Amazzona Auropalliata

AMAZZONE A NUCA GIALLA – Amazona (ochrocephala) auropalliata (Lesson, 1842)

 

francobollo dell ‘Honduras che riproduce la Amazzone o.auropalliata caribea;anno 2001.

Inglese: Yellow-naped amazon

Olandese: Geelnekamazone

Tedesco: Gelbnackamazone

 

Nomi alternativi

Golden-naped amazon, Loro nuquiamarillo (nominato alle falde del vulcano Masaia), Loro nuca amarilla (dalla lista del Ministero Nicaraguense –Marena).

Di colore base verde chiaro con una vistosa striscia giallo brillante per tutto l’arco della nuca,che talvolta si riunisce sotto la gola, questa in funzione dell’età è più o meno estesa, in taluni soggetti è appena accennata o del tutto assente nei soggetti che provengono da aree diverse del territorio nicaraguense sul Pacifico o sul Mar dei Caraibi.

Becco grigio con toni che tendono al nero ad esclusione di quei soggetti provenienti dalla laguna del Masay che hanno il becco avorio, contorno orbitale e zampe grigie. Iride qarancione nel maschio e rosso arancione nella femmina. Le remiganti con riflessi bluastri, e con una piccola macchia rossa sulla parte esterna delle secondarie,  contorno dell’orifizio azzurro tenue. Una piccola macchia triangolare sulla fronte è presente sulla Amazona a. parvipes, che per taglia arriva a soggetti molto piccoli rispetto alla Amazona auropalliata tipica, la differenza è sostanziale trattandosi di pappagalli che vivono agli estremi delle coste e che difficilmente possono mischiarsi.

Biometria

Ali 209-234; coda 106-125, tarso 25-29; lunghezza 35 cm.Peso 300-400. Transitata di recente nell’allegato A della Convenzione.

Amazona o.auropalliata di mutazione Isabella

Voce

Ampia varietà di urla, richiami e fischi; i brontolii sono abbstanza comuni in volo inclusi rombanti e rauchi suoni ripetitivi com.e K’chow chow, oppure K’chepchep; poi una serie di suoni risonanti, crescenti di tono, tipo kwok, quasi simile al suono dell’oca in fase di “atterraggio”.(Junniper-Parr 1998)

Caratteristici i rrowh o grrowh.

Questi richiami sono comuni a tutte le sottospecie delle Amazzoni auropalliata mentre le Amazzoni a. parvipes e caribea, posseggono una loro caratteristica gamma distintiva di suoni tipo chrr-rrr uhtt-rr, e urla sommesse, lontane, rauche e acute tipo h-rrah, h-rrah … e,  rr-aah rrowh, rr-aah rrowh, e h’rrah rrah – rrah – rrah – rrah – rrah. Tutte le diverse sottospecie sono considerate tra i pappagalli meglio dotati dal punto di vista vocale e la loro capacità di imitare la voce umana.Riescono a produrre suoni modulati in sequenza, tanto da comporre vocalizzoazioni in tono ascendente e discendente, imitando ritornelli di canzincine o fischiandone il ritornello. In buona sostanza , di tutte le amazzoni da me possedute potrei dire con certezza che è la più disponibile alla ricezione, con un buon numero di ripetizioni.

 

Distribuzione

Di questa specie fanno parte, oltre alla sottospecie nominale la sottospecie Amazona a. parvipes ed Amazona a. caribea, entrambe ancora oggi poco conosciute anche se tra il 1986 ed il 2002 in tutta Europa si sono avutre regolari importazioni. La differnza di intensità di giallo sulla nuca, ha portato gli allevatori a preferire i soggetti più grandi e colorati, considerando la piccola Amazona a. pervipes un tipo meno desiderabile , ma sebbene questi soggetti siano stati presenti nelle medesime spedizioni in misura molto inferiore(1 a 12), ove per altro la provenienza territoriale è molto diversa.  Questo ha costretto gli esportatori del posto ad acquisire solo animali vicino la capitale Managua alle falde del vulcano Masaia, che è posta ad ovest del paese ed è luogo di concentramento di molte ditte  esportatrici del settore.

Lungo tutta la costa dell’Oceano Pacifico da El Salvador, le Regioni: Chinandegia, Leon, Managua, Carzo, Granada, Rivas e parte della Costa Rica, è presente la Amazona auropalliata auropalliata senza sostanziali variazioni di taglia e di colori. Sulla cosa del Mar dei Caraibi e nelle regioni circoscritte dell’Atlantico del Nord e  del Sud, è presente l’Amazona aurocapilla pervipes. Biosgna inoltre fare attenzione a non confondere l’Amazona A. caribea con l’Amazona ochrocephala hondurensis, che si distingue dalla precedente per avere la parte inferiore del becco di colore corneo pallido e per essere presente nelle solo due isole prospicenti l’Honduras.

Intorno agli anni ottanta, sono stato per un lungo periodo in Nicaragua, dove la curiosità e la voglia di sapere mi hanno spinto a visitare territori ampi e selvaggi. Ho contattato esploratori e ho visitato luoghi di raccolta e di cattura; ho anche parlato con “acopiadores”, i cercatori di animali presso gli Indios.

Bene il risultato è stato in un certo senso confortato da dati di fatto che riassumo così: l’Amazona auropalliata pervipes è addensata in un’area nicaraguense estrema ad est di Managua e nella Regione Autonoma dell’Atlantico del Nord, regione coperta da grandi foreste pluviali e di scarsa densità demografica; San Jeronimo e Santa Fè sono dei minuscoli agglomerati ai confini con l’Honduras ed uniche località abitate della foresta. In queste aree certamente l’ Amazona a. pervipes è presente, e qualche Indio le possiede per averle catturate o prelevate sin da piccole nei nidi. Escluderei la presenza della A. pervipes sulla costa tra Nina Yari e Puerto Cabezas, mentre sicuramente è presente a Bluefields sul fiume Escondido e verso  l’interno, a Rosito, sul grande centro sul fiume San Bana e nella foresta del parco nazionale Jionoteca. Questo è uno dei motivi per cui nonera facile trovarla nei luoghi di raccolta per l’esportazione.

L’Amazona a. auropalliata è tipica del centro America con popolazioni sulla costa dell’Est Pacifico, sulla parte più a sud del Messico (Oxaca e Chiapa), Guatemala con la presenza di soggetti con proprie caratteristiche nella zona di Patèu, rara in El Salvador ed in Nicaragua mentre la si ritrova in abbondanza nelle lagune di Masay e Apayo, nelle foreste alle pendici del vulcano Masaya. Un Indio mi ha dato indicazioni precise sulla presenza di nidificazioni in Mezeda de Pueblo, Ni Quimono e Masutepe a 500 mt. sul livello del mare.

 

Popolazione e demografia

Già piuttosto comune e localmente abbondante nei territori sopracitati, ma con ogni probabilità il suo presunto declino è dovuto alla deforestazione per l’agricoltura, la costruzione di abitazioni e per ultimo la cattura per scopi commerciali anche se devo dire che il Governo è sempre stato molto attento a consentire l’aquisizione di soggetti giovani e non di adulti esclusivamente durante il periodo dell’involo dei giovani. Oggi mentre scrivo , il pappagallo è definitivamente salvo, le esportazioni si sono chiuse e non esistono a disposizione quote Ministeriali per export.

Personalmente ritengo che questo Pappagallo, pur essendo transitato nell’allegato A della Convenzione, difficlmente si possa ritenere a rischio di estinzione, a mio parere sarebbe stato sufficiente chiudere le esportazioni parzialmente e creare delle accreditate ditte, sotto controllo ministeriale, peraltro  limitate dalla cosidette quote e per soli nati dell’anno, considerando tra l’altro la sua buona predisposizione alla riproduzione in cattività. Riproduzione che il Dottor(veterinario) Armando Castellon ha saputo incrementare con animali di cattura in situ.

Grandi rischi invece per le sottospecie; sulle piccole isole di Ròatan sono stati stimati 60 soggetti ed altri 250  a Guanaja mentre sono sufficientemente comuni a Mosquita.

