Amazona kawalli

Nome scientifico: Amazona kawalli

(Grantsau & Camargo,1989)

 Nelson Kawall, aviculturista brasiliano,1928.

White faced amazon (GB)

Amazone de Kawall (F)

 Kawalliamazone(D)

Papagaios dos garbes (Brasiliano)

7

Caratteristiche varie

Lunghezza: 36cm. Grande, prevalentemente verde amazzone con crema nelle parti nude alla base del becco, speculo rosso e sprazzi giallo verdastri sulla coda. Bordi scuri sulle piume del basso collo, lati del collo, bordi dell’alto petto e nuca gli conferiscono un aspetto squamoso. Il raggio coincide con quello del molto simile amazona farinosa. inoltre l’A. kawalli ne prende ulteriormente le distanze per la sua più forte preferenza per le fitte foreste, e dagli sprazzi di pelle biancastra che bordano la base del becco, sottili bande terminali giallo-verdastre sulla coda leggermente più corta, rosso nelle piume iniziali della base della coda, assenza di rosso nel bordo principale delle ali piegate( al posto vi è del giallo-verdastro), e per le parti nude che oscillano dal grigio chiaro dei sottili anelli del bordo oculare( più larghi e color crema nel farinosa) e per il piumaggio generalmente verde acceso.

Piuttosto simile( e probabilmente derivante da un’altra stirpe) amazona mercenaria è, invece, più piccolo, ha un becco più scuro, foltamente piumato alla base e mostra del rosso nei bordi principali delle ali. Il raggio non è molto ben documentato ma probabilmente coincide con quello dell’amazona amazonica e ochrocephala. Combinazione di zone nude facciali, testa verde, collo e nuca “squamosi”, assenza di rosso nella zona carpale possono aiutare a separarlo dal consimile per qualche dettaglio ma una ulteriore separazione  tra le altre due specie è molto difficile. In cattività la pelle nuda biancastra alla base del becco distingue questi uccelli da tutti i simili.

Voce

I gorgheggi in volo possono essere descritti come”wheeou…wheeou”

Biometria

Ali: 241-262mm; coda: 114-121mm; becco: 32-40mm.

 Distribuzione e stato

Le abbastanza scarse notizie pubblicate giungono tutte dal bacino del Brasile: nella zona più alta della Jurua e Amazzonia; lungo la confluenza del fiume Roosvelt e fiume Aripuana, e la parte sud del Parà. Vi è un esemplare non registrato, male identificato come amazzone dal collo a scaglie, classificato con targhetta  “colombia”. Probabilmente confuso sul campo dalla morfologia simile con qualcuno dei meglio conosciuti parenti; e quasi sicuramente episodi del genere accadono più frequentemente di quanto le poche notizie riportino. La mappa di distribuzione è basata su presunti avvistamenti nelle località conosciute. Nessun dettaglio circa la popolazione numerica e lo stato di conservazione.

8

(Area di distribuzione)

Ecologia

Abita la foresta pluviale tropicale mostrando particolare predilezione per le rive dei fiumi e le foreste permanentemente inondate. Il cibo include anche semi di Hevea brasilensis e alberi di H.spruceana, mesocarpi di palma maximiliana maripa, fruttti e semi di eichleria e jooannesia. È riportata la presenza di nidi nelle cavità degli alberi delle fitte foreste.

Descrizione

Parte anteriore della testa, anello carnoso di contorno occhi, guance e piume auricolari verdi, benchè il contorno occhi in alcuni esemplari appare nerastro. Corona, lati del collo, parte terminale dello stesso e nuca verde con sprazzi nerastri ai margini delle piume gli conferiscono un aspetto squamoso, con squame più pronunciate nella nuca e sul mantello. Le piume alte di copertura alare sono verdi con le mediane e basse che mostrano sfumature di un nero sbiadito; si nota qualche piuma verde-giallastra sull’arco principale delle ali. Primarie verdi con sfumature nere e del blu in quelle più esterne ( alcuni esemplari con le primarie esterne giallo accese su di una sola ala); rosso sulle altre secondarie forma un riflesso luminoso. Le parti basse sono verdi con un effetto squamoso conferitogli dai contorni nerastri delle piume ai lati dell’alto petto. Qualche piuma screziata di nero è riscontrabile sul centro del petto ma poco definita; piume caudali tendenti al verde-giallastro. Piume caudali esterne verdi con quelle più esterni viranti al giallo nella parte terminale, laterali variabilmente marcate di rosso granata (talvolta bordate di nero-marroncino definite con del blu)

9

1011

Particolare della testa e della zona nuda alla mandibola.

nella metà bassa; le piume più interne della coda sono simili ma più sfumate. Parti nude: becco grigio con la pelle nuda alla base color crema e sprazzi crema nell’alta mandibola; iride arancio-rossastra; zampe grigiastre.

Sesso/Età

I maschi presentano il setto membranoso attorno agli occhi grigio e spesso un becco di maggiori dimensioni. Immaturi non descritti.

Frequenta la foresta pluviale tropicale priva di sottobosco, preferibilmente lungo le rive dei fiumi, e in foreste allagate, dette igapò, esse sono cateterizzate da un sistema ciclico a carattere stagionale. La dieta comprende i semi di Hevea brasiliensise, Hevea spruceana, il mesocarpo dei frutti di palma Maximiliana maripa e i semi di Eichleria e Joannesia.

Nidifica nei tronchi  cavi di alberi della foresta allagata.

Nessuna variabilità geografica di tale soggetto.

Riscoperta dell’amazzone Kawalli di Martuscelli e C.Yamasitha,1977,Rivista brasiliera de Ornitologia.

