaketoe | Cacatua goffiniana | 98 |
Goudkaparatinga | Aratinga auricapillus | 66 |
Goudparkiet | Guaruba guarouba | 78 |
Goudpluimparkiet | Leptosittaca branickii | 72 |
Goudrugvlagstaartpapegaai | Prioniturus platurus | 75 |
Goudstaartpapegaai | Touit surdus | 58 |
Goudvoorhoofdparkiet | Eupsittula aurea | 61 |
Grasparkiet | Melopsittacus undulatus | 43 |
Grijsborstparkiet | Pyrrhura griseipectus | 67 |
Grijskopagapornis | Agapornis canus | 54 |
Grijskopmargrietje | Pionus seniloides | 78 |
Grijskopparkiet | Psittacula himalayana | 67 |
Grijze Roodstaartpapegaai | Psittacus erithacus | 103 |
Groene Aratinga | Psittacara holochlorus | 60 |
Groene Karakiri | Cyanoramphus unicolor | 49 |
Groene Muspapegaai | Forpus passerinus | 46 |
Groene Vlagstaartpapegaai | Prioniturus luconensis | 72 |
Groene Vleermuisparkiet | Loriculus exilis | 47 |
Groenvleugelara | Ara chloropterus | 139 |
Groenvleugelkoningsparkiet | Alisterus chloropterus | 64 |
Groenwangamazone | Amazona viridigenalis | 90 |
Groenwangparkiet | Pyrrhura molinae | 68 |
Grote Alexanderparkiet | Psittacula eupatria | 71 |
Grote Amazone | Amazona farinosa | 89 |
Grote Araparkiet | Rhynchopsitta terrisi | 74 |
Grote Geelkuifkaketoe | Cacatua galerita | 102 |
Grote Vasapapegaai | Coracopsis vasa | 53 |
Guiabero | Bolbopsittacus lunulatus | 108 |
Halsbandparkiet | Psittacula krameri | 68 |
Hellmayrs Parkiet | Pyrrhura amazonum | 68 |
Helmkaketoe | Callocephalon fimbriatum | 86 |
Hemelsblauwe Lori | Vini ultramarina | 74 |
Hertoginnenlori | Charmosyna margarethae | 65 |
Hispaniola-amazone | Amazona ventralis | 88 |
Hispaniola-aratinga | Psittacara chloropterus | 60 |
Hoffmanns Parkiet | Pyrrhura hoffmanni | 73 |
Holenparkiet | Cyanoliseus patagonus | 94 |
Honinglori | Charmosyna multistriata | 66 |
Hoornparkiet | Eunymphicus cornutus | 64 |
Hyacinthara | Anodorhynchus hyacinthinus | 178 |
Illigers Ara | Primolius maracana | 100 |
Incakaketoe | Lophochroa leadbeateri | 108 |
Indische Vleermuisparkiet | Loriculus vernalis | 46 |
Irislori | Psitteuteles iris | 69 |
Ivooraratinga | Eupsittula canicularis | 60 |
Jamaica-amazone | Amazona agilis | 85 |
Jendayaparkiet | Aratinga jandaya | 68 |
Johnstones Lori | Trichoglossus johnstoniae | 66 |
Josephines Lori | Charmosyna josefinae | 67 |
Kaalkoppapegaai | Pyrilia aurantiocephala | 58 |
Kaapse Papegaai | Poicephalus robustus | 81 |
Kaka | Nestor meridionalis | 113 |
Kakapo | Strigops habroptila | 171 |
Kandavuparkiet | Prosopeia splendens | 82 |
Kapparkiet | Psephotus dissimilis | 47 |
Kardinaallori | Chalcopsitta cardinalis | 83 |
Karmozijnbuikparkiet | Pyrrhura perlata | 70 |
Katharinaparkiet | Bolborhynchus lineola | 55 |
Kawalls Amazone | Amazona kawalli | 84 |
Kea | Nestor notabilis | 118 |
Keizeramazone | Amazona imperialis | 85 |
Kleine Geelkuifkaketoe | Cacatua sulphurea | 99 |
Kleine Tijgerparkiet | Psittacella modesta | 64 |
Kleine Vasapapegaai | Coracopsis nigra | 50 |
Kobaltvleugelparkiet | Brotogeris cyanoptera | 73 |
Kortsnavelraafkaketoe | Calyptorhynchus latirostris | 165 |
Kortstaartpapegaai | Graydidascalus brachyurus | 75 |
Kraagpapegaai | Deroptyus accipitrinus | 96 |
Kuhls Lori | Vini kuhlii | 72 |
Langsnavelparkiet | Enicognathus leptorhynchus | 77 |
Langsnavelraafkaketoe | Calyptorhynchus baudinii | 171 |
Langstaartparkiet | Psittacula longicauda | 69 |
Lears Ara | Anodorhynchus leari | 174 |
Lord Derby’s Parkiet | Psittacula derbiana | 73 |
Lori van de Blauwe Bergen | Trichoglossus moluccanus | 81 |
Maïsparkiet | Eupsittula pertinax | 60 |
Madarasz’ Tijgerparkiet | Psittacella madaraszi | 58 |
Magelhaenparkiet | Enicognathus ferrugineus | 74 |