Habitat piuttosto vasto: dalle aride e semiaride savane cosparse di alberi, alle aree semiaperto con alberi di pini, alle foreste intricate, alle pendici de vulcano Masaya, in compagnia dell’Aratinga strenua, alle zone umide delle lagune. Meno presente  e più rara sulle coste Atlantiche.

Al Nord è comune vederla in compagnia dellAmazona viridigenalis. In Guatemala ed in Honduras viene osservata sulle pendici intorno ai 600-700 metri. Vola in piccolissimi gruppi o a coppie.

Gruppi più numerosi si riuniscono in alcuni periodi dell’anno, ove giovani si riuniscono agli adulti per scorribande alla ricerca del cibo.

 

Cibo

In natura si ciba di ogni tipo di frutta dfi stagione: mago, papaia e frutti della Terminaglia, frutti della palma e Brosium, oltre a semi di Cochlospermum, Curatella, Frugus, vari bacelli verdi di Inga, Dussia ed ancora, arilli di Casearia e Virola.

La popolazione delle isole quale dieta base il Pinus caribea.

Nei luoghi di raccolta dove ho potuto osservare varie Amazzoni, il personale che accudiva questi animali appena catturati, mi faceva vedere quale alimentazione era loro somministrata: frutti di “mamon”, semi di “Jcaro”, “Caco” e “Tempate”, barbabietole bollite e un po’ di sorgo rosso, quest’ultimo era assai gradito anche dall’Amazona albifrons.

Il dott. Armando Enriquez Duarte, medico veterinario zootecnico ed esportatore di uccelli, mi riferiva con precisione, che i semi di Jcaro, simili ai semi di girasole nostrani ma scuri e più piatti sono, come apporto proteico vitaminico, assai validi e rendono all’animale molto più che ogni altra semente. Le sostanze in esso contenute sono: proteina 27,53%, grassi 31,5%, fibra 20,2%, fosforo 1,02%, calcio 0,44 % e materia secca 8,7%.

Per contro l’alimentazione usata in cattività può tranquillamente avvicinarsi a quella di orgine, con un buion misto di semi vari, frutta di stagione, pane secco, fichi secchi o maturi, mais ancora allo stato latteo, sorgo, barbabietole rosse bollite e germinato somministrato con cautela.

Classica immagine della Amazzone o.auropalliata, del Nicaragua.

Riproduzione

Per quanto appurato sul campo, la riproduzione avviene sicuramente sul versante atlantico in febbraio e sul versante del Pacifico tra novembre e dicembre.

La prima notizia di allevamento si ebbe dall’Australia, continente che quasi mai emerge sul fronte della riproduzionone delle Amazzoni. In questo caso un tale sig. Halstrom nel 1948 ebbe successo. La Svezia segnalò il suo primo riusltato nel 1974, in Europa nel 1983. A tal proposito bisogna tener presente che i soggetti esportati dal Nicaragua, quasi certamente furono furono esportati da marittimi, altrimenti non sarebbe stato possibile considerato l’embargo imposto dagli Stati Uniti fino ai primi del 1980.

Solo dal 1989 il Governo ristrutturò l’autorità (IRENA) per il controllo e la conservazione delle risorse naturali, oggi trasformata in MARENA – Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali.

Pertanto in Europa ai primi degli anni novanta iniziarono ad affluire le prime quote di Pappagalli, che per la verità erano in maggioranza dei bellissimi maschi adulti di A. a. auropalliata, dato che gli importatori si erano raccomandati, per soddisfare il “popolo” degli acquirenti, soggetti di taglia grande con molto giallo.

Per molto tempo il risultato fu che le femmine, al controllo endoscopico, risultavano in gradne minoranza e per di più quelle poche erano in maggioranza della sottospecie A. a. parvipes.

Questa situazione ha determinato all’inizio un grande stallo con rare e sporadiche segnalazioni di deposizioni e quasi nulle nascite. Solo alcuni risutati si ebbero con quelle coppie che fortunatamente erano state formate da soggetti della stessa sottospecie, quelle copie deponevano ed allevavano con regolarità.

Poi entrato in possesso di una splendida coppia di  A. a. auropalliata, l’ anno seguente deposero le prime uova e con assidua regolarità e precisione furono portati con successo allo svezzamento tre piccoli. Successivamente un amico mi chiese di poterne entrare in possesso, bene già dall’anno successivo, nonostante il cambio di ambiente, la coppia si riprodusse ed ancora oggi  con regolarità, dà alla luce piccoli.

Un’altra coppia della stessa specie è presente in allevamento, anche questa, sebbene con non perfetta costanza, si riproduce e porta allo svezzamento a volte uno a volte due piccoli. Per contro a distanza di dieci anni non ha mai riprodotto la coppia formata da due Amazzoni di sottospecie diverse (A.a.auropalliata x A.a.paivipes).

Ritengo che in questo caso un sostanziale ma determinante elemento possa contribuire alla difficoltà di riproduzione: il diverso modo di “parlare”, i linguaggi sono diversi, gli intenti e le espressioni sono tra loro incomprensibili. I segnali di allarme, di paura, di affetto ed ogni altra espressione li rende timorosi l’uno dell’altro. Sicuramente con il tempo anzi, con molto tempo, ci sarà una possibilità ma sarà un’offesa a ciò che la natura aveva predisposto, perché darà soggetti male adattati. E’ pur vero che la femmina ormai depone da tre anni, ma le uova sono chiare ed il maschio è risultato comunque con testicoli ben vascolarizzati!

Un’altra coppia di Amazona auropalliata è presente in allevamento, ma dalle caratteristiche ben diverse, sono soggetti provenienti dal Parco Nazionale del Masaya, portatori di blu, il loro petto è soffuso dì azzurro e la maschera facciale azzurra, il becco avorio, sino ad oggi hanno deposto uova feconde ma non schiuse! Quest’anno per la prima volta hanno prodotto due piccolo, ma per la fine dell’anno 2013, saranno esportate nel Kuwait, per l’allevamento in loco.

Molti allevatori oggi hanno successo con queste amazzoni e devo dire che sebbene le importazioni siano chiuse, un buon numero di soggetti sono in possesso di allevatori italiani che con regolarità producono soggetti di grande taglia. Un buon allevatore come Antonio Pirovano, con una sola coppia ben affiatata, riesce a portare a termine da sette a nove soggetti all’anno e con l’aiuto della incubatrice.

Lo stesso dicasi per il Sig Brambilla esperto allevatore.

 

Mutazioni

In passato nei giardini zoologici americani e presso molti allevatori americani sono giunte Amazzoni di cattura di mutazione blu, in particolare al Bronx zoo di Nuova York, e un soggetto lutino allo zoo di San Francisco.

Il sig Ramon Noegel di Tampa, possiede una amazzone blu ed il suo connazionale Roger Bringers di Hollywood un altro. In questi soggetti il verde si è mutato in blu ed il giallo in bianco. Un’altra coppia è in possesso di allevatori spagnoli ed una riproduttrice di tale francese Nueallò, commerciante e allevatore.

In Gran Bretagna è stata fissata una mutazione isabella.

Un ‘altra immagine della Amazzone dalla nuca gialla, di mutazione.

 

Variabilità geografica

Amazona a. auropalliata, dalla costa del Pacifico da nord a sud, dal Messico al nord est del Costa Rica.

Amazona a.parvipes, Mosquitia Honduras e nord-est Nicaragua.

Amazona a.caribaea, Isole di Bay.

Le su menzionate amazzoni sono considerate conspecifiche della Amazona o.oratrix e della Amazona o.ochrocephala.

Una piantina di distribuzione nel continente centro-sud Americano, di tutte le Amazona ocrocephala

Referenze

Forsow(1973),Monroe(1968),Juniperr-Parr(1998),Massa-Petrantoni(1999),Bertagnolio(2000)-

 

Testo e foto Guglielmo Petrantoni




Amazona Oratrix

Considerazioni sulle amazzoni dalla testa gialla (Amazona Oratrix)

Amazzone testa gialla Nicaragua

Amazona (ochrocephala) oratrix, Ridgway 1871.