 Riassunto: L’amazzona Kavalli , (prima descritta come A:farinosa da Stresemann,1924) è uno degli ultimi pappagalli di cui si è venuti a conoscenza nel mondo. E’ stato descritto basandosi su una mezza dozzina di esemplari, raccolti tutti in natura e catturati da località non note. Il loro stato tassonomico in relazione alle specie di amazzoni rimane oscuro, essendo considerato da alcuni autori rappresentare variazioni individuali con l’Amazzone Farinosa presunta specie affine. Dopo la classificazione degli esemplari furono catalogati nel 1992 ed un ulteriore esemplare nel 1914, il pappagallo dalle guance bianche non sono stati ulteriormente trovati in libertà. In questo trattato riportiamo la scoperta della prima popolazione selvatica dei pappagalli dalle guance bianche, trovati

alle sorgenti del rio TAPACOS  e lungo i suoi affluenti in un area forestale circondata da possenti                montagne, nelle parti basse del sud della foresta brasiliana.

La distribuzione del pappagallo guance bianche è positivamente relazionata ai flussi stagionali della foresta e agli habitat di transito, ma ciò non accade nelle adiacenti alture e foreste circondanti le terre basse, queste zone sono occupate dalla A.Farinosa.

Sul campo era facilmente identificato dalla sua voce distintiva,il colore delle parti nude e la morfologia generale.Basandoci su queste caretteristiche concludiamo che l’A.Kawalli è una specie valida distinta dal parente di simole misura A.Farinosa.

La principale caratteristica diagnostica della A:Kawalli è il grigio attorno gli anelli oculari, le chiazze bianche sulle mandibole, le remiganti esterne screziate di rosso alla base, il nerastro delle setole orbitali che arrivano a coprire le narici.

I tratti principali che attentano alla sua  sopravvivenza  , sono la ricerca del cibo,  il commercio dei piccoli, gli scavi minerari di oro e stagno, le infrastrutture idroelettriche, e le prospettive di colonizzazione da parte dei coloni senza terra.

Negli anni passati in letteratura ornitologica è stato erroneamente descritto come “ A.Farinosa,”da certo Ihering (1904), riferendosi al materiale raccoloto nel 1902 da E.Garbe lungo il fiume Juruà, nello stato dell ‘amazzonia, e ha identificato tre pappagalli (conservati presso il museo di zoologia di S.Paolo) come A.Inornata. Più tardi Ihering nel 1907, classificò gli esemplari come Amazzoni Farinose.

Durante la spedizione Roosevelt – Rondon, un esemplare con caratteristiche divergenti, classificato come A.Farinosa, è stato catturato alla foce del rio Castanho ed è conservato presso il Museo nazionale di Rio de Janeiro.

Miranda Riberio 1920-nella sua revisione dei pappagalli brasiliani- descive l’ A.Farinosa della parte nord del Mato grosso , con una inusuale tavola di colori. Disse ” Ne ho anche visto alle foci del rio Castanho con del rosso alla base delle piume della coda.”

Più tardi l’anomala Amazzone farinosa rubricauda è stata descritta da Stresemann-1924-da un esemplare in cattività di origine sconosciuta, inviato dallo zoo di Berlino al museo della stessa città. Nonostante la base rossa della sue piume caudali, Stresemann lo considerò una anomalia.

Pinto-1935-e Camargo-1954-hanno anche riscontrato che due esemplari femmine catturati da Garbe lungo il rio Juruà, presentavano del rosso sulle piume della coda , ma attribuirono questa caratteristica legata all’ individuo e legata all’età.

Come Stresemann e Miranda Ribeiro , Pinto e Camargo, non hanno riscontrato ulteriori

caratteristiche distintive negli esemplari da museo.

Benchè la distintiva colorazione della coda era già stata resa nota parecchie decadi fa, al suo valore diagnostico non fu attribuito il giusto valore, perché altre caratteristiche chiave morfologiche del taxon, come le parti soffici, struttura e colore,non sono state classificate negli esemplari da museo.

Alcuni di questi distintivi delle A.farinose sono anche state raffigurate parecchio tempo prima degli anni ottanta.

Sick -1961-ha fotografato un esemplare di A. farinosa in cattività, al villaggio indiano di Munducurù, sulla riva destra del fiume Cururù, nelle colline della sierra do Cachimbo, Stato del Parà.

Bosch e Wedde-1984-hanno anche raffigurato un uccello in cattività, identificandolo come A.farinosa inornata.

Entrambe le raffigurazioni mostrano chiaramente un amazzone con un ampia macchia di pelle bianca alla base della mandibola del’ uccello e scuri anelli oculari, entrambe caratteristiche non presenti nel tipico Amazzone farinosa. La risposta al problema del’ anomalo amazzone farinosa, viene dalla metà degli anni ottanta, quando Nelson Kawall un esperto avicoltore brasiliano, ha ricevuto poche inusuali esemplari di amazzoni , che si dicevano provenissero dalla parte bassa del fiume Tapajòs. La scoperta di Kawall condusse alla descrizione della amazzone di K .Secondo tale descrizione nove caratteristiche distinguono questa amazzone dalla  Amazzone farinosa. Le principali sono le chiazze bianche della pelle nuda alla della bassa mandibola, esattamente come gli uccelli raffigurati da Sick -1961, Bosch e Wedde-1984-, con la base rossa delle piume della coda. La descrizione originaria era basata sugli esemplari farinosa del fiume Juruà, un esemplare in cattività dalla collezione Grantsau, e due uccelli liberi nella collezione Kawall.

Grantsau e Camargo hanno anche menzionato un altro esemplare a detta di loro proveniente da Santarem,stato di Parà, ma questo non è stato usato come parametro.

