Molto spesso l’allevatore agisce sulla alimentazione dei propri pappagalli regolandosi in proprio, secondo come istinto lo guida! Meglio sarebbe se si conoscesse la morfologia del corpo… degli psittacidi, altrimenti meglio lasciar perdere.
Alimentazione di alto contenuto di proteine e carboidrati, ma poveri di lipidi
Per comprenderne il giusto alimento bisognerebbe guardare in natura, ove gli stessi si nutrono di una varietà immensa di alimenti. Certo, non per tutti questo è possibile, allora, con il frutto della mia personale esperienza, valutata sul campo in Sud America, e con l’aiuto delle notizie fornitemi da Tony Silva alla convenzione tenutasi a Creta in settembre cercherò di fornire informazioni utili per la conduzione alimentare del Genere Amazona, con piccoli riferimenti ad altre specie.
La lista degli alimenti non è la soluzione definitiva, in quanto nel corso degli anni si sono aggiunte novità. Per esempio, riferisce Silva, ora si sa che la corteccia svolge un ruolo importante per la disintossicazione degli uccelli, i quali , come leggerete più avanti, usano nutrirsi di molti elementi che contengono tossine e che, insieme ad altri alimenti di cui si cibano, completano la dieta, o meglio, bilanciano la dieta stessa.
Tali alimenti sono fluorescenze, frutti e semi e saltuariamente le fonti di proteine come lucertole o addirittura passeriformi. In natura alcuni cibi sono disponibili per la maggior parte dell’anno, ma in effetti il frutto viene consumato solo ad un certo stadio di sviluppo o allorquando, nel momento dell’involo, scarseggino alcune risorse alimentari.
Alcuni elementi mangiati dai pappagalli sono all’assaggio assai sgradevoli, come i frutti di Clusia sp., un fiore che porta un frutto, preferito da molti Pirrrhura. In effetti all’assaggio è poco piacevole ,eppure i pappagalli ne vanno matti, come anche per lo Spondias mombin, di cui consumano rapidamente la polpa amara e dopo passano a beccarne il seme. Questa pianta è un’importante risorsa alimentare per molti pappagalli, della quale preferiscono consumare il frutto quando è verde e non quando è di colore giallo o arancio, momento in cui risulterebbe saporito, dolce e maturo.
Amazzoni che si cibano di terra Per annullare le tossine ingerite.
In natura, per scoraggiare la predazione, le piante concentrano composti tossici in semi, frutti, fiori e baccelli. Questi alcaloidi non sono di ostacolo per i pappagalli, ma evitano che altri animali, come le scimmie e i pipistrelli, usufruiscano della medesima risorsa lasciando i pappagalli senza cibo. Per annullare gli effetti degli alcaloidi assunti si vedono tuttavia costretti ad ingerire argilla o corteccia ed alcuni fiori di bromeliacea, che provocano l’espulsione delle tossine.
Ma è talmente vasto e complesso parlare di alimentazione dei pappagalli in natura che un intero libro non basterebbe per trattare l’argomento in termini esaustivi.
Tutti i pappagalli mangiano una enorme varietà di elementi e sono opportunisti, mangiando ciò che è disponibile e adeguando le proprie esigenze alimentari alla stagione o alla fase di allevamento. Suggerisco quindi che in cattività nessuna singola dieta deve essere utilizzata su tutta la linea per tutti i pappagalli e per tutto il tempo!
La mia è un’opinione maturata in lunghi anni di allevamento controllato sul campo, sia da me sia da diversi stimati allevatori, e da una bibliografia specifica copiosa, ma molto lontana dall’essere completa. Pertanto le mie riflessioni servono solo a fare un po’ di chiarezza per quanto riguarda le esigenze pappagalli.