Amazona ochrocephala tresmariae,Nelson 1901 .

 Double yellow Yellow-headed amazon (GB)

Tres Marias duble yellow Amazon (GB)

Doppelgelbkopfamazone (D)

Tres-Marias Amazone (D)

Caratteristiche varie

Lo stato tassonomico delle tre specie o sottospecie Amazona oratrix, Amazona auropalliata, e Amazona ochrocephala, è attualmente oggetto di dibattito e lo sarà probabilmente anche nel prossimo futuro.

Mentre vi sono forme distinte (a dispetto della apparente assenza di barriere

biologiche) di questi pappagalli nella costa del Pacifico dal Messico al Sud America, sui pendii caraibici del Centro America (specialmente in Guatemala e Honduras) esistono tipi intermedi che suggeriscono che l’amazzone oratrix e l’amazzone auropalliata siano razze geografiche di una singola specie o perlomeno allospecie di una superspecie ben definita, come in questa sede vengono appunto considerate. In effetti, a causa della molteplicità di forme esistenti, sembra più opportuno suddividere il complesso ochrocephala nelle tre allospecie ochrocephala, oratrix e auropalliata, con un totale di undici sottospecie.

I colori della oratrix, sia essa da considerare come allospecie o sottospecie, sono comunque decisamente caratteristici. La testa è in gran parte di colore giallo, che aumenta di estensione e di intensità con l’età, sino al punto che soggetti pienamente maturi posseggono alcune delle piume della nuca orlate di rosso. Le spalle sono di colore rosso con alcune piume gialle, più o meno estese sulla curvatura della spalla. Il becco è di colore avorio e le unghie sono alcune avorio ed altre scure; probabilmente il fatto che siano presenti alcune più scure potrebbe essere imputato all’età avanzata. In genere la femmina, più piccola del maschio, ha il giallo della nuca più sbiadito e meno esteso, ma la colorazione dell’iride dell’occhio è di certo un carattere distintivo sicuro (nel maschio è arancione molto chiaro, nella femmina arancione intenso) che, a confronto, rendono la differenza sostanziale e di grande evidenza, naturalmente parlando di soggetti di almeno due anni.

Ad ogni modo, le amazzoni cosiddette a testa gialla sono a loro volta un gruppo in cui il colore giallo si estende attorno agli occhi, talvolta un po’ oltre fin sopra il becco e, in individui particolarmente colorati, ventralmente fin sotto il femore. La presenza del giallo è ciò che distingue le quattro sottospecie del complesso oratrix, che possono essere descritte come segue. Per quanto riguarda le A. delle isole Tres Marias bisogna dire che esse portano la curvatura dell’ala rossa con un piccolo cenno di giallo, il capo giallo come le A. o. Magna, con una vistosa macchia gialla più scura al padiglione auricolare e il petto con una cravatta gialla sino quasi all’orifizio. Tale orifizio è azzurrognolo cosi come soffuso di azzurro è il petto.

‘Amazzone dalla testa gialla del Belize (A. o. belizensis) ha del giallo limitatamente all’area facciale, che quasi mai si estende ad altre regioni. Gli adulti di questa forma in età giovanile possono facilmente essere confusi con la sottospecie nominale testa gialla (A. o. oratrix), che però è di taglia più piccola. Il culmine delle misure esposte (dalla base alla punta del becco) mostrano che il becco nel belizensis è più largo, sebbene, comparata la lunghezza delle ali e della coda, sia più piccolo dell’oratrix.

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Una testa tipica di Amazzone doppia testa gialla, maschio, ove è possibile notare il giallo alla curvatura dell’ala e sopratutto la grande estensione del giallo a tutto campo sulla testa.

Amazona o.tres Marias,Una femmina adulta , con minore estensione del giallo, ma con una soffusione di giallo sino al basso petto.

 

  1. L’Amazzone dalla testa gialla nominale (A. o. oratrix) per molti anni ha avuto una forte considerazione nel commercio di uccelli, trovando molti potenziali compratori a causa della sua reputazione, spesso immeritata, di essere un abile parlatore. In tempi recenti la moda si è spostata su più grandi, brillanti e colorati uccelli (la sottospecie magna). Tale cambiamento è stato tempestivo perché la popolazione di questo uccello è stata ampiamente ridotta a causa delle catture. Le caratteristiche diagnostiche sono il giallo sulla testa che si estende nel collo e fin quasi alla nuca in qualche esemplare. L’età appare un fattore decisivo nella classificazione dei colori. La taglia è decisamente più grande di tutte le altre.
  2. Amazzone dalla testa gialla delle Tre Marie (A. o. tresmariae). Questa sottospecie è invariabilmente piuttosto confusa dagli avicoltori con l’A. o. magna e questo è ripetutamente visibile nella sottolineatura “tre Marie”. Può essere affermato che le sottospecie provenienti da remote, quasi inaccessibili regioni raramente appaiono nel commercio e, quando ciò accade, il loro numero è esiguo. Le tre Marie sono limitate a un gruppo di isole del Nayarit, nel Messico occidentale. Tali isole sono colonie penali e non esiste un traffico regolare tra questi isolotti e le isole principali. Come risultato di ciò questo uccello è estremamente raro nell’avicoltura.  I tratti peculiari comprendono del giallo sulla testa che si sfuma quasi nel crema nella parte anteriore; la curva delle ali mancante della larga striscia di rosso e giallo del magna, pertanto solo una leggera colorazione rossa alla curvatura, e le parti sottostanti che hanno una distintiva scia bluastra. I piccoli , come anche molti genitori, sono privi delle orlature nere alle penne della nuca e soprattutto del petto. È un uccello di cui gli avicoltori parlano costantemente in termini entusiastici. Da notare che nel libro del Forsow , anno 1973 e seguenti, l’amazzone testa gialla riportata nel disegno, è proprio  una “Tres Marias”.
  3. Grande amazzone dalla testa doppiamente gialla (A. o. magna). Questa è la più straordinaria delle varianti di amazzoni dalla testa gialla. Negli esemplari più superbamente colorati (come il maschio nella collezione di Arlene Chandler della California) la testa è completamente gialla; questo colore si estende alla nuca e alle parti basse e raggiunge il basso addome. Le ali sono ampiamente gialle (eccetto per le primarie e le secondarie) con parecchio rosso sulla curva. Il maschio adulto sembra acquistare una tinta rossastra nella zona della nuca. Alcuni non conseguono questa colorazione, ma, nonostante ciò, rimangono meravigliosamente belli e il fatto che sono parecchi centimetri più grandi delle altre.. Questo uccello era sconosciuto fino a non molti anni fa, quando all’improvviso alcuni esemplari incominciarono ad apparire nel commercio e adesso molti individui di testa gialla in vendita appartengono a questa sottospecie. Sfortunatamente molti di essi provengono dal contrabbando perché il Messico ne ha vietato il commercio per parecchi anni, e molti degli esemplari in vendita quando ancora il commercio era consentito appartenevano alla sottospecie oratrix. Ogni volta che si acquista un uccello bisogna assicurarsi che sia una razza di cattività e che la sua provenienza sia conforme alle disposizioni governative (molti degli uccelli confiscati al contrabbando sono venduti dal dipartimento dell’agricoltura U.S.) o che sia stato importato prima dell’attuazione del divieto messicano.

Una varietà di grida acute e di fischi include inoltre ripetitivi richiami kyaa-aa-ah e krra-aahaa-ow, talvolta vocalizzazioni umane di sbadiglio, come wow o ow, whohohohr.

In volo è quasi sempre silenziosa, ma in cattività è un’eccellente ripetitrice di suoni e parole, spesso con toni quasi umani. Lo stesso nome scientifico attribuitole, “oratrix”, sta a significare la voce emessa come un soggetto che prega in litania.

 

Distribuzione

L’oratrix vive in una zona costiera limitata, nella parte ovest del Messico.