Nessuno degli esemplari conosciuti ha una precisa data di localizzazione eccetto per i due esemplari del museo di S.Paolo, e l’uccello del museo parense Emilio Goeldi, che realmente è stato catturato da J.Hidasi il sette novembre 1955 a Itaituba, Parà, e non a Santarem  come riportato da altri.

Grantsau e Camargo hanno aggiornato nel ’90 l’edizione del 1989 con l’aggiunta di una tabella di misure di riferimento della A.Kawalli ed una mappa indicante la sua distribuzione mostrando due località separate da 1700 Km.

La validità della specie non è stata accolta unanimamente. Bosch e Parker 1996-hanno considerato l’amazzone Kawalli come una variazione individuale della stessa farinosa. Teixeiera-1993-è stato il primo a menzionare l’esemplare descritto da Stresemann che era considerato essere una farinosa identica alla Kawalli ed ha concluso che i successivi taxon non erano validi.

Ha notificato che le caratteristiche diagnostiche dell’amazzone  di Kawall si verificavano singolarmente o simultaneamente in alcuni esemplari de farinosa da lui esaminati.

Le chiazze di pelle della mandibola non erano ritenute avere un valore diagnostico, perché scomparivano sugli esemplari preparati e ” pelle”e chiazze dall’aspetto simile potevano essere riscontrate negli esemplari di Farinosa da museo, e perfino in alcuni esemplari di A.amazzonica.

La validità del nome ha generato controversie.

Dopo la descrizione di Grantsau e Camargo-1989, Teixeira in un commento personale del 1993 non ha ritenuto valido il nome Kawalli.

Collar e Pitman-1996-studiando il tipo di A. rubicauda, raffigurato da Streismann, scoprirono che il Kawall doveva prevalere sul Rubicauda.

Vuilleumier -1992-commentando nuove specie di uccelli descritti da 1981 al 90,  considerò che si necessitava di ulteriori informazioni per provare del’A.kavalli.

Dissero” Sentiamo che al presente evidenza di decidere quale sia lo stato di questa forma,la nostra classificazione lo include tra le species inquirende.”

Tuttavia Siblej e Monroe-1993-hanno incluso questa specie nella loro raccolta degli uccelli del mondo, senza fornire nuovi dati. Più recentemente analisi citotassonomiche di specie brasiliane del genere amazzona, condotte da Duarte e Caparros nel 1995, trovarono delle differenze nei cromosomi due e tre.

In questa sede si riporta la scoperta di pappagalli in libertà, che confortano la descrizione del’A.Kawalli, descrivendo habitat, distribuzione, voce, aspetti della loro ecologia e stato della popolazione,valutando inoltre il loro stato tassonomico.

Metodi

Delle 3 spedizioni realizzate in ricerca dell’A.kawalli, le prime 2 furono condotte dalla stazione ecologica Apiacas, a nord dello stato del Mato Grosso, durante un rapido programma di assestamento(RAP) con lo scopo di produrre dati come aiuto ai piani di ricerca della stazione. La spedizione è stata condotta dal 22 luglio al 15 agosto e dal 28 ottobre al 12 di novembre 1995 nelle acque basse del Rio TelesPires e rio Juruena, e alle alti sorgenti del Rio Tapajòs. La terza spedizione ha avuto luogo dal 6 al 20 Maggio 1996, quando esplorammo il Rio Tapajos dalla città di Itaituba fino all punto di incontro del Rio telesPires e Juruena, inclusi una parte dei loro affluenti.

La distribuzione delle specie è stata classificata visitando i luoghi che presentavano habitat favorevoli, come ad esempio le zone dove avevamo precedentemente osservato le specie, e anche le aree limitrofe che presentavano una flora e comunità differenti.

I pappagalli amazona furono osservati durante le camminate lungo linee trasversali tagliando le zone di vegetazione naturale, e abbiano inoltre fatto ispezioni in barca lungo il corso dei fiumi. Le esplorazioni avevano luogo giornalmente dalle prime luci dell’alba(05:30) fino a dopo il tramonto(18:30). Ogni pappagallo osservato o ascoltato durante questo tempo veniva registrato, con relativi dati personali, misure e tipologia dell’habitat(foresta semifitta, foreste di terra ferma, foreste di caccia, Buritizal e Campinarana o foreste a suolo sabbioso); le categorie di habitat seguivano lo schema RADAMBRASIL(1975). Ogni qualvolta un gruppo di amazzoni era osservato sia statico sia in cerca di cibo venivano classificate le misure, il numero di piccoli, tipi di piante ingerite e relative parti commestibili(fiori, semi, foglie, frutta, polpa o buccia) e abitudini generali. Ogni volta che veniva individuato un gruppo di uccelli intenti a mangiare prelevavamo un campione di cibo. Differenti gruppi si ritrovano durante i pasti per poi risepararsi. Ad ogni gruppo fu associato un campione di cibo. Abbiamo considerato validi i campioni di cibo che abbiamo personalmente visto ingerire e abbiamo scartato le prove indirette o da altrui riportate .Durante i tre campi di spedizione la distribuzione e la distribuzione della A. veniva visionata grazie alla ricerche lungo le aree  rivierasche dei fiume ove il fiume Tapajos  i suoi affluenti hanno  maggiore portata. Nelle aree  ove la specie era endemica la popolazione locale fu quantificata durante le soste notturne. Alla fine abbiamo fatto un conto di ogni sito. Durante il censimento la direzione del volo degli uccelli che arrivavano e dipartivano dai siti individuata, era la stessa per tutti gli uccelli, benché non arrivavano  e riportivano tutti nello stesso tempo. La direzione è stata registrata e usata come indice per la localizzazione delle aree generale di movimento per ogni gruppo di individui .Abbiamo usato queste informazioni per definire la distribuzione e per identificare le diverse popolazioni. Inoltre durante il censimento abbiamo anche contato i gruppi familiari(adulti e giovani)per stimare i novelli .I giovani venivano facilmente mentre volavano dai loro genitori, mantenendosi sempre nelle loro vicinanze.

