Il Lorius garrulus, osservazioni e allevamento in cattività di Claudio Garani

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Lorius domicellus

La domicella garrula o  Lorius garrulus, appartiene alla famiglia dei Loridi, caratterizzata dalla lingua terminante a “pennello”,in quanto mangia alimenti morbidi e ricchi di nettare; la terminologia seguita non è quella adottata dal Reichenow ***,  che per vari motivi sarebbe preferita anche a quelle più recenti, ma di fatto crea confusione nella terminologia, come   confondere con il Lori domicella, in quanto esso non è altro che un lorius  domicellus (Linnè 1758 ) ovvero lori   dal cappuccio viola.

La prima volta che questa specie viene menzionata dalla letteratura è nel 1751. Nel 1896 , nella ‘opera del Mivart, “ A monograph of the lories or Busch-tonguet Parrots”viene descritta per la prima volta nel dettaglio, ma solo dopo la II guerra mondiale, l’interesse per i Lorini in genere e per la Domicella, si è manifestato ,ed oggi è abbastanza comune, anche se la taglia è notevolmente diminuita.

Di recente ho avuto invece, il piacere di osservare presso un allevatore belga, il possesso di una coppia riproduttrice, delle dimensioni di un  tempo, allorquando si notavano soggetti da 27-28 cm e dal peso di 260 gr circa, di Lorius garrula garrula.

Questo pappagallo  fa parte di un gruppo di Lori abbastanza robusto , che riesce a superare vari spostamenti con notevole tranquillità, in special modo nel trasferimento, quando venivano importati dall’Indonesia orientale.

Lorius g. garrula ( dal latino garrulus, significa :ciarliero , chiaccherone);è generalmente rossa tendente all’arancio, e non al blu, come il Lori rosso (Eos bornea). Le ali sono verdi con una gradazione che va dal verde muschio al verde smeraldo., la curvatura dell’ala è gialla con alcune pennette striate di verde scuro. La coda rossa con ampio orlo terminale verde scuro. Le remiganti hanno il vessillo esterno verde con punta nera, mentre il vessillo interno è nero con una macchia color salmone nel mezzo. Il becco color arancione, l’iride da marrone giallastro a rosso arancio. Ed ha una lunghezza media di 30 cm. Peso 180-250 gr.;originaria delle isole Halmaera e Weda .Ritengo che la così detta sottospecie Lorius g.morotaianus, (van Bemmel)già nominata in modo errato in latino,che tutt’al più dovrebbe essere : Lorius garrula morotensis((Morty=Morotai),Moluccas,suscita delle perplessità sul piano sistematico, ove i caratteri distintivi, rispetto il Lori g. flaviopalliata, sarebbero di minore brillantezza ed estensione del giallo del dorso ed un verde più scuro delle ali.

Queste tenui differenze, sarebbero state riscontrate su di un solo individuo, probabilmente su un soggetto già imbalsamato , o comunque alcun testo odierno , fa menzione nella specifica descrizione di un soggetto che definirebbe la sottospecie a sé stante, pertanto sarebbe una normale variazione di  Lori garrulo.

Anche la scomparsa signorina Maria Luisa Wenner,dallo scrivente conosciuta negli anni ’80,curatrice del Giardino zoologico di Napoli , studiosa di Psittacidi e particolarmente esperta nella cura ed osservazione degli stessi, nei suoi appunti  risalenti al 1979, conferma i dati esaminati , supportati dallo stesso Paolo Bertagnolio.

 

Quest’ultimo pappagallo, troverebbe la collocazione nell’isola Morotai e forse anche nell’isola attigua Raou, tanto attigue anche ad Halmahera , la più estesa delle isole citate,  è possibile siano gli stessi pappagalli, senza alcuna differenza con il lori garrulo.

Una osservazione che merita una citazione, è che nell’opera del Forsow (Parrots of the world) la figura della Lorius g.garrula non è precisa poiché la cera e la pelle intorno agli occhi appaiono bianche anziché grige.

Non esistono caratteri secondari evidenti che consentono di distinguerne il sesso.

Vi è una sottospecie Lorius garrulus flavopalliatus(Salvadori), che si distingue per una macchia gialla ben definita sul dorso e per una maggiore luminosità del verde delle ali. Vive nelle isole Batjan ed Obj. Le dimensioni rispetto la precedente sono minori, 27-28 cm , peso170-200 gr., ed è meno slanciata.

I pappagalli appartenenti a queste due specie sono molto aggressivi e battaglieri, per cui non è prudente in una medesima gabbia tenere  più di una coppia, anche se la voliera è di grandi dimensioni.

Esisterebbe una terza sottospecie: il lori garrula morotaiana, che pero suscita delle perplessità sul piano sistematico, in quanto di taglia ancora inferiore e dai colori assai tenui, pertanto potrebbe ritenersi una variabilità sporadica.

Poi vi sono soggetti ibridi ,Lorius garrula tibalis(Sclater), citata dal Forsow come sottospecie e non come ibrido, ma in effetti si tratta di un incrocio tra L.g.garrula e Lori domicella, osservata allo zoo in Florida al “Tampa Bush Garden”. Ed un altro soggetto ibrido,con le caratteristiche è stato acquistato in India, a Calcutta e poi donato allo zoo di Londra.

In cattività , come già detto non sono soggetti che possono formare colonia, molte sono le esperienze negative di allevatori, come una coppia posta nella medesima voliera di due colombi. Questi ultimi furono trovati morti e da una accurata osservazione è emerso che portavano segni di fori delle mandibole da pappagallo.