Con il passare degli anni è diventata abbastanza rara, pertanto oggi è irregolarmente distribuita, in particolare nelle fitte foreste, lungo i fiumi e i territori misti con campi coltivati.

Era reperibile nella zona costiera del Messico, del Belize, nell’estremo est del Guatemala e nell’estremo nord-est dell’Honduras. Rilevata sui pendii  messicani del Pacifico in Colima, Michoacàn, Guerrero, Oaxaca (due popolazioni disgiunte sul Pacifico e sui pendii del golfo nella regione di Isthmus) e Chiapas; presente nelle quattro isole Marias (San Juanico, Maria Madres, Maria Magdalena, Maria Cleofas).

E’ distribuita anche sui pendii del golfo del Messico dal centro a sud di Tamaulìpas, nella parte più esterna di San Luis Potosì, di Puebla, di Veracruz, di Tabasco e di Campeche, lungo la costa belizense e nei dintorni di Puerto Barios nell’estremo est del Guatemala e nel nord-ovest dell’Honduras nella valle di Sula. Popolazioni selvatiche, evidentemente introdotte, sono state osservate a Miami in Florida e a Portorico.

 

Popolazione , demografia e cibo

Le stime risalenti al 1994 danno una presenza di oltre 7000 esemplari, ma probabilmente i rilevamenti effettuati nel 2002 citavano il pappagallo a rischio, tanto che, portati i risultati in commissione per il passaggio dall’allegato B in A, esso è stato iscritto solo in seconda seduta nel 2003.  A causa della distribuzione topica, della cattura per il commercio e della riduzione degli habitat per la riproduzione, la quantità è notevolmente diminuita, a fronte però di un buon incremento in cattività, essendo pappagallo di facile riproduzione. Comunque il Ridgley aveva già  comunicato il regresso di questa specie, che veniva avvistata solo localmente ed in piccole quantità.

Tra il 1979 ed il 1980 il Messico esportava ancora 2.716 esemplari di cattura verso gli Stati Uniti d’America e con ogni probabilità nello stesso periodo ne sono usciti illegalmente dai confini con gli USA in numero anche superiore, mentre in Europa è da tempo chiusa ogni importazione.

La connotazione dell’andamento montuoso-costiero determina di per se stesso i luoghi di vivibilità e le altitudini a cui vive l’animale. Esso si adatta facilmente alle variabilità geografiche ove frequenta la savana, la foresta decidua tropicale (inclusi tratti di terreno disboscato), dense foreste spinose, foreste di pini (Pinus caribea).

In natura questi uccelli cercano il cibo nelle foreste pluviali e in ambienti cespugliosi ed anche su terreno coltivato, sotto forma di noci, semi, frutti, bacche, fioriture.

In particolare frutti di Acacia, Macuna, Ficus, Zuelania guidonia, Bumelia laetivirens, Solanum, Pithecellobium flexicaule, mango e banane.

In cattività mangiano semi, frutta e verdure come sedano, carote, spinaci, lattuga, bacche di sambuco, semi di girasole germogliati durante l’allevamento dei piccoli,

semi di cardo, grano, grano saraceno, canapa, avena, ed un mix per pappagalli, qualche chicco di estruso per cani, estruso di verdure per piccioni, pezzetti di pane duro, noccioline, pigne, semi di girasole bianco e qualsiasi tipo di frutta in abbondanza.

Le amazzoni, in particolare quando addomesticate, mangeranno proprio tutto quello che verrà loro offerto. Secondo quanto riferisce Tony Silva al tempo in cui era coordinatore al Loro Parque, preferiscono fichi d’india, carote bollite e guava. Accettano anche il pollo bollito. A questi uccelli non venivano dati semi al fine di evitarne l’obesità, problema comune nelle amazzoni.

Amazona oratrix  mutazione gialla.

amazona oratrix tres marias differenza tra maschio e femmina a sx.

In natura nidifica in cavità di alberi (in Belize soprattutto pini), deponendo tre o quattro uova che si schiudono tra i 26 e i 28 giorni. I piccoli crescono abbastanza in fretta, a 8 settimane mangiano già il cibo degli adulti e saranno svezzati alla dodicesima – quindicesima settimana. Alla prima muta (all’età di 6 mesi) la presenza di giallo nella testa si estende un po’ più indietro e a 8 mesi l’iride è vicina al colore degli adulti.

Per quanto ancora abbastanza comune in cattività, oggi ritengo che la riproduzione di questa specie sarà molto limitata a causa delle restrizioni dettate dalla nuova normativa che la definisce a rischio, anche se ormai da un decennio non viene più esportata dal Messico.

L’allevatrice inglese Rosemary Low sin dal 1972 riferiva che era molto difficile distinguere i sessi, come le accadde quando si trovò ad essere in possesso di due esemplari, stimati dell’età di tre anni.

Essi andavano molto d’accordo, ma non concludevano mai nulla che portasse ad un accoppiamento. In quell’epoca non era praticata l’endoscopia. Senza saperlo la Low aveva acquistato una dopo l’altra due femmine e nell’autunno del 1978, poiché nessun nuovo risultato era stato ottenuto in seguito alla formazione della presunta coppia, decise di ricostituire la coppia , sostituendone uno. Nell’aprile del 1979 furono deposte le prime uova , feconde.

.Il primo caso di riproduzione in cattività ebbe luogo negli Stati Uniti nel 1944. In Inghilterra nel 1970 nacquero due pulcini da una covata di quattro uova. I loro genitori erano stati acquisiti nel 1966 e nel 1969 avevano avuto due uova non feconde.

Il giardino zoologico di Zurigo ottenne successi nel 1971 e in Svezia il primo risulta to fu segnalato nel 1975.

Nel Giardino zoologico di Houston negli Stati Uniti tra il 1966 e 1970 nacquero 20 piccoli.

Nel 1968 una femmina di proprietà del Cav. Lauricella di Palermo depose regolarmente un uovo, senza che la stessa fosse mai stata accoppiata.

Soltanto nel 1988, quando ne venni in possesso, in primavera la affiancai subito ad un grande maschio. Depose due uova e portò a buon fine la covata. L’anno successivo depose ancora due uova che però si dimostrarono non feconde. L’anno dopo, accoppiata con un altro maschio (il primo era morto durante l’inverno) depose due uova e nacque un piccolo. Cosi anche l’anno successivo. Per la terza volta morì il compagno e venne trovato ed affiancato un nuovo maschio. Per tutto l’inverno non andarono molto d’accordo, ma in primavera la femmina depose due uova, una sola delle quali feconda. Il piccolo fu portato avanti per venti giorni, ma poi, stranamente, lo trovai con il becco tranciato. Fu l’ultimo anno che la coppia rimase in mio possesso, dato che, prima il maschio poi la femmina, nel breve giro di un mese morirono, senza che mai ne potei accertare la causa, benché sospetti, per quanto con poca esperienza, che una infezione intestinale possa aver contributo al decesso.

Nell’anno 1995 un importatore italiano fece pervenire dal Texas una intera collezione di oratrix nate in cattività e sicure riproduttrici. Fu l’occasione per me ed altri allevatori di iniziare la riproduzione in cattività con una partenza certa e con animali di garantita fertilità. Così fu e molti allevatori oggi possono vantare di avere riprodotto una sì simpatica e piacevole amazzone.

Nel maggio del 1995 la coppia proveniente dagli USA era in amore e, anche se in ritardo sulla tabella di riproduzione, il 30 maggio, l’l e il 3 giugno vennero deposte le uova, uno solo dei quali era fecondato. La durata della cova fu di 29 giorni circa, approssimativamente, in quanto non è possibile stabilire quale uovo fosse stato fecondato. Il pulcino, che prese il volo l’83° giorno, era tutto verde con una piccola macchia di giallo sulla fronte.

Da quel dì non fece più ritorno all’interno del nido, ma, anche se allevato dai genitori, a tutt’oggi è rimasto un animale tranquillo.