Per stimare la relativa abbondanza della popolazione di A.kawalli, le traversate erano condotte seguendo le tecniche di Ralph e Scott-1981/1983-.

Le distanze  totali delle traversate, misurate in situ o prese da mappe furono  77Km a piedi e 180 Km in barca, durante luglio e agosto 1995;68 Km a piedi e 110 Km in barca in ottobre e novembre dello stesso anno, e 64 Km a piedi e 435 Km  in barca a marzo 1996.In tutto abbiamo camminati per 47 Km ad una velocità media di due Km/h attraverso la foresta semi decidua,38 nella foresta della Terra Ferma,30 negli habitat di transito tre la Terra Ferma sino alla foresta Floodplain, 42 nella foresta Floodplain,23 nella Campinarana, 7 nella Buritizal, 22 nelle aree di disturbo, e 725 lungo i fiumi con una barca.

Le traversate, condotte alla velocità di circa 5/8 Km/h, hanno permesso l’osservazione delle amazzoni in volo sopra la nostra testa o semplicemente posate lungo le rive. Il nastro di registrazione per il richiamo delle amazzoni era del tipo Sony tcn 5000 EV,e un microfono direzionale Sennheiser 80-E,e il sonoro è stato analizzato con la digitale UniscanII dal laboratorio di bioacustica del’ università statale di Campinas UNICAMP.Abbiamo fatto analisi comparative delle chiamate in volo della A.kawalli perché questo tipo di richiamo è stato considerato una caratteristica specifica dei pappagalli della specie.

Le registrazioni delle voci sono state depositate nel ‘archivio sonoro neotropicale ASN presso l’università statale di Campinas, alla libreria dei suoni naturali e al laboratorio ornitologico Cornell.

I dati relativi alla procreazione sono stati ottenuti grazie ad un parziale monitoraggio di due nidi.Altri 5 nidi furono rinvenuti in differenti stadi del ciclo generazionale e per questi  furono registrati l’habitat, specie, genus degli alberi da nido, altezza,numero di uova a nidiata .

Esemplari di A.kawalli n.8 e di A.farinosa n.33.

La morfologia e le caratteristiche dei nidiacei e degli adulti furono osservate su un campione di 22 uccelli di diverse età, presi dai nidi dagli indios Mundurucù e 78 adulti, animali da compagnia degli stessi locali. Abbiamo analizzato i dati di misurazione con un t-test che ha comparatole differenze principali e altre variabili tra l’A. kawalli e farinosa.

Per valutare l’estensione del’habitat della specie abbiamo usato la metodologia descritta da Sobredila e Bath -1992-.Standard per una rapida classificazione ecologica, una metodologia per gli ecosistemi non studiati con una mappa satellitare per definire caraterrizzazioni differenti habitat.

Sono state inoltre impiegate nove ore di volo per perlustrazioni aeree di tutte le zone sopracitate e di interesse.

Testo e adattamento di Guglielmo Petrantoni




Tony Silva: la variabilità della Amazona aestiva (seconda parte)

L’Amazona aestiva (SECONDA PARTE) Mar 25, 2015 | by Tony Silva traduzione  e adattamento di Guglielmo Petrantoni.

10

Leggi anche la prima parte di questo articolo:

Tony Silva NEWS: Le variabilità della Amazona Aestiva. PARTE I

 

I miei tentativi di chiarire lo status tassonomico di Amazona aestiva mi ha portato negli archivi di musei: Brasile, Stati Uniti e in Europa e ha portato l’esame di campioni in campo e ospitato come animali domestici in situ in tutte le parti della gamma. Ho anche contattato e ricevuto il parere prezioso di Antonio Chacón in Argentina, che per oltre 45 anni ha scambiato in breding soggetti selvatici e in cattività, con il molto preparato avicoltore brasiliano Renato Costa, che è specializzato in Amazona Aestiva. Il  mio attuale articolo ,qui non è inciso nella pietra ed è destinata a cambiare in futuro, ma rappresenta i dati raccolti nel corso di un periodo di 30 anni.

  1. a)agli inizi del 1600 al 1700, le esportazioni del Brasile principali erano lo zucchero, che ha lasciato il porto di Salvador di Bahia, e lo zucchero e l’estrazione da Rio de Janeiro; Salvador fu capitale del Brasile fino al 1763, quando si trasferì a Rio de Janeiro, il cui significato a quel punto doveva essere sviluppato .Sulle barche che trasportanvano lo di zucchero e dei prodotti delle miniere, altri elementi hanno lasciato il paese, tra cui uccelli vivi.Negli archivi di Indie a Siviglia, in Spagna ci sono trasporto manifesti contenenti gli elenchi degli oggetti personali dei marinai che visitano le zone tropicali e alcune di queste liste ma va specificato, pappagalli vivi e articoli personali. E ‘quindi lecito ritenere che il pappagallo usata da Linné stato portato in Europa da un marinaio, che lo ha venduto per un animale domestico; l’uccello è stato poi o verniciato con il suo proprietario (come era comune a quel tempo) e quindi utilizzato per descrivere la specie o visto vivo o come una pelle da Linné, che ha documentato sua colorazione. Tutto ciò comunque, non è disponibile per l’esame, ma è probabile che l’uccello ha avuto origine dalla parte meridionale della catena o più probabilmente la zona di contatto (come l’uccello identificato nella descrizione Linné’s suggerisce e come assegnato dal Hellmayr), che sarebbe stato vicino al porto di esportazione di Rio de Janeiro.