Malabarparkiet | Psittacula columboides | 63 |
Maria-amazone | Amazona tresmariae | 84 |
Maskerparkiet | Prosopeia personata | 79 |
Mauritiusparkiet | Psittacula eques | 74 |
Maximiliaanmargrietje | Pionus maximiliani | 79 |
Meeks Lori | Charmosyna meeki | 65 |
Meeks Spechtpapegaai | Micropsitta meeki | 62 |
Mexicaanse Muspapegaai | Forpus cyanopygius | 46 |
Meyers Papegaai | Poicephalus meyeri | 77 |
Mindanaovlagstaartpapegaai | Prioniturus waterstradti | 72 |
Molukkenkaketoe | Cacatua moluccensis | 108 |
Molukkenlori | Lorius garrulus | 81 |
Molukse Koningsparkiet | Alisterus amboinensis | 69 |
Molukse Vleermuisparkiet | Loriculus amabilis | 46 |
Monniksparkiet | Myiopsitta monachus | 63 |
Müllers Papegaai | Tanygnathus sumatranus | 89 |
Muskusparkiet | Glossopsitta concinna | 67 |
Musschenbroeks Lori | Neopsittacus musschenbroekii | 70 |
Naaktoogkaketoe | Cacatua sanguinea | 94 |
Nachtpapegaai | Pezoporus occidentalis | 72 |
Nandayparkiet | Aratinga nenday | 68 |
Niam-Niampapegaai | Poicephalus crassus | 74 |
Nyasa-agapornis | Agapornis lilianae | 55 |
Olijfkeelaratinga | Eupsittula nana | 61 |
Oostelijke Grondpapegaai | Pezoporus wallicus | 38 |
Oostelijke Langsnavelkaketoe | Cacatua pastinator | 95 |
Oranjeborstvijgpapegaai | Cyclopsitta gulielmitertii | 56 |
Oranjebuikparkiet | Neophema chrysogaster | 46 |
Oranjevleugelamazone | Amazona amazonica | 89 |
Oranjevleugelparkiet | Brotogeris chrysoptera | 71 |
Oranjevoorhoofdkarakiri | Cyanoramphus malherbi | 48 |
Ornaatlori | Trichoglossus ornatus | 80 |
Ouvéahoornparkiet | Eunymphicus uvaeensis | 67 |
Paarsbuikparkiet | Triclaria malachitacea | 69 |
Paarsstaartpapegaai | Touit purpuratus | 57 |
Pacifische Aratinga | Psittacara strenuus | 60 |
Palawanvlagstaartpapegaai | Prioniturus platenae | 72 |
Palmlori | Charmosyna palmarum | 65 |
Papoealori | Charmosyna papou | 68 |
Paradijsparkiet | Psephotus pulcherrimus | 47 |
Parelparkiet | Pyrrhura lepida | 70 |
Pennantrosella | Platycercus elegans | 54 |
Perzikkopagapornis | Agapornis roseicollis | 55 |
Pfrimers Parkiet | Pyrrhura pfrimeri | 69 |
Pompadourparkiet | Prosopeia tabuensis | 83 |
Ponapélori | Trichoglossus rubiginosus | 66 |
Port-Lincolnparkiet | Barnardius zonarius | 56 |
Prachtlori | Charmosyna placentis | 63 |
Prachtparkiet | Neophema elegans | 45 |
Prachtrosella | Platycercus eximius | 53 |
Prins Lucians Parkiet | Pyrrhura lucianii | 69 |
Prinses-van-Walesparkiet | Polytelis alexandrae | 48 |
Pruimkopmargrietje | Pionus tumultuosus | 78 |
Pruimkopparkiet | Psittacula cyanocephala | 68 |
Puertoricaanse Amazone | Amazona vittata | 89 |
Purperbuiklori | Lorius hypoinochrous | 83 |
Purperkaplori | Glossopsitta porphyrocephala | 71 |
Raiateakarakiri | Cyanoramphus ulietanus | 52 |
Regenbooglori | Trichoglossus haematodus | 78 |
Regenboogparkiet | Psephotus varius | 45 |
Regentparkiet | Polytelis anthopeplus | 53 |
Reischeks Karakiri | Cyanoramphus hochstetteri | 49 |
Rode Lori | Eos bornea | 89 |
Roodbrilamazone | Amazona pretrei | 84 |
Roodbuikara | Orthopsittaca manilatus | 94 |
Roodbuikpapegaai | Poicephalus rufiventris | 77 |
Roodbuikparkiet | Northiella haematogaster | 50 |
Roodgevlekte Lori | Charmosyna rubronotata | 64 |
Roodhalsregenbooglori | Trichoglossus rubritorquis | 78 |
Roodkappapegaai | Pionopsitta pileata | 71 |
Roodkapparkiet | Purpureicephalus spurius | 52 |
Roodkeelamazone | Amazona arausiaca | 93 |
Roodkeelaratinga | Psittacara rubritorquis | 59 |
Roodkinlori | Charmosyna rubrigularis | 64 |
Roodkopparkiet | Pyrrhura rhodocephala | 71 |
Roodkroontje | Loriculus stigmatus | 46 |
Roodkruinamazone | Amazona rhodocorytha | 84 |