Quest’anno ho avuto la fortuna di entrare in possesso di una femmina di A. tres Marias, adulta alquanto, senza che mai fosse stata accoppiata. Il proprietario che la possedeva da almeno 20 anni mi disse che aveva tentato l’accoppiamento con diversi maschi, senza che essa avesse mai dimostrato disponibilità. Peraltro anche a un maschio di A. tres Marias in mio possesso da almeno dieci anni mai alcuna femmina  era piaciuta, e anche i tentativi di accoppiamento fatti dal precedente proprietario erano risultati tutti infruttuosi.

A febbraio invece, appena messi insieme, nei due esemplari deve essere scattata una molla, tanto che, iniziato il corteggiamento tra l’altro fuori tempo, iniziarono a frequentare il nido continuamente!

Ad aprile vennero deposte le prime tre uova, purtroppo chiare, così come anche nella seconda deposizione di due uova nel mese successivo. Lo stupore per me è stato allorquando a fine giugno si è proposta una terza deposizione di due uova. Passati 20 giorni, insieme ad un amico sottoponemmo nuovamente le uova al vaglio, ma purtroppo anch’esse risultarono chiare!

Ma non finisce qui . . . Passati altri 20 giorni, mentre mi trovavo nei pressi del nido, udii uno dei due adulti lamentare il classico che che che che: pensai quindi ad un nuovo accoppiamento, invece, aperto lo sportello del nido, mi trovai di fronte un pullus di pochi giorni!

Non so cosa pensare, l’unica spiegazione è che secondo me l’uovo era stato spostato in un angolo del nido dalla mamma, che continuò a covare sin dopo il prelievo delle ultime uova chiare. Oggi è presente nella voliera un giovane interamente svezzato dai genitori. Il giovane amazzone differisce dalle altre oratrix, poiché privo di orlature nere alle penne e di ogni indizio di penna rossa alla spalla, e leggermente sfumato di azzurro al petto. Porta solo una corona giallo intenso al capo.

Gli spazi che consentono un giusto allevamento della specie possono essere molto vari, ma una voliera di lunghezza di 2 m. per due di altezza e larga 1 può fornire una eccellente garanzia per la riproduzione e la buona tenuta dei soggetti anche durante il periodo invernale, garantendo loro una metà della voliera coperta, l’esposizione verso il sorgere del sole ed una eventuale lampada infrarossa per i periodi di maggior rigore. Attenzione alle voliere completamente chiuse, che sono causa di formazioni di cariche batteriche e funghi.

Coppia riproduttrice di Amazona o.oratrix (magna)del Dott.Muggiasca

Variabilità geografica

 

A.o.oratrix (Mainland Messico)

A.o.tresmariae (Isole Marias, Messico)

A.o.belizensis  (Belize)

A.o.hondurensis (Sula valley, Honduras)

A.o.xantholaema (nord Brasile)

A.o.panamensis (Panama, Colombia)

A.o.auropalliata (Centro America)

A.o.parvipes (nord-est Nicaragua)

A.o.belizensis ( Belize –Honduras).

N.B. La varietà Amazona o.magna, non è riconosciuta come tale dai sistematici, ma in tutto il mondo degli allevatore è chiamata tale per la taglia ed  la  estensione della colorazione gialla del capo e delle spalle.

 

Articolo di Guglielmo Petrantoni

 

 

 




Carl Nilssons Linnaeus, un omaggio al medico, botanico e naturalista svedese, padre della moderna classificazione scientifica binominale (Agapornis pullaria) degli esserei viventi.

lineusAgapornis pullaria (Linnaeus , 1758 )

L’inseparabile a faccia rossa

 

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Sebbene questo pappagallo sia stato censito da oltre duecento anni, in cattività ha avuto solo pochissimi e sporadici casi di riproduzione, anche sino ai giorni nostri.Di ciò esamineremo più avanti le problematiche e le recenti soluzioni, certo è soggetto allevabile da esperti del settore e non chi è alle prime armi.

Di questo Inseparabile sono riconosciute due variabilità:

Agapornis pullaria pullaria(Linnaeus), Dalla Guinea e Sierra Leone in Africa occidentale sino al sud –ovest del Sudan, a sud della DRC e Angola , lago Albert  sino ai confini dell’Uganda. Anche nell’isola di Sao Tomè e precedentemente a Prìncipe nel golfo di Guinea.

Agapornis pullaria ugandae (Neumann) , Nel sud-ovest dell’ Etiopia,Uganda, a est della DRC ,Ruwanda, Kenya occidentale e dal sud est del Sudan ,  al sud della regione del Kigoma(Tanzania).; dal fiume Omo al lago vittoria e al lago Edward(Chapin 1939); la differenza con la forma nominale è data dal colore del codrione che è blu chiaro. Questo pappagallo tipico della savana, lo si può incontrare in  gruppo da 15/20 e più individui sulle alte erbe di cui si ciba , e nelle foreste di Acacia ,tra i 900 e 1500 m.s.l. Riferisce il Bannerman  nel “The birdsof WestTropical Africa”, vol 2° che si ciba abbondantemente dei semi del Sorghum halapense, pianta erbacea della famglia,Poaceae,originaria   del mediterraneo, specie infestante ed invasiva e semi

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Sopra una spiga di Marula, mentre si ciba.

della Selerocarya( birroca)birrea,detta anche Marula, albero di medie dimensioni, appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae e originaria dell’Africa meridionale. Produce frutti simili alle prugne, di colore verde quando acerbe e gialle quando mature. I semi sono ricchi di proteine vegetali e grassi. Più raramente lungo i margini delle radure, ricerca fichi selvatici , gemme e guava(Psidium guajava), ricca di vitamina C,e per quanto originaria del sud America ,ha raggiunto anche l’Africa e le colonie Asiatiche,  quando i viaggiatori per mare del tempo, al fine di scongiurare lo scorbuto usavano portarlo seco;  inoltre ricerca insetti e qualche larva (Chapin 1939).I casi di riproduzione sul finire degli anni ’80, positivamente conclusi furono appena 5 ed i meriti di tali acquisizioni  vanno all’inglese A.Prestwich(1956) nel mese di Dicembre,ai sud africani D.Hey 1959,Davud Dale 1959, e J.V.Rouillard 1965,ed infine al danese A.Nielsen 1963.Certo oggi vi sono sempre pochissimi che si sono cimentati nell’allevamento in cattività, e ben due soli  italiani hanno concluso e stabilizzato soggetti giovani.E’ indubbiamente un pappagallo difficile da acclimatare , non consigliabile ad giovani e non navigati allevatori, tanto che recentemente sono stati introdotti nella comunità europea molti individui, ma per quello che mi risulta che  ne siano sopravvissuti neanche una minima parte !

L’acclimatamento dell’A. pullaria è piuttosto laborioso, i soggetti di fresca importazione risentono molto il cambiamento di clima e si impressionano facilmente. Fuor di dubbio che l’alimentazione giuoca un ruolo importante sulla sopravvivenza , e soggetti apparentemente sani e grassi , dopo poco lasciano senza alcuna spiegazione la vita.(vedi cibi in natura precedente capoverso ! Certo la convivenza di più coppie nella medesima voliera è fattore determinante, allorquando si disponga di più nidi ,che spiegherò più avanti come devono essere confezionati, ma al momento darei più informazioni sulla alimentazione.

Poca canapa e avena, spighe di miglio e panico, verdure e mele, ma a questo punto vado a vergare uno schema di dieta collaudata per i piccoli pappagalli, suggeritami da un bravo e cosciente allevatore:

Semi della salute, per Spinus e Carduelis;

Spighe di panico;

Verdura a foglia,mela a spicchio;

Necton Q (vit K);

Osso di seppia;

Calcio solubile in acqua.

Il lettore abbia cura di leggere quanto verificato sul campo circa l’alimentazione dal dott.Bannerman, e faccia propria la possibilità di acquisire gli alimenti,facendo caso agli apporti proteici che le piante hanno.