11

Il giallo sulla testa può essere estesa. (c) Frank. Questo file è rilasciato sotto la licenza 2.0 Generic Creative Commons Attribution

  1. b)la Auáis a mio parere il più eclatante, di forma separabili.È più proporzionato in forma e ha azzurro sulla fronte seguita da giallo oro, che forma una pettorina invariabilmente; la sua combinazione di colori è simile a quella trovata nel cubana leucocephala Amazona, con il bianco a lposto  di essere blu e il rosso nella gola da essere sostituito con giallo. Nella gamma delle A.aestiva sono copie carbone uno dall’altro. I maschi di solito hanno basi rossastre alle piume della gola. I centri di gamma su una linea che si estende da Goiás a Bahia, Tocantins e Piauí, possibilmente estensione Southernmost Maranhão, dove ho visto più uccelli in gabbia.

Questo distinzione alludono alla AUA è una specie separata o è una sottospecie separabile?

Sulla base di attuali presidi tassonomici, per Auá ad essere considerato come una specie valida e distinta da aestiva, avrebbe dovuto venire a contatto con aestiva e non ibridarsi. A titolo di esempio, Amazona ochrocephala e Amazona farinosa entrano in contatto all’interno di parti della loro gamma, ma sono chiaramente specie separate perché non ibridano. Sottospecie, tuttavia, possono attraversare quando entrano in contatto tra loro.

Il giallo sulla testa può essere estesa. (c) Frank. Questo file è rilasciato sotto la licenza 2.0 Generic Creative Commons Attribution

Un confronto tra aestiva e xanthopteryx. (c) Tony Silva

Per anni ho pensato che AUA non è ibridata con la tipica aestiva, ma ho visto gli individui in natura alla periferia del campo dove vengono a contatto con aestiva che non ha avuto il pettorale giallo definito; infatti gli uccelli visualizzati in modo chiaro le caratteristiche che hanno suggerito un incrocio tra AUA e Aestiva. I dati provenienti da studi di genetica molecolare suggerisce che il vero AUA sono geneticamente differenti. Questa forma sembra anche nido terrestre in termitaia, anche se una  più ricerca ricerca deve essere condotta. Questo concetto di nidificazione a terra può sembrare ridicola, ma lo stesso scetticismo emerso quando in Psittaculture (1991) ho indicato che Alipiopsitta xanthops allevato in termitaia terrestri e non ero un pappagallo Amazon; era al tempo conosciuto come xanthops Amazona. Ora è ampiamente accettato che xanthops comunemente nidifica terrestri e che è un membro di un genere separato (Alipiopsitta).

La mia ipotesi è che l’Auá è una forma particolare che alla fine sarà classificato come una sottospecie. Che ibrida con aestiva è come sottolineato accettabile a livello sottospecie.

Maschio AUA raffigurante la gola tipico rosso. (c) Tony Silva

Maschio AUA raffigurante la gola tipico rosso. (c) Tony Silva

  1. c)la zona di contatto tra aestivaxanthopteryx è molto ampio. In gran parte del centro e del sud Matogrosso e Paraná, in Brasile, le due forme si integrano liberamente; alcune popolazioni appaiono anche si ibridano con Amazona ochrocephala e questo alla fine si tradurrà in una ristrutturazione delle specie che attualmente consideriamo come distinti e alleati. Uccelli da queste zone, anche dalla stessa frizione, in grado di visualizzare prevalentemente rosso o una equa distribuzione di rosso e giallo dalla curva dell’ala. Petanto è accettabile a livello sottospecie e quindi non inficiare la validità di una sottospecie.
  2. d)Entro Brasile, si trova un’enorme variabilità nella quantità di giallo e blu sulla testa, ma c’è costanza se si esamina una sufficiente serie di uccelli.In termini generali, gli uccelli dal Brasile a nord del sud Matogrosso, Mato Grosso do Sul e San Paolo hanno limitato quantità di colore giallo sulla testa; si estende raramente al di là delle copritrici auricolari e in genere si estende appena passato la parte posteriore dell’anello periophthalmico. Il blu è limitato al fronte ealla fronte. A sud di questi tre stati, si trova soggetti con molto più colore. Ho trovato individui a Bonito in Mato Grosso do Sul, Poconé in Matogrosso e Itapetininga a San Paolo che doveva giallo si estendono al di là delle copritrici auricolari per l’ultima parte della corona e della gola. Questi individui si sono verificati in popolazioni di individui meno colorato.

    Il Blu-frontale Amazon a sinistra. A volte il colore giallo non è visibile. (c) Snowmanradio. Questo file è sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

    Il Blu-frontale Amazon a sinistra. A volte il colore giallo non è visibile. (c) Snowmanradio. Questo file è sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.

    I campioni brasiliani del nord-est sono più grandi e più lunghi di quelli da Matogrosso e San Paolo, ma più piccolo di xanthopteryx dal Chaco.

    I soggetti provenienti da Bolivia, Paraguay e Argentina mostrano anche tremenda Variazione di colore e dimensioni. Le specie dalla Paraguay orientale e la maggior parte della provincia di Formosa in adiacente Argentina tendono ad essere più piccoli e più opaco rispetto a quelli della regione del Chaco, che sono più colorati (sportive più giallo sulla testa e la curva delle ali), sono più grandi, in possesso di un coda più lunga, avere un accenno di giallo fino alle cosce e hanno più leggeri sotto parti verdi, spesso bluastro accennato. Gli individui un po ‘più piccoli di quelle del Chaco e possiedono meno gialla alla testa, più blu sulla testa, più rosso per la curva dell’ala e una più scura parte verde si verificano a Salta occidentale e nord-occidentale e Jujuy in Argentina, nel centro di Paraguay e centrale Bolivia. Gli individui con una pari quantità di giallo e blu per la testa, il blu essendo più leggero, e circa la stessa quantità di rosso e giallo per l’ala si verificano in Santiago del Estero e Tucumán in Argentina. In dimensioni assomigliano uccelli Chacoan.