 

Di norma depongono due uova con un intervallo di  due giorni tra l’una e l’altra, e la cova dura 28 giorni.

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Lorius garrulus giovane.

 

 

 

 

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L’attimo dell’accoppiamento del Lori garrulo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Il pulcino è rivestito di un piumino bianco, non molto folto. Dopo circa un mese è ricoperto di piccole piume. I giovani lasciano il nido a 72 gg. e non rientrano più nel nido, mentre i genitori continuano ad alimentarli per un certo periodo, non ben determinato, all’esterno.

Al termine dello svezzamento dei piccoli , dopo 20 gg. circa, è possibile avere una seconda covata, in questo caso è prudente allontanare prontamente i giovani, che sarebbero oggetto di persecuzione e di uccisione.

Tutti i giovani della covate possono vivere insieme, almeno sino all’età di 4 anni, ma una volta formatesi ulteriori coppie nel gruppo, lasciano il branco e tendono a sostare appartati su un altro ramo, in quel momento è opportuno trasferirli.

La Garrula, come tutti i Lori , ama fare il bagno, anche d’inverno,riuscendo a sopportare temperature sino a -4° C, con escursioni diurne sino a + 15, bisogna comunque porre attenzione se qualche soggetto  mostra segni di arruffamento e causa di  frequenti variazioni di temperatura,pertanto è utile porlo all’interno. A tal proposito si ricorda che nelle zone equatoriali,  le ore di giorno sono 12 e quindi, se all’interno, bisogna rispettare  le ore e le temperature.

Lorius garrulus flavopalliatus

Lorius garrulus flavopalliatus

 

 

La gabbia per la riproduzione occorre che sia di 1 m x 2 x 2, e i nidi devono essere molto grandi, poiché quelli piccoli creano diversi inconvenienti, e le misure più indicate sono : 35 cm x 45 x 45, buono un legno di  abete, morbido perché i Lori cominciano a sgranocchiarlo quando, nella seconda metà della cova, diventa umido, e possono formare una lettiera pulita. Il foro di entrata è idoneo da 5 cm in posizione frontale –centrale, con un posatoio per facilitarne l’accesso. Durante l’assemblaggio del nido suggerisco di praticare dei  micro fori sui lati ad un centimetro dal fondo per l’areazione e dei fori sul fondo per l’abbondante scolo  liquido delle feci.

Non tutti i Lori permettono che si controlli ciò che avviene nel nido. E’ già capitato che mentre si osserva il pullus dalla porticina, la madre si lancia all’interno attraverso il foro di ingresso, uccidendolo con una beccata alla nuca. Per evitare incidenti del genere basta chiudere l’ingresso con una straccio e poi procedere. Talvolta, dato il carattere dei Lori, che sono molto nervosi, al minimo  movimento sospetto, si precipitano nel nido , calpestando i piccoli e creando spesso danno.

Circa l’alimentazione , oggi vi sono pastoncini secchi già pronti, ma in linea generale in natura si cibano di fiori , frutti, miele, nettare, polline,foglie ed insetti non ben identificati, anche se sono state osservate Garrule cibarsi in piantagioni di cocco.

In cattività l’alimentazione che viene applicata presso il mio allevamento, che ha portato a positivi risultati, è composta: Miscela liquida così composta,; in un litro di acqua nove cucchiai da caffè di “lori nectar”, un cucchiaio da caffè di miele, a giorni alterni con aggiunta di un cucchiaio di polline e germe di grano,ricco di vitamina E.

In aggiunta tutti i pastoni commerciali in polvere per lori, sempre a disposizione, in ciotola a parte e mela.

Lorius domicellus in cattività, mentre consuma il pasto a terra in una mangiatoia.

Lorius domicellus in cattività, mentre consuma il pasto a terra in una mangiatoia.

 

Molti anni addietro un allevatore inglese preparava una pappa a base di latte e miele  e melassa con alcuni integranti di proteine e grassi che somministrava sempre fresca e due volte al dì; molto impegnativo ma di sicuro successo !

Di tutta la frutta che è molto gradita, sono da escludere gli agrumi !Indicati i vari tipi di insalata, oltre alle carote, fiori di melo e di pero. Gradiscono foglie  di salice, di rosa, di garofano e  di dalia.

Bisogna fare attenzione a non superare il 15% di proteine giornaliero , nella somministrazione di tarme della farina nel periodo riproduttivo, con l’aggiunta di un tuorlo d’uovo.

Tutti i lori hanno la lingua a pennello, terminante con una serie di papille erettili, questo organo viene utilizzato come organo sensorio, per conoscere l’ambiente circostante , e anche per cercare insetti nelle fessure oltre che per succhiare il nettare dei fiori.

La digestione è rapidissima, entro un ora il cibo è già passato ed emesso con le feci. L’intestino è molto più corto di quei pappagalli che mangiano semi e gli escrementi sono sempre liquidi e vengono espulsi con uno spruzzo, lontano dall’animale.  In tal modo viene sporcato l’ambiente nelle immediate vicinanze. I piccoli per effettuare la stessa funzione, fanno due o tre passi indietro e poi, a operazione compiuta, tornano al loro posto. La diversa colorazione delle feci che può essere marrone , verdastro, o giallo-bianco con piccoli grumi, e  dipende dal tipo di alimentazione somministrata.

Una  garrula, in buone condizioni di salute, può raggiungere in cattività anche i 50 anni.

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Articolo e foto a firma Garani Claudio, all.to del Pò.

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