I siti di nidificazione che sono distribuiti in quasi tutta la fascia  centro meridionale africana di pianura, e diversamente dai consimili inseparabili delle altre specie , essi nidificano nei tumuli di termiti, costruiti da questi insetti utilizzando la saliva, legno e sabbia rossa. Sono strutture che raggiungono sino a sei metri da terra. In queste strutture la sola  femmina di A.pullaria, scava rosicchiando un tunnel nel tumulo prima in linea orizzontale  e subito dopo in verticale, dove dopo circa  10/15 cm ricava una camera da cova ove depone le uova, da due a sei, in Aprile,Giugno e Ottobre in Africa orientale mentre lo svezzamento durante le piogge da Maggio ad Ottobre. In queste condizioni dove la temperatura rimane costante all’interno della camera sia quando, in esterno, la notte raffredda e il sole raggiunge temperature elevate. Non esistono contrasti di sopravvivenza tra le termiti già aggressive, e gli stessi pappagalli, che bene si sopportano a vicenda.I giovani nascono in circa 23 giorni, e prendono il volo dopo sei/sette settimane circa.

La sostanziale differenza tra femmina a sx e maschio a dx, è data dalla colorazione chiara o scura del sotto ala, come ben evidenzia la foto di Cyril Laubscher ,2012.

La sostanziale differenza tra femmina a sx e maschio a dx, è data dalla colorazione chiara o scura del sotto ala, come ben evidenzia la foto di Cyril Laubscher ,2012.

Per cercare di avvicinarsi quanto più possibile al nido usato in natura, Mr. Garfiel in Inghilterra, predispose un nido di legno(spessore da 25 /50 mm) pieno e non compensato o laminato, nelle misure usuali degli altri inseparabili ma  a forma cubica,approssimativamente  20 x 20 x20 cm,con foro di ingresso da 55 mm. All’interno sino al riempimento totale, dei fogli di sughero non trattato, tanto che l’ingresso del foro di entrata rimanga totalmente ostruito. Al fine di stimolare l’avvio alla perforazione interna o canalizzazione della camera per nidificare, vengano praticati a fronte ingresso, una serie di buchi nel sughero che compare al foro di ingresso da 55mm, solo un accenno ! La deposizione può iniziare in vari mesi dell’anno ma in natura si innesca con l’inizio delle piogge, pertanto  in Aprile,Giugno e Ottobre nel Est Africa. Nella Repubblica Democratica del Congo si verifica la riproduzione da Maggio ad Ottobre. Nel sud Nigeria sono state trovati piccoli ai primi di Ottobre.(Mike Perrin,2012).

La vocalizzazione si esprime in deboli suoni, con acuti cinguettii si si si si si si, consegnati in corte raffiche sia in volo  sia  che quando sono sugli alberi in pausa; piacevoli trilli , altri meno melodiosi screeteet screw  e brevi fischi tchiri tchri.(M.Perrin 2012).

Non mi immergo nella descrizione particolareggiata di questo pappagallo, ma spero che con alcune buone immagini il lettore possa trovarne una esaustivo chiarimento. Suggerisco la lettura di alcuni buoni libri che possono dare  ulteriori informazioni  per chi volesse approfondire l’argomento:

J.Hayward,Lovebirds and their Colour Mutation, Blandford Press.1979, Londra;

P.Bertagnolio,Pappagalli da gabbia e da voliera,1975,ed.Encia,Udine;

D.Van der Abeele,Agapornis,2009,ed.Alcedo,Brugherio(MI);

M.Perrin,Parrots of Africa . . .,2012,Unversity Press,Joannesburg,isbn 978 1 86814 556 2.

Una rara immagine su francobollo dell’inseparabile faccia rossa, Afghanistan del 1999,20.000 AFS:1 euro= 71.7419 Afghani

Una rara immagine su francobollo dell’inseparabile faccia rossa, Afghanistan del 1999,20.000 AFS:1 euro= 71.7419 Afghani.

Testo di Guglielmo Petrantoni

Foto di Cyril Laubscher




Amazona kawalli

Nome scientifico: Amazona kawalli

(Grantsau & Camargo,1989)

 Nelson Kawall, aviculturista brasiliano,1928.

White faced amazon (GB)

Amazone de Kawall (F)

 Kawalliamazone(D)

Papagaios dos garbes (Brasiliano)

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Caratteristiche varie

Lunghezza: 36cm. Grande, prevalentemente verde amazzone con crema nelle parti nude alla base del becco, speculo rosso e sprazzi giallo verdastri sulla coda. Bordi scuri sulle piume del basso collo, lati del collo, bordi dell’alto petto e nuca gli conferiscono un aspetto squamoso. Il raggio coincide con quello del molto simile amazona farinosa. inoltre l’A. kawalli ne prende ulteriormente le distanze per la sua più forte preferenza per le fitte foreste, e dagli sprazzi di pelle biancastra che bordano la base del becco, sottili bande terminali giallo-verdastre sulla coda leggermente più corta, rosso nelle piume iniziali della base della coda, assenza di rosso nel bordo principale delle ali piegate( al posto vi è del giallo-verdastro), e per le parti nude che oscillano dal grigio chiaro dei sottili anelli del bordo oculare( più larghi e color crema nel farinosa) e per il piumaggio generalmente verde acceso.

Piuttosto simile( e probabilmente derivante da un’altra stirpe) amazona mercenaria è, invece, più piccolo, ha un becco più scuro, foltamente piumato alla base e mostra del rosso nei bordi principali delle ali. Il raggio non è molto ben documentato ma probabilmente coincide con quello dell’amazona amazonica e ochrocephala. Combinazione di zone nude facciali, testa verde, collo e nuca “squamosi”, assenza di rosso nella zona carpale possono aiutare a separarlo dal consimile per qualche dettaglio ma una ulteriore separazione  tra le altre due specie è molto difficile. In cattività la pelle nuda biancastra alla base del becco distingue questi uccelli da tutti i simili.

Voce

I gorgheggi in volo possono essere descritti come”wheeou…wheeou”

Biometria

Ali: 241-262mm; coda: 114-121mm; becco: 32-40mm.

 Distribuzione e stato

Le abbastanza scarse notizie pubblicate giungono tutte dal bacino del Brasile: nella zona più alta della Jurua e Amazzonia; lungo la confluenza del fiume Roosvelt e fiume Aripuana, e la parte sud del Parà. Vi è un esemplare non registrato, male identificato come amazzone dal collo a scaglie, classificato con targhetta  “colombia”. Probabilmente confuso sul campo dalla morfologia simile con qualcuno dei meglio conosciuti parenti; e quasi sicuramente episodi del genere accadono più frequentemente di quanto le poche notizie riportino. La mappa di distribuzione è basata su presunti avvistamenti nelle località conosciute. Nessun dettaglio circa la popolazione numerica e lo stato di conservazione.

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(Area di distribuzione)

Ecologia

Abita la foresta pluviale tropicale mostrando particolare predilezione per le rive dei fiumi e le foreste permanentemente inondate. Il cibo include anche semi di Hevea brasilensis e alberi di H.spruceana, mesocarpi di palma maximiliana maripa, fruttti e semi di eichleria e jooannesia. È riportata la presenza di nidi nelle cavità degli alberi delle fitte foreste.

Descrizione

Parte anteriore della testa, anello carnoso di contorno occhi, guance e piume auricolari verdi, benchè il contorno occhi in alcuni esemplari appare nerastro. Corona, lati del collo, parte terminale dello stesso e nuca verde con sprazzi nerastri ai margini delle piume gli conferiscono un aspetto squamoso, con squame più pronunciate nella nuca e sul mantello. Le piume alte di copertura alare sono verdi con le mediane e basse che mostrano sfumature di un nero sbiadito; si nota qualche piuma verde-giallastra sull’arco principale delle ali. Primarie verdi con sfumature nere e del blu in quelle più esterne ( alcuni esemplari con le primarie esterne giallo accese su di una sola ala); rosso sulle altre secondarie forma un riflesso luminoso. Le parti basse sono verdi con un effetto squamoso conferitogli dai contorni nerastri delle piume ai lati dell’alto petto. Qualche piuma screziata di nero è riscontrabile sul centro del petto ma poco definita; piume caudali tendenti al verde-giallastro. Piume caudali esterne verdi con quelle più esterni viranti al giallo nella parte terminale, laterali variabilmente marcate di rosso granata (talvolta bordate di nero-marroncino definite con del blu)

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Particolare della testa e della zona nuda alla mandibola.

nella metà bassa; le piume più interne della coda sono simili ma più sfumate. Parti nude: becco grigio con la pelle nuda alla base color crema e sprazzi crema nell’alta mandibola; iride arancio-rossastra; zampe grigiastre.