Roodkruinparkiet | Pyrrhura roseifrons | 68 |
Roodmaskeragapornis | Agapornis pullarius | 56 |
Roodmaskeraratinga | Psittacara mitratus | 62 |
Roodoorpapegaai | Pyrilia haematotis | 58 |
Roodoorparkiet | Pyrrhura hoematotis | 71 |
Roodrugparkiet | Psephotus haematonotus | 46 |
Roodschouderara | Diopsittaca nobilis | 77 |
Roodschouderpapegaai | Touit huetii | 57 |
Roodschouderparkiet | Pyrrhura egregia | 69 |
Roodsnavelmargrietje | Pionus sordidus | 79 |
Roodstaartamazone | Amazona brasiliensis | 86 |
Roodstaartraafkaketoe | Calyptorhynchus banksii | 172 |
Roodvleugelpapegaai | Touit dilectissimus | 57 |
Roodvleugelparkiet | Aprosmictus erythropterus | 55 |
Roodvoorhoofdkarakiri | Cyanoramphus novaezelandiae | 48 |
Roodwangara | Ara rubrogenys | 131 |
Roodwangpapegaai | Geoffroyus geoffroyi | 73 |
Rotsparkiet | Neophema petrophila | 45 |
Roze Kaketoe | Eolophus roseicapilla | 92 |
Rozewangpapegaai | Pyrilia pulchra | 58 |
Rüppells Papegaai | Poicephalus rueppellii | 80 |
Saffierlori | Vini peruviana | 76 |
Saffraankoppapegaai | Pyrilia pyrilia | 57 |
Salvadori’s Vijgpapegaai | Psittaculirostris salvadorii | 64 |
Sangirvleermuisparkiet | Loriculus catamene | 47 |
Santa-Martaparkiet | Pyrrhura viridicata | 71 |
Schlegels Vleermuisparkiet | Loriculus aurantiifrons | 51 |
Schubbenlori | Trichoglossus chlorolepidotus | 75 |
Schubnekamazone | Amazona mercenarius | 84 |
Sclaters Muspapegaai | Forpus modestus | 46 |
Sclaters Spechtpapegaai | Micropsitta pusio | 60 |
Sint-Lucia-amazone | Amazona versicolor | 92 |
Sint-Vincentamazone | Amazona guildingii | 92 |
Smaragdlori | Neopsittacus pullicauda | 62 |
Smaragdparkiet | Psittacula calthrapae | 69 |
Socorroaratinga | Psittacara brevipes | 59 |
Soldatenara | Ara militaris | 137 |
Spix’ Ara | Cyanopsitta spixii | 123 |
Spix’ Muspapegaai | Forpus xanthopterygius | 46 |
Splendidparkiet | Neophema splendida | 46 |
Stanleyrosella | Platycercus icterotis | 53 |
Stephens Lori | Vini stepheni | 74 |
Strepenlori | Chalcopsitta scintillata | 84 |
Sulavleermuisparkiet | Loriculus sclateri | 46 |
Suluvlagstaartpapegaai | Prioniturus verticalis | 72 |
Tahitikarakiri | Cyanoramphus zealandicus | 52 |
Tepuiparkiet | Nannopsittaca panychlora | 52 |
Timorese Roodvleugelparkiet | Aprosmictus jonquillaceus | 55 |
Timorregenbooglori | Trichoglossus capistratus | 79 |
Tiricaparkiet | Brotogeris tirica | 71 |
Tolimaparkiet | Bolborhynchus ferrugineifrons | 59 |
Toviparkiet | Brotogeris jugularis | 68 |
Tucumánamazone | Amazona tucumana | 88 |
Turkooisparkiet | Neophema pulchella | 45 |
Tuiparkiet | Brotogeris sanctithomae | 71 |
Valkparkiet | Nymphicus hollandicus | 51 |
Veelkleurige Lori | Psitteuteles versicolor | 61 |
Venezuelaparkiet | Pyrrhura emma | 67 |
Violetneklori | Eos squamata | 91 |
Viooltjeslori | Psitteuteles goldiei | 67 |
Vrouwenlori | Lorius domicella | 85 |
Vuuroogandespapegaai | Hapalopsittaca pyrrhops | 72 |
Vuurvleugelparkiet | Brotogeris pyrrhoptera | 72 |
Waglers Aratinga | Psittacara wagleri | 60 |
Weddells Aratinga | Aratinga weddellii | 66 |
Westelijke Langsnavelkaketoe | Cacatua tenuirostris | 96 |
Wijnborstamazone | Amazona vinacea | 91 |
Wilhelmina’s Lori | Charmosyna wilhelminae | 64 |
Witbuikcaique | Pionites leucogaster | 91 |
Witkopmargrietje | Pionus senilis | 78 |
Witneklori | Lorius albidinucha | 74 |
Witnekparkiet | Pyrrhura albipectus | 70 |
Witoogaratinga | Psittacara leucophthalmus | 61 |
Witoorparkiet | Pyrrhura leucotis | 68 |
Witruglori | Pseudeos fuscata | 91 |
Witte Kaketoe | Cacatua alba | 105 |
Witvleugelparkiet | Brotogeris versicolurus | 73 |