Oggi molte ditte europee, americane e canadesi hanno reso molto popolare le diete a base di estrusi e gli stessi produttori suggeriscono che il prodotto dovrebbe costituire il 90% della dieta; alcuni dati dicono che gli uccelli possono vivere su pellet e acqua e tale dieta è certamente molto meglio di un composto formato da grassi e da miscele di semi. Domandiamoci però se questa dieta con estruso sia veramente ideale, a lungo termine, per la salute fisica e mentale del pappagallo, considerato che non sappiamo se la maggior parte dei pappagalli siano vissuti a lungo e quanto tale nutrizione abbia influenzato o influenzerà la loro salute nel lungo termine e attraverso generazioni.
La maggior parte delle ditte produttrici di estruso ha sempre effettuato studi nutrizionali a base di pollame, mentre solo qualche ditta possiede un centro studi alimentare basato sui pappagalli. Ciò è insufficiente, se consideriamo che i pappagalli sono molto diversi dal pollame, che viene allevato per una esistenza in vita ristretta (un paio di mesi per carne e due anni per produrre uova). I pappagalli hanno una vita molto più lunga, crescono più lentamente e sono arboricoli, tutto l’opposto del pollame .
Di conseguenza non ritengo che il pellet debba costituire l’unica dieta, ma tutt’al più un massimo del 50% giornaliero dimensionato alla taglia del soggetto e solo come mantenimento, poiché più povero di proteine. Ribadisco che le proteine non opportunamente dosate, su animali che sono frugivori, porterebbe alla “gotta “, non facilmente diagnosticabile in tempi utili.
Verdure, carote, peperoni, pomodori, radicchio tra i preferiti.
Certo, le diete a base di semi, frutta, verdura sono insufficienti per sostenere un uccello a lungo termine, anche se nel passato più generazioni di allevatori hanno condotto e sposato questo tipo di dieta, che comunque porterà carenze. Pertanto la dieta ideale sarà costituita per metà da pellet da mantenimento e per l’altra metà da semi vari, frutta e verdure di stagione, con una variante di pellet con più proteine durante il periodo dell’allevamento.
Suggerirei di fornire semi piccoli e pochissimi semi grandi, altrimenti i primi ad essere mangiati sarebbero i grandi e i semi più piccoli resterebbero sul fondo dove frequentemente vengono ignorati. Pertanto non bisogna esagerare sulla quantità. Considerate sempre la taglia del soggetto per stabilire la quantità di cibo.
Per tanti allevatori specialmente, “hobbisti”, è necessario offrire una quantità molto varia e, quanto ai semi, non superare mai il 60% della dieta complessiva. Alle Amazzoni, che sono a rischio di obesità, bisogna somministrare semi a basso contenuto proteico.
Suggerisco di fornire a giorni alterni semi di girasole piccoli, cartamo, canapa e poche arachidi sgusciate non tostate; oppure misto miglio, avena, grano saraceno, semi di zucca. L’intento è di fornire massima varietà per incoraggiare il pappagallo a mangiare tutto.
La dieta ove venga utilizzato il fagiolo cotto o altri legumi è eccessivamente antiquata, dato che la cottura elimina i principi attivi del legume, e risulterebbe letale per alcune specie. Infatti la contaminazione con agenti patogeni è sempre presente, anche perché, lasciati a disposizione per troppo tempo, i legumi creano immediate muffe. Devono essere lasciati al massimo 30 minuti, poi vanno tolti, quindi la ciotola va lavata e asciugata.
Per i pappagalli che necessitano di diete grasse come le are è bene dare una varietà di noci pecan, nocciole, macadamia.
Molti sono gli alimenti che possono aiutare ad arricchire la dieta, come i frutti delle palme ornamentali, delle quali i pappagalli amano masticare il rivestimento fibroso, ma non sempre sono reperibili. Alcune erbe selvatiche sono eccellenti come il Cerastium oppure il Taraxacum officinale, compresa la radice; l’unica avvertenza è che provengano da ambiente privo di sostanze chimiche (diserbanti).
Come ho già accennato, i frutti in genere vanno somministrati quando non sono all’apice della maturazione, nel momento in cui gli zuccheri sono in crescendo. Molte arance, specialmente quelle amare, sono appetite ed ogni altro frutto come i mandarini quando ancora sono in apparente maturazione.