Sesso/Età

I maschi presentano il setto membranoso attorno agli occhi grigio e spesso un becco di maggiori dimensioni. Immaturi non descritti.

Frequenta la foresta pluviale tropicale priva di sottobosco, preferibilmente lungo le rive dei fiumi, e in foreste allagate, dette igapò, esse sono cateterizzate da un sistema ciclico a carattere stagionale. La dieta comprende i semi di Hevea brasiliensise, Hevea spruceana, il mesocarpo dei frutti di palma Maximiliana maripa e i semi di Eichleria e Joannesia.

Nidifica nei tronchi  cavi di alberi della foresta allagata.

Nessuna variabilità geografica di tale soggetto.

Riscoperta dell’amazzone Kawalli di Martuscelli e C.Yamasitha,1977,Rivista brasiliera de Ornitologia.

 Riassunto: L’amazzona Kavalli , (prima descritta come A:farinosa da Stresemann,1924) è uno degli ultimi pappagalli di cui si è venuti a conoscenza nel mondo. E’ stato descritto basandosi su una mezza dozzina di esemplari, raccolti tutti in natura e catturati da località non note. Il loro stato tassonomico in relazione alle specie di amazzoni rimane oscuro, essendo considerato da alcuni autori rappresentare variazioni individuali con l’Amazzone Farinosa presunta specie affine. Dopo la classificazione degli esemplari furono catalogati nel 1992 ed un ulteriore esemplare nel 1914, il pappagallo dalle guance bianche non sono stati ulteriormente trovati in libertà. In questo trattato riportiamo la scoperta della prima popolazione selvatica dei pappagalli dalle guance bianche, trovati

alle sorgenti del rio TAPACOS  e lungo i suoi affluenti in un area forestale circondata da possenti                montagne, nelle parti basse del sud della foresta brasiliana.

La distribuzione del pappagallo guance bianche è positivamente relazionata ai flussi stagionali della foresta e agli habitat di transito, ma ciò non accade nelle adiacenti alture e foreste circondanti le terre basse, queste zone sono occupate dalla A.Farinosa.

Sul campo era facilmente identificato dalla sua voce distintiva,il colore delle parti nude e la morfologia generale.Basandoci su queste caretteristiche concludiamo che l’A.Kawalli è una specie valida distinta dal parente di simole misura A.Farinosa.

La principale caratteristica diagnostica della A:Kawalli è il grigio attorno gli anelli oculari, le chiazze bianche sulle mandibole, le remiganti esterne screziate di rosso alla base, il nerastro delle setole orbitali che arrivano a coprire le narici.

I tratti principali che attentano alla sua  sopravvivenza  , sono la ricerca del cibo,  il commercio dei piccoli, gli scavi minerari di oro e stagno, le infrastrutture idroelettriche, e le prospettive di colonizzazione da parte dei coloni senza terra.

Negli anni passati in letteratura ornitologica è stato erroneamente descritto come “ A.Farinosa,”da certo Ihering (1904), riferendosi al materiale raccoloto nel 1902 da E.Garbe lungo il fiume Juruà, nello stato dell ‘amazzonia, e ha identificato tre pappagalli (conservati presso il museo di zoologia di S.Paolo) come A.Inornata. Più tardi Ihering nel 1907, classificò gli esemplari come Amazzoni Farinose.

Durante la spedizione Roosevelt – Rondon, un esemplare con caratteristiche divergenti, classificato come A.Farinosa, è stato catturato alla foce del rio Castanho ed è conservato presso il Museo nazionale di Rio de Janeiro.

Miranda Riberio 1920-nella sua revisione dei pappagalli brasiliani- descive l’ A.Farinosa della parte nord del Mato grosso , con una inusuale tavola di colori. Disse ” Ne ho anche visto alle foci del rio Castanho con del rosso alla base delle piume della coda.”

Più tardi l’anomala Amazzone farinosa rubricauda è stata descritta da Stresemann-1924-da un esemplare in cattività di origine sconosciuta, inviato dallo zoo di Berlino al museo della stessa città. Nonostante la base rossa della sue piume caudali, Stresemann lo considerò una anomalia.

Pinto-1935-e Camargo-1954-hanno anche riscontrato che due esemplari femmine catturati da Garbe lungo il rio Juruà, presentavano del rosso sulle piume della coda , ma attribuirono questa caratteristica legata all’ individuo e legata all’età.

Come Stresemann e Miranda Ribeiro , Pinto e Camargo, non hanno riscontrato ulteriori

caratteristiche distintive negli esemplari da museo.

Benchè la distintiva colorazione della coda era già stata resa nota parecchie decadi fa, al suo valore diagnostico non fu attribuito il giusto valore, perché altre caratteristiche chiave morfologiche del taxon, come le parti soffici, struttura e colore,non sono state classificate negli esemplari da museo.

Alcuni di questi distintivi delle A.farinose sono anche state raffigurate parecchio tempo prima degli anni ottanta.

Sick -1961-ha fotografato un esemplare di A. farinosa in cattività, al villaggio indiano di Munducurù, sulla riva destra del fiume Cururù, nelle colline della sierra do Cachimbo, Stato del Parà.

Bosch e Wedde-1984-hanno anche raffigurato un uccello in cattività, identificandolo come A.farinosa inornata.

Entrambe le raffigurazioni mostrano chiaramente un amazzone con un ampia macchia di pelle bianca alla base della mandibola del’ uccello e scuri anelli oculari, entrambe caratteristiche non presenti nel tipico Amazzone farinosa. La risposta al problema del’ anomalo amazzone farinosa, viene dalla metà degli anni ottanta, quando Nelson Kawall un esperto avicoltore brasiliano, ha ricevuto poche inusuali esemplari di amazzoni , che si dicevano provenissero dalla parte bassa del fiume Tapajòs. La scoperta di Kawall condusse alla descrizione della amazzone di K .Secondo tale descrizione nove caratteristiche distinguono questa amazzone dalla  Amazzone farinosa. Le principali sono le chiazze bianche della pelle nuda alla della bassa mandibola, esattamente come gli uccelli raffigurati da Sick -1961, Bosch e Wedde-1984-, con la base rossa delle piume della coda. La descrizione originaria era basata sugli esemplari farinosa del fiume Juruà, un esemplare in cattività dalla collezione Grantsau, e due uccelli liberi nella collezione Kawall.

Grantsau e Camargo hanno anche menzionato un altro esemplare a detta di loro proveniente da Santarem,stato di Parà, ma questo non è stato usato come parametro.

Nessuno degli esemplari conosciuti ha una precisa data di localizzazione eccetto per i due esemplari del museo di S.Paolo, e l’uccello del museo parense Emilio Goeldi, che realmente è stato catturato da J.Hidasi il sette novembre 1955 a Itaituba, Parà, e non a Santarem  come riportato da altri.

Grantsau e Camargo hanno aggiornato nel ’90 l’edizione del 1989 con l’aggiunta di una tabella di misure di riferimento della A.Kawalli ed una mappa indicante la sua distribuzione mostrando due località separate da 1700 Km.

La validità della specie non è stata accolta unanimamente. Bosch e Parker 1996-hanno considerato l’amazzone Kawalli come una variazione individuale della stessa farinosa. Teixeiera-1993-è stato il primo a menzionare l’esemplare descritto da Stresemann che era considerato essere una farinosa identica alla Kawalli ed ha concluso che i successivi taxon non erano validi.