Witvoorhoofdamazone | Amazona albifrons | 88 |
Zangpapegaai | Geoffroyus heteroclitus | 74 |
Zevenkleurenpapegaai | Touit batavicus | 50 |
Zonparkiet | Aratinga solstitialis | 66 |
Zwaluwpapegaai | Lathamus discolor | 57 |
Zwarte Kaketoe | Probosciger aterrimus | 138 |
Zwarte Lori | Chalcopsitta atra | 83 |
Zwartkaplori | Lorius lory | 82 |
Zwartkopcaique | Pionites melanocephalus | 91 |
Zwartkopparkiet | Pyrrhura rupicola | 70 |
Zwartkoprosella | Platycercus venustus | 55 |
Zwartkraagagapornis | Agapornis swindernianus | 55 |
Zwartmaskeragapornis | Agapornis personatus | 55 |
Zwartoormargrietje | Pionus menstruus | 80 |
Zwartstaartparkiet | Pyrrhura melanura | 69 |
Zwartstuitlori | Charmosyna pulchella | 67 |
Zwartteugelpapegaai | Tanygnathus gramineus | 72 |
Zwartvleugelagapornis | Agapornis taranta | 57 |
Zwartvleugellori | Eos cyanogenia | 94 |
Zwartvleugelpapegaai | Hapalopsittaca melanotis | 72 |
Zwartwangagapornis | Agapornis nigrigenis | 54 |
Zwavelborstparkiet | Aratinga maculata | 66 |
Riva del Garda, 11 agosto 2016
Avv. Francesco Saverio Dalba PhD
L’adesione dell’UE alla Convenzione CITES
Chi denominò così il Sud Africa era animato da uno spirito pragmatico (lo stesso che albergava in chi diede nome all’Australia Orientale, Australia Meridionale e, con una scintilla di maggiore fantasia al Northern Territory), un po’ la stessa mancanza di inventiva che si aveva con la Yugoslavia (ossia Slavia del Sud) o più di recente con Timor Est (dove Timor in malese significa a sua volta Est), ma si trattava di un uso diffuso nella zona, se la Namibia fino a qualche decennio fa era detta Africa del Sud-Ovest, e come tale viene ricordata nella nota questione di cui fu investita la Corte Internazionale di Giustizia nel 1955. Ad ogni buon conto in Sudafrica fiorisce l’allevamento di specie rare ed esotiche di pappagalli e viene pubblicata la rivista di ornitologia Avizandum, titolo che è un gioco di parole, ma che ricorda anche la formula utilizzata dai giudici scozzesi quando si ritirano per deliberare. Ecco: dal 24 settembre al 5 di ottobre di quest’anno 2016 avrà luogo a Johannesburg la diciottesima conferenza delle Parti della CITES.
Una breve notazione di ordine storico-pratico: nella quarta conferenza, svoltasi a Gaborone in Botswana il 30 aprile 1983 fu approvato un emendamento all’articolo XXI della Convenzione CITES, col quale si consentiva la partecipazione alla stessa alle Organizzazioni regionali di integrazione economica. L’emendamento è entrato in vigore il 29 novembre 2013 (con un regime di applicabilità differenziato a seconda della adesione dei singoli Stati alla Convenzione al momento dell’entrata in vigore dell’emendamento, per chi volesse approfondire, il meccanismo si trova indicato all’art. XVII, paragrafo terzo della Convenzione CITES).
Ecco, l’Unione Europea è divenuta parte della CITES l’8 luglio 2015, in forza dell’Emendamento di Gaborone e della Decisione (UE) 2015/451 del Consiglio del 6 marzo 2015 relativa all’adesione dell’Unione europea alla convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES). Sino al 2015 gli Stati membri UE avevano avuto una posizione comune in seno alle conferenze, ma ora, nelle materie di competenza dell’UE sarà quest’ultima a votare ed il suo voto verrà conteggiato come quello di ventotto Stati.
Tutta questa premessa perché? Perché la proposta di traslare lo Psittacus erithacus dall’Appendice II all’Appendice I promana anche dall’UE. Quindi può già contare ventotto voti favorevoli. Le parti della Convenzione sono attualmente 182 [in realtà 181, poiché tra i 182 si conta l’Unione Europea].
Lo Psittacus erithacus.