    LEGGERE Q & A: “E ‘bene dare miei uccelli antibiotici, vitamine e minerali ogni mese?”

    Il soggetto Chaco sembra nel nido in un momento diverso rispetto agli altri tipi. A titolo di esempio, all’interno della gamma Argentina, che si estende da Juan José Castelli in Chaco Provincia per la città di Joaquin V. Gonzalez a Salta e sud a Santiago del Estero, il giovane mette le ali, fino ad un mese dopo gli altri tipi.

    e)Gli uccelli blu con la testa brasiliana differiscono in modo significativo dagli individui trovati nella Sierra de Santa Bárbara negli stati argentini di Salta e Jujuy. Questi individui mostrano un colore verde opaco, completamente curva verde dell’ala e teste verdi con a volte un lavaggio blu, ma non giallo. Essi sono di piccole dimensioni e sono sottili nellacorporatura. In molti modi si assomigliano un Amazona mercenaria. Questa popolazione sembra isolata, e quindi sembrerebbe essere geneticamente distinta. I tentativi di studiare non sono state effettuate. Ornitologicamente  parlando questa forma può essere romanzo, ma la sua colorazione opaca non renderebbe ambita.

    1. f)L’uccello attualmente chiamato Pyrrhura perlata perlatauna volta era chiamato Pyrrhura rhodogaster, fino a prova è emerso che in realtà le pelli usate per nominare il modulo dal ventre rosso erano in perlata infatti, il Pearly Conuro, un’altra  Credo che lo stesso si è verificato con Amazona aestiva: la forma nominato da Linné era in realtà sotto forma successivamente identificato da Berlepsch come xanthopteryx, lasciando la forma dell’ala rossa senza un nome e fare Berlepsch’s xanthopteryx Questo lascia aperta questa specie per citarne modifiche.

    Si suggerisce di visionare l’articolo di Marcolino,L.M.,Mittman,J. della Università do Vale do Paraìba : Polimorfismo de Amazona aestiva do Criaduro Conservacionista da Universidade do Vale do Paraìba-Un estudio piloto.

    e)Gli individui con blu significativo in faccia (giallo essendo limitato alla regione periophthalmica) si verificano in tutte le popolazioni, ma in Brasile sembrano essere concentrati per gli stati del sud di San Paolo, Rio de Janeiro, Paraná e Rio Grande do Sul.Alcune di queste popolazioni sono probabilmente introdotti.Questi uccelli possiedono sia rosso e giallo dietro le quinte.




L’ Amazona barbadensis rothschlidi (Hartert, 1982)nell’isola Bonarie

 

Parrot di Bonaire, Yellow-shouldered parrot (GB); Amazone à èpaluettes jaunes (F); Geelvleugelamazone (NL); amazone spalle gialle (I).

Chysotis rothschildi  Hartert, bull. Brit. Orn. Cl.,1, 1982, p. 13.

Il carismatico pappagallo  dalle spalle gialle (Amazona barbadensis), o Lora come è noto a livello locale in lingua tradizionale Creola  il Papiamento, è considerato vulnerabile e  minacciato di estinzione.

Cartografia della località 12°11’ N 68°15’W

Cartografia della località 12°11’ N 68°15’W

 

 

 

 

 

 

Ci sono solo circa 900 pappagalli rimanenti  nell’isola di  Bonaire, isola di 288 km quadrati di cui 48 km quadrati sono Parco Nazionale sin dal 1969. Altre  popolazioni  sono presenti sulla costa del Venezuela, nonché sulle isole di La Banquilla e Margherita.  Storicamente, i pappagalli  sono anche vissuti  sull’isola di Aruba, ma si sono estinti lì nel 1940.  Bonaire ospita la sola  popolazione nativa  che sopravvivere al di fuori del  Venezuela.

La popolazione  del pappagallo Amazone  dalle spalle gialle è minacciato dal bracconaggio, così come la perdita di habitat e il degrado ambientale. I bracconieri prendono i  pulcini dai loro nidi al fine  di vendere nel commercio locale e internazional,e come animali domestici, a volte danneggiando in modo permanente i nidi. Bonaire non ha mai recuperato dal taglio storico degli alberi (la maggior parte dei quali ha avuto luogo nei primi anni del 1800). Anche se gran parte di Bonaire è coperto da foreste, capre e asini sono invasivi e  danneggiano o distruggere gli alberi che sopravvivono, riducendo la biodiversità di specie vegetali e arboree. In aggiunta a queste pressioni, l’habitat dei pappagalli è in continuo pericolo , causato dallo sviluppo commerciale e residenziale.

Tronco di Bulnesia arborea

Tronco di Bulnesia arborea

. Interno del tronco con una femmina in cova.

Interno del tronco con una femmina in cova.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il pappagallo Amazzone dalle spalle gialle misura da 33 a 35 centimetri (da 12 a 13 pollici) di lunghezza e di peso compreso tra 270 a 320 grammi,  essi sono grosso uccelli con un forte testa, con ali arrotondate, e una coda corta, che mostra  meravigliosi colori durante i’eccitamento  o  nei display aggressivi. I loro corpi sono di colore verde brillante con un viso giallo e corona. Le loro ali sono gialle “spalle” con piume rosse e blu su l’ala inferiore; sono di solito visti in coppia e possono essere identificati da una distanza dalla loro rapido battito d’ala. Non vi è alcuna differenza visibile tra maschi e femmine.