I frutti tropicali sono eccellenti, benchè costosi, ma nutrizionalmente superiori alla frutta europea. Mango, papaya, guava, Optunia cactus (Fico d’india), carambole, sono molto adatti alle amazzoni. L’elenco è lungo e può variare da regione a regione e da stagione a stagione.
Verdure fresche a disposizione
Le verdure sono un ottimo e completo alimento più della frutta.
Peperoncino, carote, okra che a fronte di un basso contenuto calorico contengono abbondanti vitamine (A, B6, C, tiamina, acido folico, calcio, zinco e fibra alimentare che facilita la regolazione dello zucchero nel sangue), barbabietole, fagiolini, broccoli, piselli freschi, zucca, patate dolci e jiacama (pianta rampicante messicana che produce tuberi come le patate).
Verdure come indivia, scarola, spinaci , cicoria, cime di barbabietole, alcune verdi come spinaci, bietole e cavoli contengono ossidanti che possono influenzare l’assorbimento del calcio e quindi vanno somministrate con parsimonia. Le altre non sarebbe male offrirle cotte a vapore!
Un suggerimento.
“Durante l’alimentazione bisogna essere creativi, di mentalità aperta e fare uno sforzo supplementare per agevolare l’appetito dei pappagalli. Il risultato sarà chiaro ed evidente: lucentezza e intensità del piumaggio, il comportamento e il suo stato generale di salute”. T. Sylva 2015.
Prevenzione all’obesità delle Amazzoni.
Li definirei pappagalli curiosi e golosi. Restano davanti alle ciotole con cibo sino a quando non è terminato l’ultimo pezzetto del tanto desiderato cibo!
Questa golosità li predispone all’obesità, soprattutto quando sono alimentati solo con una dieta di semi grassi (girasole, cartamo, canapa ed altri). Colpiti dalla obesità anche la fertilità viene meno.
La natura sedentaria delle Amazzoni si differenzia a secondo della specie: l’Amazona xantholora raramente va in sovrappeso in quanto è un membro attivo della specie, mentre l’Amazona auroppaliata e l’Amazona oratrix sono meno inclini a volare e molto più inclini a spostarsi camminando tra i rami e la rete della voliera. Tale natura sedentaria, tipica un po’ di tutte le Amazzoni, dovrebbe essere monitorata con attenzione per adottare misure appropriate.
Linee guida:
Inserire una dieta a basso contenuto di grassi; in inverno si possono aggiungere dei semi di girasole in più rispetto al periodo estivo.
Vi è una formula in cui il pappagallo dovrebbe consumare il 10% del proprio peso corporeo in cibo quotidiano, ma non è molto affidabile, influiscono molte variabili come il clima, l’età, il livello di attività del singolo. Importante è che l’animale consumi il proprio pasto in 15-20 minuti. Ciò lo si può ottenere con l’offrire cibo, riducendo o aumentandone la quantità giornaliera, con attente osservazioni: non bisogna mai riempire la ciotola al colmo perché essi mangerebbero in continuazione e quindi metabolizzerebbero in continuazione.
Evitare di alimentare con frutta il cui contenuto di zucchero favorisce il deposito di grasso corporeo; nutrire invece con verdure, in particolare quelle ricche di betacarotene (patate dolci, carote, zucca), insomma con ortaggi.
Le gabbie per coppie devono essere di 3 metri al minimo e i posatoi devono essere posti lontano per indurli a volare. Uno dei posatoi dovrebbe essere raggiungibile solo in volo (le pareti della gabbia siano lisce!)
E’ necessario fornire degli arricchimenti per incoraggiare l’attività che brucia calorie (Foglie di palma, corde sospese, rami freschi di salice).
Queste attività o energia spesa indurrà lo sviluppo delle gonadi! Questo porterà l’animale ad una stagione riproduttiva feconda, riducendo nel contempo l’infertilità.
Tale vitale monitoraggio permette di ottenere Amazzoni di peso adeguato.
Articolo di Guglielmo Petrantoni,
con suggerimenti e notizie di Tony Silva.