Tradotto dal latino grecizzante significa Pappagallo rosso, Psìttacus (con l’accento tonico sulla i e non sulla a, come si sente sovente, pronuncia quest’ultima che ingenera orripilazione) sta per generico pappagallo (nelle prime edizioni del Systema Naturae la maggioranza dei pappagalli era detta Psittacus), mentre erithacus è il nome greco del pettirosso (che non per nulla si chiama Erithacus rubecula), l’Aldovrandi nel 1603 chiamò il cenerino Psittacus cinereus s. subcaeruleus. A chi scrive erithacus ricorda il Περίπλους τῆς Ἐρυθρὰς Θαλάσσης, ossia il Periplo del Mar Rosso, il cui anonimo autore avrà sicuramente veduto dei pappagalli nel suo viaggio, ma difficilmente dei cenerini.
I testi divulgativi più ricchi di informazioni sono principalmente quello di Karl Ruß, Der Graupapagei. Seine Naturgeschichte, Pflege und Abrichtung, pubblicato nel 1896 ma di sempre piacevole lettura e Wolfgang de Grahl, Der Graupapagei (quest’ultimo si trova anche in versione inglese), alcuni più romanzati e moderni a volte appaiono più affettati o melensi, altri sono i soliti manuali che ripetono ad infinitum le solite notizie che valgono per tutti i pappagalli.
Quest’anno le quote di esportazione dei cenerini sono state molto limitate: tremila uccelli di cattura dal Camerun. D’altro canto quest’anno (16 marzo 2016) il Comitato direttivo ha inoltrato una Notificazione alle parti recante la Repubblica Democratica del Congo raccomandazione di sospendere il commercio di pappagalli cenerini, tra l’altro vi si legge:
“Al suo sessantaseiesimo incontro (SC66, Ginevra, 2016) il Comitato Direttivo ha assunto le seguenti raccomandazioni relative alla gestione dell’esportazione dello Psittacus erithacus (pappagallo cenerino): a) tutte le parti sospendano il traffico commerciale di esemplari della specie Psittacus erithacus dalla Repubblica democratica del Congo d’ora innanzi, ad eccezione di un’esportazione di 1.600 esemplari nel 2016, già catturati e pronti per l’esportazione, ma condizionata alla conferma da parte del Segretariato dell’autenticità dei permessi di esportazione sino a quando non sarà sviluppato uno studio sul campo con base scientifica per stabilire lo stato della popolazione della specie in questo Stato ecc…
La Repubblica Democratica del Congo, tra il 1994 ed il 2013 esportò 224.382 esemplari di Psittacus erithacus. Il Segretariato CITES nel febbraio 2001 ha segnalato un abuso su larga scala dei permessi di esportazione rilasciati nella Repubblica Democratica del Congo; dal 1994 al 2013 sono stati esportati 60.911 esemplari oltre alle quote previste. Congo e Camerun, al 2013, erano i maggiori esportatori.
Emendamento delle appendici. Psittacus erithacus.
L’articolo XV, paragrafo primo della Convenzione, Emendamenti alle appendici I e II prevede che ciascuna parte della Convenzione può proporre un emendamento alle Appendici I o II; lumeggiando i tratti principali della procedura: la parte della Convenzione propone un emendamento alle Appendici I o II comunicandone il testo almeno centocinquanta giorni prima dell’assemblea. Gli emendamenti vengono approvati dalla maggioranza dei due terzi dei partecipanti presenti e votanti. Per “partecipanti presenti e votanti” si intendono i partecipanti alla assemblea che abbiano espresso un voto affermativo o negativo. Gli astenuti non vengono conteggiati. Gli emendamenti debbono entrare in forza entro novanta giorni dalla assemblea.
Nella nona assemblea Cites (7-18 novembre 1994, Fort Lauderdale) venne approvata la risoluzione Conf. 9.24 (Rev. CoP16) Criteria for amendment of Appendices I and II (Criteri per l’emendamento delle Appendici I e II). L’allegato 1 alla risoluzione indica i criteri per l’inclusione delle specie nell’Appendice I, tra questi: C) i) un marcato declino della popolazione in natura, che è stato osservato come continuativo e C) ii) un marcato declino della popolazione in natura, che è stato desunto o valutato in proiezione sulla base di un livello o di un modello di sfruttamento ed un decremento della qualità dell’habitat ed una restrizione.
Ebbene, sulla base di questi criteri l’Angola, il Ciad, l’Unione Europea, il Gabon, la Guinea, la Nigeria, il Senegal, il Togo e gli Stati Uniti d’America hanno avanzato la proposta per il trasferimento dello Psittacus erithacus, pappagallo cenerino, dall’appendice II all’appendice I.
La puntuale proposta scandaglia tutti gli aspetti relativi allo stato dell’animale, rammenta che negli ultimi trent’anni lo Psittacus erithacus è stato riprodotto diffusamente e con successo in cattività e che tra il 1985 ed il 2011 sono stati esportati 54.937 uccelli riprodotti in cattività (esclusi gli animali provenienti dall’Africa). Cionondimeno un certo numero di sequestri di uccelli prelevati dal loro ambiente naturale ed importati in Europa indica che il mercato per gli uccelli di cattura non è venuto meno, anche se a livelli molto inferiori rispetto al periodo precedente il 2006.