Tra le spine del cactus

Tra le spine del cactus

 

6

Tra gli alberi di Bulnesia arborea

 

 

 

 

 

 

 

 

La durata in vita di selvatici Amazzoni spalle gialle non è nota, ma si stima che sia circa di  40 anni  in  Bonaire. L’Amazona barbadensis vive nella foresta secca.  Le coppie nidificano in cavità che  si trovano in alberi o nelle scogliere che sono sparse per l’isola piace appollaiarsi in cima al cactus spinoso che sono comuni sull’isola. Si nutrono di foglie, semi, frutta da una grande varietà di alberi e piante coltivate. Uno dei loro frutti preferiti è la, zucca verde corazza dura, una piccola zucca che staccano dagli alberi con i loro becchi taglienti. Il guscio duro del calabash spesso si crepa  quando colpisce il suolo, rivelando la polpa al suo interno, molto gradita ai pappagalli.

zucca di calabasch (Lagenaria siceraria)

zucca di calabasch (Lagenaria siceraria)

 

 

 

 

 

 

 

La stagione di nidificazione per i pappagalli si verifica tra maggio e agosto. Essi non costruiscono i propri nidi, ma piuttosto devono trovare una cavità preesistente in un albero o  nella scogliera. La maggior parte delle coppie rimangono insieme per tutta la vita e utilizzeranno la stessa cavità nido ogni anno. La femmina produrrà, in media, tre uova che verranno incubate per 28 giorni. Durante l’incubazione e mentre si prende cura dei giovani pulcini, la femmina si basa totalmente sul maschio al fine di fornire lei ei loro pulcini con il cibo.. Nel giro di due mesi, si sono cresciuti notevolmente e assomigliano agli come uccelli adulti. Anche dopo aver lasciato il nido i  giovani uccelli dipenderanno dai  loro genitori e rimarranno in gruppi familiari per diversi mesi.

Adattamento e traduzione di Guglielmo Petrantoni

Diritti ed  informazioni © 2015 Echo




Amazona dufresniana – Amazzone dalle guance blu

 Amazona dufresniana

Dopo tanti tentativi finalmente possiamo dire che per la prima volta in Italia e per la terza in Europa si è riprodotta in cattività l’Amazona dufresniana dufresniana (Shaw, 1812).

un evento raro ed eccezionale: incomincio dall’inizio e percorro tutte le tappe!

 

Era il 2003 quando sono venuto in possesso di una coppia adulta di amazzone dalle guance blu. I due pappagalli erano molto colorati e in perfetta piuma, ma estremamente nervosi, tanto che la prima sistemazione fu in una voliera sospesa, in mezzo alla vegetazione, dalle dimensioni di 2 metri di profondità, 1 metro e 50 di altezza e 1metro di larghezza. La porta a cui accedevo per somministrare il cibo era cieca, non solo al fine di rendere sicuro lo sportello dell’alimentazione, ma anche per dare agli stessi un senso di protezione e tranquillità!

Allo stato naturale l’Amazona dufresniana dufresniana abita nelle impervie e impenetrabili foreste tropicali umide, sui dorsi montagnosi interni del Tepui (Suriname), dove le variazioni di temperatura sono continue! Cito questo anche perché la stagione che stiamo vivendo in Italia molto assomiglia alle condizioni favorevoli per la riproduzione di tali uccelli.

La situazione di alloggiamento citata fu adottata per due stagioni riproduttive, avendo avuto cura di posizionare il nido di spalle alla porte cieca, così da ispezionare l’interno senza disturbare.

Non voglio dare la colpa al tempo o alla alimentazione, ma nei due anni, anche se molto affiatata, la coppia non diede alcun segno positivo per la riproduzione e la cavità per deporre venne completamente ignorata.

Nell’inverno 2006 decisi di spostare la coppia in una voliera molto isolata di 3 metri per 4, alta 2, con un rampicante di edera che ne copriva la metà. Posi il nido di dimensioni discreta, altezza 50 cm., con una base di 30 x30, che la stessa avrebbe potuto con agio frequentare, dotato di una apertura da12 cm., nella parte più interna della voliera e lontano dalle mangiatoie.

Non credo che la soluzione abbia prodotto effetto,  dato che per tre anni le amazzoni rimasero inattive, nervose e per nulla interessate al nido o a qualsiasi atteggiamento che potesse far credere a un accoppiamento. Inoltre, osservando il maschio, se pur bello e affiatato con la compagna, non posso affermare che l’abbia mai corteggiata, tanto che, dubitando della bontà di entrambi, li  sottoposi a una endoscopia conoscitiva dei loro organi riproduttivi: tutto in ordine come nel 2003, ovaie complete e maschio pronto!

 

Occasionalmente in visita presso un amico, potei osservare  che era in possesso di un maschio molto bello e vedovo, al quale, secondo suo dire, era impossibile trovare una femmina nuova, visto che la sua era deceduta. Concordatone il prezzo, mi adoperai per portarlo a casa!

Questa volta però mi preoccupai di spostare la coppia in un nuovo sito e di cambiare il maschio.

Nella  primavera dell’anno 2010 concordai con il mio amico di sempre,Claudio Garani, di portare nel suo allevamento la coppia e il nuovo maschio, al fine non solo di riposizionarla, ma di provvedere alla sostituzione!

Detto fatto e in una voliera lunga 3 metri, larga 1, chiusa da entrambi i lati e a cielo aperto solo per 1 metro, la nuova formazione di coppia fu posizionata in attesa di un proficuo accoppiamento. Naturalmente è inutile dire che il nuovo maschio, per altro pezzato di giallo, cominciò subito a mostrare interesse verso la compagna, che venne ricambiato.  . . Questo atteggiamento, in effetti, dava molte buone possibilità di una favorevole conclusione, anche se devo dire che il nervosismo degli stessi non era cambiato, allorquando si accorgevano di essere osservati da occhio umano!