Ha notificato che le caratteristiche diagnostiche dell’amazzone  di Kawall si verificavano singolarmente o simultaneamente in alcuni esemplari de farinosa da lui esaminati.

Le chiazze di pelle della mandibola non erano ritenute avere un valore diagnostico, perché scomparivano sugli esemplari preparati e ” pelle”e chiazze dall’aspetto simile potevano essere riscontrate negli esemplari di Farinosa da museo, e perfino in alcuni esemplari di A.amazzonica.

La validità del nome ha generato controversie.

Dopo la descrizione di Grantsau e Camargo-1989, Teixeira in un commento personale del 1993 non ha ritenuto valido il nome Kawalli.

Collar e Pitman-1996-studiando il tipo di A. rubicauda, raffigurato da Streismann, scoprirono che il Kawall doveva prevalere sul Rubicauda.

Vuilleumier -1992-commentando nuove specie di uccelli descritti da 1981 al 90,  considerò che si necessitava di ulteriori informazioni per provare del’A.kavalli.

Dissero” Sentiamo che al presente evidenza di decidere quale sia lo stato di questa forma,la nostra classificazione lo include tra le species inquirende.”

Tuttavia Siblej e Monroe-1993-hanno incluso questa specie nella loro raccolta degli uccelli del mondo, senza fornire nuovi dati. Più recentemente analisi citotassonomiche di specie brasiliane del genere amazzona, condotte da Duarte e Caparros nel 1995, trovarono delle differenze nei cromosomi due e tre.

In questa sede si riporta la scoperta di pappagalli in libertà, che confortano la descrizione del’A.Kawalli, descrivendo habitat, distribuzione, voce, aspetti della loro ecologia e stato della popolazione,valutando inoltre il loro stato tassonomico.

Metodi

Delle 3 spedizioni realizzate in ricerca dell’A.kawalli, le prime 2 furono condotte dalla stazione ecologica Apiacas, a nord dello stato del Mato Grosso, durante un rapido programma di assestamento(RAP) con lo scopo di produrre dati come aiuto ai piani di ricerca della stazione. La spedizione è stata condotta dal 22 luglio al 15 agosto e dal 28 ottobre al 12 di novembre 1995 nelle acque basse del Rio TelesPires e rio Juruena, e alle alti sorgenti del Rio Tapajòs. La terza spedizione ha avuto luogo dal 6 al 20 Maggio 1996, quando esplorammo il Rio Tapajos dalla città di Itaituba fino all punto di incontro del Rio telesPires e Juruena, inclusi una parte dei loro affluenti.

La distribuzione delle specie è stata classificata visitando i luoghi che presentavano habitat favorevoli, come ad esempio le zone dove avevamo precedentemente osservato le specie, e anche le aree limitrofe che presentavano una flora e comunità differenti.

I pappagalli amazona furono osservati durante le camminate lungo linee trasversali tagliando le zone di vegetazione naturale, e abbiano inoltre fatto ispezioni in barca lungo il corso dei fiumi. Le esplorazioni avevano luogo giornalmente dalle prime luci dell’alba(05:30) fino a dopo il tramonto(18:30). Ogni pappagallo osservato o ascoltato durante questo tempo veniva registrato, con relativi dati personali, misure e tipologia dell’habitat(foresta semifitta, foreste di terra ferma, foreste di caccia, Buritizal e Campinarana o foreste a suolo sabbioso); le categorie di habitat seguivano lo schema RADAMBRASIL(1975). Ogni qualvolta un gruppo di amazzoni era osservato sia statico sia in cerca di cibo venivano classificate le misure, il numero di piccoli, tipi di piante ingerite e relative parti commestibili(fiori, semi, foglie, frutta, polpa o buccia) e abitudini generali. Ogni volta che veniva individuato un gruppo di uccelli intenti a mangiare prelevavamo un campione di cibo. Differenti gruppi si ritrovano durante i pasti per poi risepararsi. Ad ogni gruppo fu associato un campione di cibo. Abbiamo considerato validi i campioni di cibo che abbiamo personalmente visto ingerire e abbiamo scartato le prove indirette o da altrui riportate .Durante i tre campi di spedizione la distribuzione e la distribuzione della A. veniva visionata grazie alla ricerche lungo le aree  rivierasche dei fiume ove il fiume Tapajos  i suoi affluenti hanno  maggiore portata. Nelle aree  ove la specie era endemica la popolazione locale fu quantificata durante le soste notturne. Alla fine abbiamo fatto un conto di ogni sito. Durante il censimento la direzione del volo degli uccelli che arrivavano e dipartivano dai siti individuata, era la stessa per tutti gli uccelli, benché non arrivavano  e riportivano tutti nello stesso tempo. La direzione è stata registrata e usata come indice per la localizzazione delle aree generale di movimento per ogni gruppo di individui .Abbiamo usato queste informazioni per definire la distribuzione e per identificare le diverse popolazioni. Inoltre durante il censimento abbiamo anche contato i gruppi familiari(adulti e giovani)per stimare i novelli .I giovani venivano facilmente mentre volavano dai loro genitori, mantenendosi sempre nelle loro vicinanze.

Per stimare la relativa abbondanza della popolazione di A.kawalli, le traversate erano condotte seguendo le tecniche di Ralph e Scott-1981/1983-.

Le distanze  totali delle traversate, misurate in situ o prese da mappe furono  77Km a piedi e 180 Km in barca, durante luglio e agosto 1995;68 Km a piedi e 110 Km in barca in ottobre e novembre dello stesso anno, e 64 Km a piedi e 435 Km  in barca a marzo 1996.In tutto abbiamo camminati per 47 Km ad una velocità media di due Km/h attraverso la foresta semi decidua,38 nella foresta della Terra Ferma,30 negli habitat di transito tre la Terra Ferma sino alla foresta Floodplain, 42 nella foresta Floodplain,23 nella Campinarana, 7 nella Buritizal, 22 nelle aree di disturbo, e 725 lungo i fiumi con una barca.

Le traversate, condotte alla velocità di circa 5/8 Km/h, hanno permesso l’osservazione delle amazzoni in volo sopra la nostra testa o semplicemente posate lungo le rive. Il nastro di registrazione per il richiamo delle amazzoni era del tipo Sony tcn 5000 EV,e un microfono direzionale Sennheiser 80-E,e il sonoro è stato analizzato con la digitale UniscanII dal laboratorio di bioacustica del’ università statale di Campinas UNICAMP.Abbiamo fatto analisi comparative delle chiamate in volo della A.kawalli perché questo tipo di richiamo è stato considerato una caratteristica specifica dei pappagalli della specie.

Le registrazioni delle voci sono state depositate nel ‘archivio sonoro neotropicale ASN presso l’università statale di Campinas, alla libreria dei suoni naturali e al laboratorio ornitologico Cornell.

I dati relativi alla procreazione sono stati ottenuti grazie ad un parziale monitoraggio di due nidi.Altri 5 nidi furono rinvenuti in differenti stadi del ciclo generazionale e per questi  furono registrati l’habitat, specie, genus degli alberi da nido, altezza,numero di uova a nidiata .

Esemplari di A.kawalli n.8 e di A.farinosa n.33.

La morfologia e le caratteristiche dei nidiacei e degli adulti furono osservate su un campione di 22 uccelli di diverse età, presi dai nidi dagli indios Mundurucù e 78 adulti, animali da compagnia degli stessi locali. Abbiamo analizzato i dati di misurazione con un t-test che ha comparatole differenze principali e altre variabili tra l’A. kawalli e farinosa.

Per valutare l’estensione del’habitat della specie abbiamo usato la metodologia descritta da Sobredila e Bath -1992-.Standard per una rapida classificazione ecologica, una metodologia per gli ecosistemi non studiati con una mappa satellitare per definire caraterrizzazioni differenti habitat.

Sono state inoltre impiegate nove ore di volo per perlustrazioni aeree di tutte le zone sopracitate e di interesse.

Testo e adattamento di Guglielmo Petrantoni