Qui il testo completo: https://cites.org/sites/default/files/notif/E-Notif-2016-021.pdf
Qui il testo completo: https://cites.org/eng/res/09/09-24R16.php
Qui il testo completo: https://cites.org/sites/default/files/eng/cop/17/prop/060216/E-CoP17-Prop-19.pdf
Tutti gli Stati dell’areale sono stati consultati sulla proposta, queste in breve le risposte:
Angola: sostiene la proposta e la fa propria;
Benin: non risponde;
Burundi: sostiene la proposta;
Camerun: non prende posizione;
Repubblica Centrafricana: sostiene la proposta;
Costa d’Avorio: sostiene la proposta;
Repubblica Democratica del Congo: si oppone alla proposta;
Guinea Equatoriale: si oppone alla proposta;
Ghana: sostiene la proposta;
Guinea: non esprime la sua opinione nei tempi previsti;
Guinea Bissau: sostiene la proposta e la fa propria;
Qui si impone una breve diversione sulla Guinea Bissau. Oltre dieci anni or sono mentre facevo da assistente ad un esame, uno studente mi presentò un passaporto verde, con una stella tra due rami di palma, con la dicitura Guinea-Bissau. Immediatamente, come in quegli orrendi zoom degli anni ’70, mi sentii proiettato lungo le foreste costiere, straripanti di Agapornis pullarius e tra gli scimpanzé dell’interno. Lo studente poi divenne mio amico e mi narrò la seguente storia: un suo zio conduceva un camion tra Mansoa (città dell’interno, della quale era sindaco la sorella del mio amico) e Bissau, sul fare della sera si arrestò, accese un focolare ed iniziò a mangiare. Dal bosco fuoriuscì una scimmia (chiaramente un Chlorocebus sabaeus dalla descrizione che me ne fece) e si sedette anch’egli a mangiare. Volle poi salire spontaneamente sull’autoveicolo e si trasferì a Bissau nella famiglia dello zio. Gli fu messo un nome da cristiano e visse in casa per dodici anni; se non gli si prestava attenzione scuoteva la mobilia e gettava gli oggetti ovunque, in quel caso veniva segregato in giardino per un poco di tempo e tornava quieto). Un altro conoscente, della Guinea-Konakry mi disse che spesso le scimmie entrano in casa e vi si stabiliscono per un certo lasso temporale, che può essere breve, ma talora vi si stanziano definitivamente, con il compiacimento della famiglia ospitante.
Kenya: non risponde tempestivamente;
Liberia: sostiene la proposta;
Mali: non risponde tempestivamente;
Nigeria: sostiene la proposta;
Repubblica del Congo: sostiene la proposta;
Ruanda: sostiene la proposta;
Sao Tomé e Principe: non risponde tempestivamente;
Sierra Leone: non risponde tempestivamente;
Tanzania: non risponde tempestivamente;
Togo: sostiene la proposta e la fa propria;
Uganda: non risponde tempestivamente.
[Con gli Stati Uniti d’America i voti favorevoli sono 42, ci sono poi Senegal, Guinea e Gabon che sono Stati proponenti, così i voti favorevoli salgono a 45]
Tra il 15 ed il 17 marzo 2016 si era già tenuta in Senegal una riunione di coordinamento tra gli Stati dell’Africa centrale ed occidentale, il Gabon vi presentò una bozza di proposta di trasferimento del cenerino dall’Appendice II all’Appendice I.
È del tutto destituita di fondamento la affermazione, che pure si sente ripetutamente, per cui l’emendamento sarebbe stato proposto in tutte le precedenti conferenze e non sarebbe mai stato approvato. Invero solo alla IX Conferenza si trattò dello Psittacus erithacus.
Per chiarire meglio il quadro, si passano in rassegna cronologica le varie proposte di emendamento relative agli Psittaciformes e l’esito che hanno avuto. Si noti che sino alla X conferenza non sono stati pubblicati gli esiti delle votazioni singolarmente, quindi non si è in grado di conoscere se la proposta sia stata rigettata o semplicemente ritirata, quindi l’indicazione rigettata potrebbe in realtà corrispondere – sino alla Conferenza di Harare – anche ad una proposta ritirata. Si noti altresì che è solo dal 1981 che tutti gli Psittaciformi (con tre sole eccezioni) entrano nelle Appendici della CITES, in precedenza venivano indicate le singole specie.
I Conferenza CITES, Berna, 2-6 novembre 1976:
sette proposte australiane:
Neophema splendida: dall’App. I all’App. II; APPROVATA
Cacatua tenuirostris: inclusione nell’App. II; APPROVATA
Calyptorhynchus lathami: inclusione nell’App. II; APPROVATA
Pezoporus wallicus: inclusione nell’App. I; APPROVATA
Polytelis alexandrae: inclusione nell’App. II APPROVATA
Northiella haematogaster narethae: inclusione nell’App. II; APPROVATA
Opopsitta diophtalma coxeni: inclusione nell’ App. II; APPROVATA
tre proposte del Regno Unito:
Coracopsis nigra barklyi: dall’App. II all’App. I; NON APPROVATA
Cyanoramhus unicolor: dall’App. II all’App. I; NON APPROVATA
Cyanoramphus malherbi: dall’App. II all’app. I NON APPROVATA
II Conferenza CITES, San José 19-30 marzo 1979
Due proposte australiane (per specie date per estinte):
Geopsittacus occidentalis: cancellazione dall’App. I; NON APPROVATA
Psephotus pulcherrimus: cancellazione dall’App. I; NON APPROVATA
una svizzera:
Amazona leucocephala: cancellazione dall’App. I NON APPROVATA
Il Cyanoliseus patagonus byroni venne tuttavia inserito nell’App. II.