Si procedette in tal modo per tutta la stagione riproduttiva, senza però risultati concreti. Ma qualcosa nell’aria era cambiato: la femmina manifestava atteggiamenti che prima non aveva mai avuto e il maschio faceva di tutto per assecondarla e proteggerla. Tuttavia alla fine della stagione nulla di più.

 

 

In questo lungo calvario, durante il quale con il mio amico facemmo mille supposizioni e altrettante valutazioni che andavano dal cambiamento dell’alimentazione o da sue integrazioni o  al mutamento, per l’ennesima volta della posizione, decidemmo di cambiare voliera.

La nuova sistemazione per il 2012 era costituita da una voliera destinata alle ara, di grandi dimensioni, all’interno di un lungo corridoio dove altri soggetti, non della stessa specie, erano alloggiati, lontano da occhi indiscreti e in un’area riservata. Dentro fu posizionato un nido orizzontale per ara, che dava possibilità di ispezione dall’interno di un altro corridoio. Prima dell’inizio della stagione primaverile che prelude alla deposizione, probabilmente grazie alle intuizioni di Claudio, vennero posizionati altri due nidi, però entro la voliera: uno all’altezza del capo di un uomo e l’altro all’altezza della cintola, agli estremi della voliera. Questa soluzione, benché non avrebbe dato la possibilità di controllare l’interno dei nidi, era stata dettata dall’acuta osservazione di Claudio, il quale aveva notato che, subito dopo il posizionamento, la coppia, forse incuriosita, aveva incominciato a frequentarne il più basso!

Sicuramente si trattava di un falso scopo, per indurre chiunque a pensare che la si sarebbe potuta trovare in quel nido. Invece non era così, in quanto alternativamente si spostavano verso l’alto, in quello iniziale delle ara, per frequentare e scavare. Ai primi di maggio del 2013 la femmina, dal    nido basso , che frequentava con  assiduità, risultava assente nella voliera e  non vedendola più ho pensato che stesse deponendo, ma a tradirne la reale localizzazione, fu il maschio che sostava all’ingresso o nei pressi del nido alto.

Questo fece supporre che indubbiamente si sarebbero potute avere delle uova. Erano solo congetture, ma “buttammo aglio alle spalle” e sperammo. Alla fine il risultato c’è stato. Infatti era stato deposto il primo uovo!

Non importava se buono o meno, era lì il primo uovo, fatto eccezionale per una coppia di pappagalli  caratterialmente difficili! Basti pensare che le non numerose coppie presenti in Italia da decenni non hanno mai nidificato e che solo un allevatore danese e uno tedesco in Europa hanno fatto sì che la propria coppia riproducesse e portasse al compimento dei piccoli. Ho notizia di riproduzione nella Repubblica Ceca, ma non vi sono riscontri attendibili. Tutti gli altri non hanno mai ottenuto nulla.

Bene! La prima operazione fu di portare in incubatrice l’uovo e attendere, mentre la femmina deponeva. Dopo due giorni sottraemmo un secondo uovo da porre nell’incubatrice e così via sino al sesto. Fu sbalorditivo il fatto che fecondi ne sono risultati cinque e che solo uno era vuoto.

Certo non fu impresa facile sottrarre un uovo alla femmina, dato che essa, al minimo rumore sospetto, si precipitava al nido. Perciò bisognava attendere i momenti di pausa in cui si recava a mangiare. Fu estremamente stressante, ma il risultato impagabile!

Dopo che i cinque nuovi soggetti furono al sicuro decidemmo di lasciare tranquilla la femmina e far sì che iniziasse una seconda deposizione, nella quale essa stessa avrebbe dovuto provvedere alla cova!

La cova procedeva regolarmente, i battiti dei soggetti erano regolari e in diminuzione proprio perché si avvicinava la schiusa: eravamo ansiosi e contenti, e con noi anche tutti quegli amici allevatori che ci hanno seguito in questo calvario . . . e che credono nella bontà di un’informazione corretta che viene loro fornita.

Siamo ai primi del mese di giugno, in attesa delle schiuse, momento difficile per poter dire di avere piccoli in crescita . . .

Oggi, nella giornata del 19 giugno, direi storica per il mio amico “ciccio” Garani e per me, possiamo annunciare la nascita dei primi due piccoli di A. dufresniana: grande emozione! I pullus stanno bene e godono di eccellente salute e colorazione della pelle. Li monitoriamo continuamente, anche perché sono state usate due balie eccellenti: una amazzona aestiva di provata “rettitudine” e un Cakariki, certo un piccolo, ma solerte e attento pappagallo, che riesce – grandezza permettendo- a imbeccare qualsiasi giovane di amazzone, il resto tocca a noi farlo al momento giusto! Sono nate le seconde amazzoni dufresniana, e posso dire che è stato raggiunto un bel traguardo, anche perché possedere delle amazzoni nate in cattività, darà più facilità al mantenimento e alla riproduzione della specie.

Già oggi penso al futuro, ma è solo una visione positiva dopo tanti fallimenti. Tuttavia ho voluto scrivere e particolareggiare questo evento affinché ogni allevatore non si disperi per la mancata deposizione dei propri pappagalli: è solo una questione di tempo e di costanza, poi tutto viene ampiamente soddisfatto, allorquando ci si applica e si seguono consigli appropriati.

Vorrei citare a questo punto, due delle cinque regole di Farley Mowat:

Ascolta il tuo istinto e non seguire troppo il tuo ragionamento;

Sii un bravo animale e sarai un brav’uomo_

Forse queste massime mi hanno aiutato !

 

Testo e foto

Guglielmo Petrantoni

Senza titolo-1