III Conferenza CITES, Nuova Dehli, 25 febbraio – 8 marzo 1981
Ventinove proposte, riguardanti soprattutto pappagalli sudamericani. È la conferenza nella quale tutti gli Psittaciformi entrano in appendice II, ad eccezione del Melopsittacus undulatus, della Psittacula krameri e del Nymphicus hollandicus.
IV Conferenza CITES, Gaborone, 19 – 30 aprile 1983
Tre proposte del Regno Unito (la prima con gli Stati Uniti d’America):
Ara caninde (glaucogularis), Ara rubrogenys ed Ognorhynchus icretoris tutti dall’app. II all’App. I. TUTTE E TRE APPROVATE.
V Conferenza CITES, Buenos Aires, 22 aprile -3 maggio 1985
Due proposte della Costa Rica:
Ara ambigua ed Ara macao: dall’App. II all’App. I
ENTRAMBE ACCETTATE
VI Conferenza CITES, Ottawa 12-24 luglio 1987
Nessuna proposta, ma Anodorhynchus hyacintinus, Ara militaris e Probosciger aterrimus dall’App. II all’App. I.
VII Conferenza CITES, Losanna, 9-20 ottobre 1989
Il Madagascar propone la cancellazione di Agapornis cana dall’App. II, proposta rigettata.
La Danimarca chiede il trasferimento in App. I dell Amazona tucumana PROPOSTAAPPROVATA;
Il Paraguay chiede il trasferimento in App. I dell’Ara maracana PROPOSTA APPROVATA;
La Svizzera chiede il trasferimento in App. I di Cacatua moluccensis PROPOSTA APPROVATA.
VIII Conferenza CITES, Kyoto 2-13 marzo 1992
Tre proposte americane:
Amazona aestiva dall’App. II all’App. I RESPINTA; Cacatua goffini (goffiniana) dall’App. II all’App. I APPROVATA; Eos reticulata dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Una proposta delle Filippine Cacatua haematuropygia dall’App. II all’App. I APPROVATA.
IX Conferenza CITES Fort Lauderdale, 7-18 novembre 1994
L’Indonesia chiede che Cacatua goffini (goffiniana) appena trasferito in App. I venga riportato all’App. II RESPINTA, Eos histrio invece da App. II ad App. I APPROVATA ; la Nuova Zelanda chiede che Cyanoramphus malherbi transiti dall’App. II all’App. I RESPINTA, Cyanoramphus novaezelandiae dall’App. I all’App. II RESPINTA
Il Regno Unito presenta due proposte alternative relative allo Psittacus erithacus, ma di carattere sostanzialmente tassonomico.
CoP9, proposta 38: inclusione in App. I della popolazione di Psittacus erithacus di Sao Tomé e Principe, in luogo dello Psittacus erithacus princeps oppure
CoP9, proposta 39: trasferimento di Psittacus erithacus princeps dall’App. I all’App. II.
Siccome la sottospecie princeps non è valida, si chiese la rettifica e, in alternativa: l’inclusione della sola popolazione di Sao Tomé e Principe in App. I, oppure il mantenimento della denominazione, per quanto errata, col transito della stessa in App. II. VENNE APPROVATA LA SECONDA PROPOSTA. Quindi la popolazione di Sao Tomé e Principe venne inclusa nella App. II e questo in quanto non distinta da quella continentale.
X Conferenza CITES, Harare, 9-20 giugno 1997
Sei proposte tedesche:
Amazona agilis: dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Cacatua sulphurea: dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Eunymhicus cornutus uvaeensis: dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Vini kuhlii: dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Vini peruviana: dall’App. II all’App. I RESPINTA;
Vini ultramarina: dall’App. II all’App. I APPROVATA;
Una propsota congiunta di Stati Uniti d’America, Messico e Germania:
Amazona viridigenalis: dall’App. II all’App. I APPROVATA.
XI Conferenza CITES, Gigiri, 10-20 aprile 2000
Due proposte francesi: Eunymphicus cornutus cornutus ed Eunymphicus cornutus uvaeensis dall’App. II all’App. I ACCETTATE ALL’UNAMINITÀ.
XII Conferenza CITES, Santiago del Cile, 3-15 novembre 2002
La Costa Rica chiede il trasferimento di Amazona auropalliata dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; il Messico il trasferimento di Amazona oratrix dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; la Germania in nome e per conto degli stati della Comunità europea il passaggio dell’Ara couloni dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; il Sudafrica il trasferimento della popolazione sudafricana di Poicephalus robustus dall’App. II all’App. I RITIRATA.
Molti allevatori ricorderanno le modifiche sulle amazzoni auropalliata ed oratrix, comunemente allevate e le dichiarazioni che dovettero rendere, una volta che i risultati della conferenza vennero recepiti nella legislazione comunitaria.
XIII Conferenza CITES, Bangkok, 2-14 ottobre 2004
L’Indonesia chiede che Cacatua sulphurea sia trasferito in App. I, la Namibia e gli Stati Uniti chiedono la cancellazione di Agapornis roseicolli dall’App. II; il Messico chiede il trasferimento di Amazona finschi in App. I tutte e tre le proposte furono APPROVATE ALL’UNANIMITÀ.
XIV Conferenza CITES, L’Aja, 3-15 giugno 2007
Nessuna proposta o modifica quanto agli uccelli.
XV Conferenza CITES, Doha, 13-25 marzo 2010
Nessuna proposta o modifica quanto agli Psittaciformi
XVI Conferenza CITES, Bangkok, 3-14 marzo 2013
Nessuna proposta o modifica quanto agli Psittaciformi.
Conclusioni.
Tra una quarantina di giorni le Parti della Convenzione saranno chiamate ad esprimersi. La materia della decisione è di sicuro interesse per centinaia di allevatori e di possessori di Psittacus erithacus, ma ad abbattere dalle fondamenta quella sciocca prassi che è la divinazione giudiziaria ci pensò già Pico della Mirandola con le Disputationes adversus astrologiam divinatricem. Per certo la proposta è assai approfondita, viene presentata da Parti importanti della Convenzione, sia per il peso politico, sia per il diretto interessamento al commercio della specie, si librava nell’atmosfera già da tempo, con i ripetuti richiami agli Stati a non superare le quote e l’invito del Segretariato nel 2014 agli Stati dell’areale di Psittacus erithacus allo sviluppo ed all’esecuzione di piani regionali di gestione per la conservazione dell’animale. I due Stati che hanno già manifestato la volontà di esprimere il loro voto contrario sono la Repubblica Democratica del Congo (che eravamo abituati a conoscere come Congo belga prima e Zaire poi, il Congo Brazzaville è invece a favore: come suona familiare quel Brazza, cognome friulano, nel nome della capitale. Per una inquietante storia dell’attraversamento del fiume Congo tra Brazzaville a Kinshasa e sulle formalità della dogana della Repubblica Democratica del Congo, J. Tayler, In Congo) destinataria di più di una segnalazione e la Guinea Equatoriale (l’unico Stato africano di lingua spagnola, descritto da S. Winchester nel volume collettaneo Dove sono finito? Storie inaspettate da luoghi inaspettati; presenta la particolarità di avere la sua capitale su un’isola al largo dal continente) che pure nel 2012 ricevette una segnalazione per le esportazioni di cenerini.
Quindi non resta che attendere i quaranta giorni per conoscere la risposta, le parti avranno poi novanta giorni per – eventualmente – modificare la propria legislazione, l’UE rettifica gli allegati del Regolamento 338/97, ma se del caso, si daranno dettagliate informazioni in futuro.
Certo da un punto di vista soggettivo ci si augura che la proposta sia accolta. Mi ricordo una vecchia foto in circolazione (era ancora in bonis la compagnia belga Sabena) rappresentante una ventina di cenerini morti ammassati stivati in un trasporto, chi ha veduto le fotografie o i filmati di come questi animali vengono catturati ed espiantati dai loro territori non può che gioire dell’inasprimento del regime a loro tutela e trasudare risentimento per il loro traffico. Come effetto secondario di un regime più restrittivo si avrà anche una sensibile limitazione della pratica di allevare artificialmente i pulli per renderli (del pari artificialmente) domestici e si lasceranno le uova ai genitori, senza sfruttare eccessivamente le femmine. Peraltro un cenerino svezzato dai genitori è sano e robusto, apprende tranquillamente a parlare e difficilmente presenta problemi comportamentali.
Una delle principali cause di morte dei cenerini in Europa è l’Aspergillum fumigatum, esso mi ricorda la Sacculina carcini: si insedia e poi dilaga; la Sacculina carcini è un parassita tanto terribile da concorrere, assieme alla tenia ed agli ascaridi, a fornire la prova dell’inesistenza di Dio, così pure questo aspergillo, che è particolarmente virulento soprattutto sugli animali di importazione. E l’Europa non è immune dal traffico illegale: 107 cenerini provenienti dal Libano furono sequestrati in Bulgaria nel 2010; nel 2014 altri trenta a Vidin in Bulgaria, diretti in Repubblica Ceca, con documenti CITES falsificati, altri 114 nel dicembre 2014 vennero sequestrati alla dogana rumeno-ungherese, trasportati da un cittadino bulgaro. Il trasferimento in Appendice I comporterà un inasprimento delle sanzioni.
Auguriamoci ed auspichiamo dunque che le Parti siano lungimiranti e votino a favore della proposta.
Riva del Garda 5 di agosto 2016
avv. Francesco Saverio Dalba